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(Fondazione Università di Mantova, 27.4.2007) Massimiliano Nastri ...

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• il proce<strong>di</strong>mento produttivo del vetro borosilicato, che prevede, all’interno dei processi float,<br />

<strong>di</strong> tiratura o <strong>di</strong> colatura, l’aggiunta <strong>di</strong> ossido <strong>di</strong> boro (pari al 7÷15%) alla miscela vetrificabile<br />

viscosa, ottenendo lastre resistenti agli sbalzi termici e agli aci<strong>di</strong>.<br />

Gli elementi <strong>di</strong> chiusura in lastre <strong>di</strong> vetro sono eseguiti da lavorazioni finalizzate a realizzare<br />

prodotti adeguati agli impieghi specifici, considerando le procedure <strong>di</strong> trattamento (termico,<br />

chimico e superficiale), <strong>di</strong> stratificazione e <strong>di</strong> rivestimento: tali procedure sono rivolte a incrementare<br />

le prestazioni meccaniche, fisiche, termiche e ottiche, comportando alcune in<strong>di</strong>cazioni<br />

operative per l’applicazione ai sistemi <strong>di</strong> facciata (Moor, 1989; Eekhout, 1990, 1996; Loughran,<br />

2003; Nijsse, 2003).<br />

Sulla base delle modalità produttive, si rilevano le successive lavorazioni sui bor<strong>di</strong> delle lastre<br />

utilizzate nei sistemi <strong>di</strong> facciata (che escludono l’applicazione con spigoli <strong>di</strong> taglio normali per<br />

l’impiego all’interno dei telai), svolte me<strong>di</strong>ante i processi <strong>di</strong> abrasione, <strong>di</strong> levigatura e <strong>di</strong> molatura<br />

(a esempio, con filo greggio).<br />

La produzione degli elementi <strong>di</strong> chiusura riguarda, principalmente, le modalità <strong>di</strong> trattamento<br />

termico che determinano:<br />

• le lastre <strong>di</strong> vetro trattato con tempra termica (toughened glass, o vetro <strong>di</strong> sicurezza monolitico),<br />

ottenute me<strong>di</strong>ante il riscaldamento (a temperatura T = 640÷700 °C) delle lastre piane in<br />

vetro chiaro (tagliate nella loro forma definitiva ed eventualmente perforate) e l’improvviso<br />

raffreddamento con getti d’aria fredda: le superfici esterne delle lastre si raffreddano, si induriscono<br />

e si contraggono più velocemente del nucleo interno (a temperatura elevata), comportando<br />

l’insorgere <strong>di</strong> forti compressioni che incrementano la resistenza meccanica e termica<br />

del vetro. In particolare, durante il processo <strong>di</strong> raffreddamento il nucleo interno tende a restringersi,<br />

incontrando l’impe<strong>di</strong>mento delle superfici già irrigi<strong>di</strong>te: quando anche la sezione<br />

interna delle lastre si raffredda e si contrae, le superfici esterne, ormai rigide, inducono uno<br />

stato <strong>di</strong> compressione. Il vetro temprato, che non può essere sottoposto a lavorazioni <strong>di</strong> taglio<br />

o <strong>di</strong> perforazione, presenta allora una trazione all’interno delle lastre e una elevata compressione<br />

delle superfici, così in grado <strong>di</strong> assorbire le forze <strong>di</strong> trazione e <strong>di</strong> flessione elevate e, in<br />

caso <strong>di</strong> rottura, <strong>di</strong> <strong>di</strong>sgregarsi in piccoli frammenti (9);<br />

• le lastre <strong>di</strong> vetro indurito, ottenute me<strong>di</strong>ante il riscaldamento (a temperatura T = 640 °C) delle<br />

lastre piane e il successivo lento raffreddamento con getti d’aria fredda, comportando<br />

l’esecuzione <strong>di</strong> elementi dotati <strong>di</strong> elevata resistenza a flessione e agli sbalzi termici: a livello<br />

costruttivo, le lastre monolitiche devono essere vincolate, all’interno dei sistemi <strong>di</strong> facciata,<br />

sui quattro lati, in conseguenza del comportamento a rottura che prevede la <strong>di</strong>sgregazione ra<strong>di</strong>ale<br />

da bordo a bordo. Le lastre sottoposte ai processi <strong>di</strong> indurimento possono essere trasformate<br />

in elementi stratificati <strong>di</strong> sicurezza, ma non possono essere soggette a lavorazioni <strong>di</strong><br />

taglio o <strong>di</strong> perforazione;<br />

• le lastre <strong>di</strong> vetro curvato, ottenute me<strong>di</strong>ante il riscaldamento (a temperatura T = 640 °C) delle<br />

lastre piane, l’adesione su uno stampo <strong>di</strong> supporto (le cui <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong>pendono dalle capacità<br />

<strong>di</strong> lavorazione) e la successiva ricottura (con la possibilità <strong>di</strong> eseguire ulteriori processi <strong>di</strong><br />

tempra o <strong>di</strong> stratificazione).<br />

La produzione degli elementi utilizzati nei sistemi <strong>di</strong> facciata riguarda anche:<br />

• le modalità <strong>di</strong> trattamento con tempra chimica delle lastre <strong>di</strong> vetro, me<strong>di</strong>ante l’immersione in<br />

una soluzione a temperatura molto elevata, in cui gli ioni <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o (<strong>di</strong>sposti esternamente) sono<br />

scambiati con gli ioni della soluzione, ponendo in compressione le superfici: le lastre trattate<br />

con la tempra chimica, che possono essere sottoposte a lavorazioni <strong>di</strong> taglio, sono in grado<br />

<strong>di</strong> assorbire forze <strong>di</strong> trazione, <strong>di</strong> flessione e termiche elevate.<br />

• le modalità <strong>di</strong> trattamento superficiale delle lastre <strong>di</strong> vetro, me<strong>di</strong>ante:<br />

- la smaltatura, che comporta la sovrapposizione e la fusione <strong>di</strong> uno strato <strong>di</strong> ceramica sulle superfici<br />

durante il processo termico <strong>di</strong> tempra o <strong>di</strong> indurimento;<br />

- la satinatura, che comporta l’opacizzazione e la resa ruvida <strong>di</strong> una superficie tramite aci<strong>di</strong>,<br />

con la conseguente trasmissione <strong>di</strong>ffusa della ra<strong>di</strong>azione luminosa;<br />

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