BASI PER UNA VITA CRISTIANA O.J. Gibson

nostra; chiamati al governo di Dio, non all'autogoverno; a scoprire Dio, non
noi stessi; ad amare Dio, non noi stessi; a porre Dio al centro e non l'io. Il
modello della Scrittura non è «io prima», ma «Dio prima, gli altri dopo ed io
per ultimo». Molte persone oggi sono come il personaggio mitologico di
Narciso. Egli si innammorò della propria immagine riflessa nell'acqua e
distrusse la propria vita perché non potè soddisfare l'amore di sé. Il collasso
morale degli ultimi tempi è caratterizzato da uomini che sono «egoisti» (II
Timoteo 3:2). Si assiste oggi ad un'adorazione delle creature maggiore di
quella del Creatore (Romani 1:25), La necessità di ricevere Cristo come
Signore dev'essere tradotta nella vita e nella pratica. Per progredire nella vita
cristiana deve verifìcarsi la rinuncia da parte nostra al possesso di noi stessi. I
Macedoni «si sono dati loro stessi al Signore» (II Corinzi). Dopo esserci
riconosciuti come esseri morti al peccato (Romani 6:11), dobbiamo presentarci
a Dio (Romani 6:13), dobbiamo presentare i nostri corpi in sacrificio vivente a
Lui (Romani 12:1-2) in modo da poter sperimentare la trasformazione della
vita che appartiene a chi è governato da Dio. La consapevolezza della Sua
supremazia dovrebbe indurci ad avere come fine spirituale quello per cui «in
ogni cosa Egli abbia il primato» (Colossesi 1:18). Dobbiamo dire, con le
parole della preghiera del Signore: «La Tua volontà sia fatta» (Matteo 6:10).
Queste sono le aree in cui il Suo controllo dovrebbe evidenziarsi:
1. PRIORITÀ'. «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia» (Matteo
6:33). Se Cristo sarà al secondo posto in ogni cosa non potrà agire in
maniera efficace nelle nostre vite,
2. CORPO. Siamo stati comprati a prezzo e questo acquisto include il corpo in
cui viviamo (I Corinzi 6:19-20). Esso è il Suo tempio.
3. BENI. Egli è il Signore di tutto quello che ci ha donato (I Cronache 29:14).
Noi ne siamo solo i gestori o gli amministratori (I Corinzi 4:2). Quello che
possediamo, i talenti e il tempo, appartengono a Lui, tutto è in prestito.
4. RAPPORTI INTERPERSONALI. Il Signore ci ordina di amarci gli uni gli
altri com'Egli ci ha amati (Giovanni 15:12). L'amore è sacrificio, non sentimento.
Dobbiamo aver cura gli uni degli altri, come Egli ha fatto verso di
noi. Ricordiamo che Cristo era moralmente separato dai peccatori (Ebrei
7:26), eppure mangiò con loro (Luca 15:2). L'amore e la santità devono
governare insieme il nostro rapporto con gli altri. La Scrittura proibisce
«l'amicizia del mondo» (Giacomo 4:4) o quello che esso rappresenta (I
Giovanni 2:15-16). E' necessario avere un ordine giusto anche nei rapporti
all'interno della famiglia (Efesini 5:22-25; 6:1-2).
5. LAVORO, CASA E SCUOLA. Sia in veste di lavoratori che in quella di
datori di lavoro, siamo chiamati ad onorare e ad essere equi (Efesini 6:5,9;
Giacomo 5:4). Dobbiamo fare ogni cosa come per il Signore (Colossesi
3:23).
6. MODO DI PARLARE E SPERA DEI PENSIERI. Egli dovrebbe essere il
Signore della nostra lingua e della nostra mente. Egli vuole parlare
attraverso di noi, se Gli permettiamo di farlo (Matteo 10:20). Dobbiamo
essere pronti ad ascoltare, ma non precipitosi nel parlare (Giacomo 1:19).
Non dobbiamo parlare male degli altri (Giacomo 4:11). Dio esamina i nostri
pensieri e non vi scopre che contaminazione (Matteo 15:19-20).
7. SPERANZE E AMBIZIONI. Cosa sussisterà alla prova della Sua eterna
stima
(I Corinzi 3:11-15)? Dobbiamo cercare «le cose di sopra dove Cristo è
seduto
alla destra di Dio» (Colossesi 3:1). Quali cose terrene hanno un'importanza
eterna?
La seguente lista di controllo potrà aiutarci a fecalizzare in noi le aree che
necessitano un miglioramento:
Ciascun giorno ha inizio con una rinnovata presentazione del mio corpo a
Lui?
Ogni altro interesse prende il secondo posto rispetto ai Suoi interessi?
Ogni decisione prende in considerazione Lui per primo?
Ogni impegno si allinea con la mia consacrazione a Lui?
24