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strada, teatro politico, spettacoli-manifesto imbastiti dovunque su palchi improvvisati,<br />
dai quali aggrediva il pubblico in modo davvero sorprendente.<br />
Familiarizzammo subito e sarebbe diventato il collaboratore fisso di molte altre<br />
produzioni, prima come attore e cantante, poi anche come coautore in Er<br />
Dompasquale – spettacolo profondamente romanesco quanto lui. Accanto a Roberto,<br />
come autostoppista al femminile, entrò nel gruppo Chrystel Dane, anche lei<br />
dal cast di Hair (Jeanie, in alternanza con Loredana Bertè), una fragile fatina inglese<br />
dal carattere d’acciaio, mia dirimpettaia a Trastevere. Non si poteva immaginare<br />
niente di più diverso di Roberto e Chrystel, e per questo funzionarono benissimo<br />
assieme.<br />
Si provò per diverse settimane in quella stanzetta sui tetti dove avevo arrampicato<br />
il mio pianoforte. Il secondo brano della Coppia, Seguici, al Sistina non era<br />
come lo sentite. Lo modificai apposta per il disco e per il film, dando anche a quei<br />
due personaggi l’opportunità di spiegare a Orfeo la loro visione della realtà. Mentre<br />
lo provavo sentivo Paola che piagnucolava, un piano più sotto: “Non mi piace,<br />
questo pezzo...”.<br />
Era sincera, nel bene e nel male. Quando registrai la voce per L’amore mio<br />
guarda e tace assisteva di là dal vetro e le si riempirono gli occhi di lacrime. Era il<br />
primo effetto del nostro lavoro che potei vedere su qualcuno. Venne il groppo<br />
anche a me e dovemmo interrompere il turno, tossicchiando “Disgustoso!”.<br />
Monica Miguel lei sì, lei poteva funzionare benissimo sia in video che in audio<br />
e infatti mantenne il ruolo del Sistina. Ma quando arrivammo in studio qualcosa<br />
non funzionò. Non rendeva in sala nemmeno un decimo di quanto aveva reso in<br />
palcoscenico. Succede. Dovetti ricorrere a una turnista, l’ottima Mara Marzotto,<br />
ed è l’unica falla nella nostra coerenza contro il doppiaggio. Comunque la parte<br />
finale ha la voce di Monica.<br />
Ancora dal cast di Hair arrivò Edoardo Nevola, e anche in lui, come in Roberto<br />
Bonanni, trovai molto più di un semplice interprete. Era stato il protagonista infantile,<br />
bravo davvero, in moltissimi film degli anni Cinquanta, a partire da Il Ferroviere.<br />
Ora dimostrava di mantenere le promesse, caso più unico che raro fra i<br />
bambini prodigio. Fu un’amicizia che durò molti anni, basata, come per Roberto,<br />
sulla passione comune per il teatro musicale e su uno stesso modo di intenderlo.<br />
Prima che la vita disperdesse questo gruppo notevole facemmo in tempo a mettere<br />
giù almeno quattro episodi di musical italiano che in qualche modo dovranno essere<br />
ripresi in considerazione. Edoardo in particolare, il culmine che Roberto toccò<br />
con Er Dompasquale lui lo raggiunse con L’Isola nella Tempesta, dove la sua<br />
interpretazione di Ariel creò fenomeni di vera isteria in interi nugoli di ragazzine,<br />
cose che non avevo mai visto fuori da un concerto rock. Eppure eravamo una<br />
compagnia nuova in un teatro nuovo con uno spettacolo nuovo, e lontani, stavolta,<br />
da ogni televisione possibile...<br />
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