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Capitolo XII – Situazione morale e religiosa della Slavia cividalese

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<strong>XII</strong> <strong>–</strong> SITUAZIONE MORALE E RELIGIOSA DELLA SLAVIA CIVIDALESE - 285<br />

Anche l’estensore di questa cronaca, don Pietro Tonelli muore nel 1949. «Degno di nota<br />

che nessuno vorrà sentir parlare dei difetti del povero parroco, mentre tutti ne esaltano le<br />

virtù» 49 .<br />

Abbiamo voluto indugiare su questa cronaca per la sua esemplarità. Pur coscienti<br />

dell’angolo visuale prevenuto contro slavi e comunisti, comprensibili in un prete italiano, il<br />

testo è fedele riflesso <strong>della</strong> tragedia di una comunità nel più tremendo frangente del secolo<br />

“breve”. Chi lo ha reso possibile non può nascondersi all’ombra del male commesso dagli<br />

altri per giustificare le proprie inadempienze.<br />

Racchiuso ♣ Anche questa comunità di ab. 900, dipendente da Attimis, non è annoverata<br />

fra quelle slave. Tuttavia disponiamo di alcune note storiche utili a definire il contorno <strong>della</strong><br />

zona in epoca fascista. Il cronista don Giovanni Zannier (dal 1924) precisa: «Carattere<br />

sospettoso, un misto di sloveno e friulano. Sembra potersi fidare di qualcuno, ma quando<br />

meno è d’aspettarsi viene il tradimento.. Un paese di questioni» 50 . In paese i fascisti sono<br />

l’espressione delle fazioni locali partecipando alle lotte paesane gli uni contro gli altri. «In<br />

questa domenica (28-3-1926) il cappellano protestava dall’altare contro il canto fascista<br />

nell’osteria Lenchig offensivo il Sommo Pontefice: -Un due tre abbasso il Papa re ecc.<br />

omettendo però la parola re -» 51 .<br />

La scusa sarebbe che i socialisti avrebbero cantato Bandiera rossa come conseguenza di<br />

una certa predica del cappellano da qui la reazione dei fascisti. Inchiesta dei carabinieri e<br />

processo a Cividale contro i 4 socialisti. «Il sacerdote fece risaltare come la predica non<br />

avrebbe avuto relazione col canto dei sovversivi chiamati sturziani». Il pretore approva la<br />

predica protesta del prete in chiesa, quindi assolve i quattro socialisti sturziani (4-6-’26).<br />

I cattolici popolari sono divenuti socialisti nel rancore fascista e questa confusione<br />

permette al pretore di assolvere prete e fedeli! Questa osservazione sembra pertinente visto la<br />

reazione al Concordato del 1929. «Qui non veniva accolta con entusiasmo tale notizia,<br />

quantunque nel 1924 il paese fosse in maggioranza fascista, ma stanco ora di tale regime,<br />

tanto è vero che nel 24-3-1929, anziché votare il Sì famoso per il governo fascista, qualche ex<br />

fascista ebbe a votare il No».<br />

Balli «sfacciati e terribili» secondo un linguaggio eccessivo del cronista. Nel 1932 parte<br />

don Giovanni Zannier per Torsa e giunge don Gino Zuliani che ottiene vicaria per Racchiuso<br />

saldando un affranco di lire 5.000 ad Attimis. Il ritmo pastorale di questo sacerdote sembra<br />

procedere normalmente fino al periodo bellico. «I lavori di una stalla tolgono la vista alla<br />

sagrestia. Il capp. deve tacere perché accusato di antifascista e deve evitare il confino (20-9-<br />

1942)», che finalmente è un bell’elogio per un prete.<br />

Sollevazione delle donne per la chiusura del mulino locale: deve essere riaperto. «Mentre<br />

venivano condotte a Udine su di un camion le donne rispondevano: - Andiamo all’ammasso!<br />

<strong>–</strong>(6-6-’43)». Altra categoria che durante il fascismo ha salvato il carattere virile degli italiani.<br />

Nel ’44 il vicario è processato come spia dal commissario partigiano dell’Osoppo, per aver<br />

denunciato il ballo dei giovani al Comandante 8° Regg. Alpini Batt. Tolmezzo di Faedis. Il<br />

caso è risolto con giustificazione (7-5-’44).<br />

Secondo i parametri storiografici acquisiti qui il conto non torna. Questo prete antifascista,<br />

che in piena guerra di resistenza ricorre ai “repubblichini” per l’ordine pubblico, che viene<br />

processato quale spia nientemeno che dall’Osoppo, che si accontenta di essere assolto motu<br />

49 LS Prestento, testo di don Mario Merlini, 19-4-1949.<br />

50 LS Racchiuso, 1924.<br />

51 Questa deve stata una filastrocca assai fortunata se ritorna in una lamentela di mons. Liva in occasione <strong>della</strong><br />

presa d’Adua: «I giovani fascisti di Cividale gridavano: - Abbasso il Papa <strong>–</strong> Re <strong>–</strong> » ed altri canti osceni. «Il<br />

fascismo locale è in gran parte massonismo e comunismo, sempre viventi sotto maschera nuova... I responsabili<br />

di questo genere di manifestazioni sono gli stessi che denunciarono presso le autorità i sacerdoti di questa<br />

regione, compreso il Decano di questo <strong>Capitolo</strong>, come antifascisti ed antitaliani. Intanto noi restiamo al nostro<br />

posto; ma se questo sistema durerà i danni saranno più gravi per la vita civile che per la <strong>religiosa</strong> di questo<br />

popolo» (ACAU Sac. def., don Valentino Liva, a Nogara, 4-10-1935). Continuerà anche dopo il fascismo con<br />

un cattolicesimo massonico.

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