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Capitolo XII – Situazione morale e religiosa della Slavia cividalese

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<strong>XII</strong> <strong>–</strong> SITUAZIONE MORALE E RELIGIOSA DELLA SLAVIA CIVIDALESE - 301<br />

denunziare su base di perizia calligrafica 103 . Segue processo: si tratterebbe di uno squilibrato<br />

con tanti nemici. «Il sospetto è sorto perché il cappellano gode la benevolenza di tutta la<br />

popolazione comprese le autorità locali a cui il bravo signore da anni fa una lotta spietata<br />

unicamente per salire lui al potere e tenere tutti schiavi sotto il suo tallone, come un tempo da<br />

tutti ricordato come funesto». La perizia ufficiale nega identità di mano.<br />

Della Schiava informa Nogara: «É purtroppo che don Venuti col suo modo di fare, poco<br />

pastorale, ha creato nella parrocchia una situazione dolorosa di antagonismi di vendette ed un<br />

partito formato da persone che si dicono dell’ordine ma che non sono fiori di cattolicità (3 non<br />

fanno Pasqua) e le sfrutta per i suoi fini». Frequenta osterie fino a tarda ora; vari incidenti per<br />

ore tarde e cene anche coi carabinieri. Fa poca dottrina, niente Ac. Tiene gli incerti per sé:<br />

pare avaro! Da qui opposizione e contrasti col parroco. Dice che se perde al processo<br />

pagheranno gli amici suoi in solido. Ergo? 104 .<br />

Anche mons. Liva è del parere di trasferirlo quanto prima perché divide il paese<br />

estraniandolo dal parroco e si lascia strumentalizzare da un gruppo di potere fatto da<br />

ubriaconi 105 , anzi precisa che frequenta le osterie, si ubriaca e «una giovane che si trovava<br />

presente si prese col prete brutte, sfacciate confidenze» 106 . Nogara lo vorrebbe a Cazzaso in<br />

Carnia, ma il cappellano deve difendere il proprio onore; ha la coscienza in pace e le ostilità<br />

contro il parroco «le ho trovate ben radicate». Non se ne fa nulla! 107 .<br />

Questo prete si mette su una cattiva strada: chi disobbedisce al suo vescovo o è un fallito o<br />

è sulla via di diventarlo, non per moralismi vari, ma “istituzionalmente”. Il parrocchiano<br />

Maran Federico consiglia il vescovo a trasferire il cappellano che frequenta osterie con<br />

ballerini e beve 108 . La situazione precipita. Liva informa il vescovo che il Venuti esce da una<br />

famiglia con la figlia di un certo Zorzetti da Spessa; confidenze e proteste <strong>della</strong> ragazza: «I<br />

sacerdoti sono uomini fatti di carne come gli altri». Il parroco è disposto a stare solo pur di<br />

esserne liberato 109 .<br />

Le informazioni insistono sullo stesso tema sine fine: «continua a bazzicare dietro alle<br />

ragazze»; ne incontra due in bicicletta. «Egli consegnò il suo cappello al compagno: rivolta la<br />

veste sulle spalle per non parere prete si diede ad inseguirle» 110 . Viene convocato dal<br />

Vescovo: ammette in parte, ad es. fa dottrina nelle osterie nelle frazioni, ergo! Decisione:<br />

trasloco ed esercizi spirituali 111 . Siamo in guerra e cedono tutti i fronti, non è il caso di<br />

esagerare. Cambia tono e parte per S. Lorenzo di Buia 112 .<br />

Ed anche questo è sistemato e sarà un prete normale. «1943. Il momento politico è<br />

caratterizzato da un ferreo aumento di tensione su tutti i fronti interni e bellici <strong>della</strong> nazione.<br />

La guerra va scalando culmini impervi e nella sempre sua più energica disciplina stringe al<br />

grado massimo energie e risorse dei popoli. Il mondo ha visto raramente una tale<br />

concentrazione di sforzi ed una così esasperata sollecitazione di energia umana verso uno<br />

scopo combattivo. La guerra scala vertici intensivi: suona tutti i suoi bronzi per spingere a<br />

falangi le genti di ogni terra verso le linee avvampate <strong>della</strong> contesa mondiale. Si combatte<br />

aspramente in Russia. L’epopea del fronte orientale ha un significato politico e bellico, ma ne<br />

ha uno squisitamente spirituale. Sui campi di neve, fra i ghiacci e deserti in notti crude ed<br />

estenuanti, l’umanità sta pagando una suprema quota di sacrificio. Bisogna che tanto<br />

olocausto non sia invano. É imperativa la certezza, è categorico il dovere che da questa<br />

spietata lotta esca un mondo equo, equilibrato che dia all’uomo il suo posto di dignità, di<br />

libertà, di conservazione. Ora aspra, ora tormentosa: ma dall’alto vigile Provvidenza annoda i<br />

103 ACAU Sac. def., don Giuseppe Venuti, 1-1-1942.<br />

104 ACAU Sac. def., don Giuseppe Venuti, 7-6-1942.<br />

105 ACAU Sac. def., don Giuseppe Venuti, 22-6-1942.<br />

106 ACAU Sac. def., mons. Valentino Liva, a Nogara, 4-7-1942.<br />

107 ACAU Sac. def., mons. Valentino Liva, a Nogara, 8-7-1942.<br />

108 ACAU Sac. def., mons. Valentino Liva, a Nogara, 8-7-1942.<br />

109 ACAU Sac. def., mons. Valentino Liva, a Nogara, 5-1-1943.<br />

110 ACAU Sac. def., mons. Valentino Liva, a Nogara, 5-2-1943.<br />

111 ACAU Sac. def., mons. Valentino Liva, a Nogara, 6-2-1943.<br />

112 ACAU Sac. def., mons. Valentino Liva, a Nogara, 23-2-1943.

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