Marginalità e appartenenza: la funzione dell'intellettuale tra sfera ...

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372 VINCENZO BINETTI all'economia collettiva della salute" (Barthes 102), ma piuttosto una funzione "deterrit~rrializzata,"~~ destabilizzante e provocatoria rispetto ad un tipo di informazione e di cultura che l'establishment e le istituzioni ci propinano e ci impongono come falsamente "oggettive" e veritiere. NOTE VINCENZO BINETTI University of Chicago 'scrive TomAs Maldonado a proposito: "Non si può, infatti, negare che, già da un pezzo, si sta verificando un progressivo indebolimento del tradizionale ruolo oracolare dell'intellettuale, del ruolo dell'intellettuale come "coscienza morale della nazione," come giudice supremo degli sviluppi storici, come zelante guardiano dei diritti civili e umani" (52). . , *~e~~evo, ad esempio, che alcuni mesi fa in un recente convegno patrocinato dalla Lega Nord uno degli esponenti di quel partito facendo riferimento appunto a Pasolini aveva esordito sostenendo che, se fosse ancora vivo, sarebbe stato sicura- mente un buon leghista! " 3È interessante notare, a questo proposito, il commento di Pavone sulla funzione del 'privato' nel periodo resistenziale: "All'impegno pubblico, che contiene inscritta in sé, scarnificata, la dicotomia vitdmorte, ripugnava autorappresentarsi come paren- tesi; ma nello stesso tempo esso era pervaso di nostalgia della quiete di una normalità che talvolta finirà poi con l'essere vissuta come rinuncia" (522). 4~ccoinfatti in quali termini era impostata la dichiarazione programmatica del PCI al V Congresso: "Non si trattava, né si tratta, di reclutare nel nostro partito un certo numero di intellettuali già conquistati all'ideologia e alla politica comunista. Questo reclutamento è, senza dubbio, un fatto importante; ma l'aspetto essenziale della nostra azione tra gli intellettuali deve consistere nel saper porre davanti alle masse degli intellettuali il problema del rinnovamento della cultura italiana, saldando in un fronte culturale (le cui forme organizzative debbono essere le più differenziate e le meno rigide possibili) tutti quegli uomini di cultura che sentano il bisogno di liqui- dare nel campo della letteratura, delle arti, della scienza i residui del fascismo ancora presenti e operanti nella mentalità degli intellettuali. Rinnovamento della cultura, dunque, non in senso esclusivamente marxista, ma in senso democratico-antifascista" (AA.VV. 74-75. 5 ~ 'incrinature' e del discorso vittoriniano sul problema della definizione di cultura sono state rilevate acutamente da Luperini, il quale, pur riconoscendo allo scrittore siciliano i meriti di aver sollevato importanti questioni, ne denuncia la debolezza di fondo: "la debolezza di tutto il discorso di Vittorini [sta nel fatto] che, considerando la cultura in blocco, al di fuori e al di sopra della lotta di classe e dei gruppi sociali che la producono, finiva col cadere in una «mistica della cultura»" (113). 6~sorRosa evidenzia, a riguardo, il carattere "etico-politico-pedagogico" della critica letteraria in questo particolare momento della storia italiana: "Frutto diretto di questo rapporto assai stretto fra letteratura e potere fu in questa fase una critica letteraria impegnata e progressista, il cui carattere principale potrebbe dirsi un singolare atteggiamento etico-politico-pedagogico, in conseguenza del quale il critico si costituisce nei confronti dello scrittore come un guardiano della verità e un identificatore degli errori commessi: come uno, insomma, che ha il compito di dire allo scrittore quello che avrebbe dovuto fare e non ha fatto" (Lo Stato 595-96).
MARGINALITA E APPARTENENZA 373 7 ~ sembra i interessante notare in questo ambito il commento di Derrida: "l"intel1ettuale . . .' dovrebbe apprendre à vivre imparando e insegnando, non a fare conversazione con il fantasma, ma a intrattenersi con lui, con lei, a lasciargli o a rendergli la parola, sia pure dentro di sé, nell'altro, all'altro in sé: gli spettri ci sono sempre, anche se non esistono, anche se non sono più, anche se non sono ancora" (220). 8~osì si esprime ancora Sartre: "Nel momento in cui tutte le chiese ci respingono e ci scomunicano, quando l'arte di scrivere, incastrata tra le propagande, sembra aver perso la sua efficacia peculiare, deve cominciare il nostro impegno. Non si tratta di dilatare le esigenze della letteratura, ma semplicemente di servirle tutte insieme, anche senza speranza" (Sartre; cit.. in Ceserani e De Federicis 525). 9~criveBenda: "Intendo parlare di quella classe di uomini che chiamerò i chierici, designando con questo nome tutti coloro la cui attività, per natura, non persegue fini pratici, ma che, cercando la soddisfazione nell'esercizio dell'arte o della scienza o della speculazione metafisica, in breve nel possesso di un bene non temporale, dicono in qualche modo: «I1 mio regno non è di questo mondo»" (95). lovedi a proposito: Romano 2 10. l~crivonoDeleuze e Guattari: ". . . an ideological, scientific or artistic movement can be a potential war machine, to the precise extent to which it traces, in relation to a phylum, a plane of consistency, a creative line of flight, a smooth space of displacement" (121). OPERE CITATE AA.VV. Il comunismo italiano nella seconda guerra mondiale. Relazione e docu- menti presentati dalla direzione del partito al V Con~ressodel Partito Comunista Italiano. Roma: Riuniti, 1963. Ajello, Nello. Intellettuali e PCI 1944-1958. Bari: Laterza, 1979. Albertoni, E. A., Ezio Antonini, e Renato Palmieri, a cura di. La generazione degli anni drficili. Bari: Laterza, 1962. Alicata, Mario. "Una linea per l'unità degli intellettuali progressivi" Intellettuali e azione politica. Roma: Riuniti, 1976. Asor Rosa, Alberto. Scrittori e popolo. Il populismo nella letteratura italiana con- temporanea. 1965. Torino: Einaudi, 1988. -. Lo Stato democratico e i partiti politici. Letteratura Italiana. Vol. 1. Torino: Einaudi, 1985. Barthes, Roland. Saggi critici. Torino: Einaudi, 1966. Benda, Julien. Il tradimento dei chierici. Torino: Einaudi, 1976. Benjamin, Walter. Angelus Novus. Saggi efiammenti. Torino: Einaudi, 1962. Bobbio, Norberto. Politica e cultura. Torino: Einaudi, 1955. Ceserani, R., e L. De Federicis. Il materiale e l'immaginario. Vol. 8. Torino: Loescher, 1982. Deleuze, G., e F. Guattan. Nomadology. New York: Semiotext(e), 1986. Derrida, Jacques. Spettri di Marx. Milano: Cortina, 1994. Ferretti, Gian Carlo. La letteratura del rifiuto. Milano: Mursia, 1968. -. L'editore Virtorini. Torino: Einaudi, 1992.
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