Copertina 4 - Retriever Magazine
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l’editoriale<br />
I Trent’anni di RCI: che cosa è cambiato nella cinofilia retriever?<br />
Cani e cinofilia sono stati una costante della mia vita. L’occasione del Trentennale RCI mi sollecita ad<br />
una riflessione più generale ed estesa nel tempo sulla funzione che il cane è venuto ad assumere oggi<br />
nel nostro contesto sociale, con particolare riferimento alle razze retriever.<br />
La Gran Bretagna, madre delle razze canine e degli sport, ha creato il retriever come ausiliare del<br />
cacciatore sportivo. E’ancora questa la sua funzione principale?<br />
Negli ultimi tempi si è assistito ad una costante crescita numerica delle razze retriever, tanto da essere<br />
queste annoverate fra le più diffuse su tutto il pianeta.<br />
Quale ne sarà la ragione? Non sarà certo la maggiore richiesta da parte dei cacciatori, ora che la caccia<br />
sta subendo un duro attacco da parte del mondo ambientalista e dall’affermarsi dei principi degli<br />
equilibri biologici e dell’ecologia in generale.<br />
Vorrei proporvi questa semplice risposta: è il loro “will to please”, frutto della selezione operata dai<br />
primi allevatori, mirata alla funzione venatoria, ed è proprio grazie al re-indirizzamento dell'istinto<br />
predatorio al servizio dell’uomo, indispensabile per l'uso in caccia dei retriever, che possediamo oggi<br />
queste splendide e versatili razze. E' per noi un imperativo morale non dimenticare, anzi sviluppare, gli<br />
obbiettivi degli allevatori che hanno creato gli antenati dei nostri attuali retriever: perdendoli di vista<br />
perderemmo quanto di meglio abbiamo ottenuto finora.<br />
In un momento di grande incertezza sociale, caratterizzata da instabilità del contesto della famiglia,<br />
fragilità dei giovani, precarietà della sicurezza del lavoro, bisogno di attenzione ed affetto da parte di chi<br />
vede prolungarsi la vecchiaia sempre più in solitudine, ecco che si cerca un cane, e possibilmente un<br />
retriever, di cui ormai si conosce il buon carattere, la versatilità, l’adattabilità.<br />
Dunque, il retriever sta assumendo una valenza importante nel contesto sociale e sta diventando un<br />
vero e proprio strumento di ausilio operativo in tanti campi, oltre a quelli già ben individuati, dalla guida<br />
ciechi, l’assistenza ai disabili, la pet therapy, la collaborazione nei servizi di ricerca, controllo,<br />
protezione civile, alla semplice presenza fisica di un essere vivente amico per chi è o si sente solo…<br />
Allora ecco l’impegno che deve assumersi oggi, a trent’anni dalla fondazione, il <strong>Retriever</strong>s Club Italiano,<br />
in quanto rappresentante ufficiale di tutte le razze retriever e associazione di propretari ed allevatori:<br />
lavorare nel rispetto delle aspettative collettive e dell’immagine attuale del retriever, pur senza<br />
dimenticarne le origini. Quali possibili derive morfologico-caratteriali possono essersi sviluppate, tali da<br />
non poter soddisfare appieno le richieste attuali? Ci si accorge a volte del pericolo dell’affermarsi<br />
dell’ipertipo, della ricerca di masse muscolari eccessive, che fatalmente si traducono in atteggiamenti<br />
caratteriali di dominanza, oppure si incontrano sempre più spesso soggetti ipersensibili di carattere<br />
pauroso ed instabile…<br />
E' quindi compito della Società Specializzata riflettere sui cambiamenti e sensibilizzare gli allevatori a<br />
non allontanarsi dalla strada indicata chiaramente dagli standard.<br />
Ogni allevatore ha il dovere di produrre il retriever che ognuno si aspetta e che ha diritto di trovare.<br />
Sta alla sua intelligenza e capacità, senso critico e responsabilità, di prevedere e trovare le vie per<br />
raggiungere la massima realizzazione dell’arte di allevare, perché di Arte si tratta davvero.<br />
Dr. Elena Casolari Videsott – Presidente RCI