l'in house alla prova delle regole comunitarie (QCDE - Provincia ...

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analogo a quello esercitato sui propri servizi; b) l’ “alterità” giuridica ha per principali indici rilevatori la possibilità che la società partecipata amplii l’oggetto sociale ed operi anche al di fuori dell’ambito territoriale locale; c) la totale partecipazione pubblica di una società non serve a legittimare l’affi damento diretto, se successivamente prevede l’apertura al capitale privato; d) nel valutare il requisito del controllo analogo, la totale partecipazione pubblica è condizione necessaria ma non suffi ciente, dovendo sussistere altri requisiti: 1) l’infl uenza determinante dell’amministrazione aggiudicatrice sugli obiettivi prefi ssati in capo all’ente aggiudicatore, nel senso cioè che il consiglio di amministrazione della s.p.a. in house non deve avere rilevanti poteri gestionali e l’ente pubblico deve poter esercitare maggiori poteri rispetto a quelli che il diritto societario riconosce alla maggioranza sociale, non potendo disporre - l’espansione territoriale dell’attività a tutto lo Stato e all’estero, - l’apertura obbligatoria della società al capitale privato; 2) le decisioni più importanti della società in house devono essere sottoposte al vaglio preventivo dell’ente affi dante; f) le concessioni di servizio pubblico, anche se non espressamente disciplinate dal diritto comunitario, sono soggette al rispetto delle regole fondamentali del Trattato Ce (in particolare sentenza Parking Brixen parr. 42-49), quasi da essere assimilate agli appalti pubblici. 4. La posizione delle altre istituzioni comunitarie La complessa questione dell’affi damento in house è stata aff rontata dalle istituzioni comunitarie soprattutto a partire dalla Comunicazione della commissione del 2004 in cui si esprime l’intenzione di defi nire le procedure di cooperazione fra pubblico e privato nell’erogazione di determinati servizi, nell’acquisizione di determinati beni, proprio per evitare che la commistione, la cooperazione tra pubblico e privato, in modo particolare in quei partenariati cosiddetti istituzionalizzati, quindi quei moduli societari come la S.p.A., possa essere un modo per eludere le regole di evidenza pubblica e della concorrenza. - 30 -
Nella propria risoluzione (Relazione A6-0363/2006-fi nal, rel. Barbara Weller - PSE) il Parlamento europeo ha chiesto che le istituzioni comunitarie forniscano la defi nizione più dettagliata di controllo analogo, per evitare di incorrere in questo rischio, cioè di utilizzare tali moduli societari eludendo la normativa comunitaria. A fronte di delle prospettive comunitarie, in evoluzione, il quadro nazionale presenta dei profi li di problematicità per quanto riguarda la compatibilità con l’ordinamento comunitario, in forza anche della specifi cità del nostro ordinamento e del nostro sistema. - 31 -
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