l'in house alla prova delle regole comunitarie (QCDE - Provincia ...
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esercitato sulla società dal comune non ha le caratteristiche volute d<strong>alla</strong><br />
riferita disposizione normativa, in quanto gli amministratori, fi ntanto che<br />
sono in carica, gestiscono autonomamente le attività societarie senza che il<br />
Comune abbia alcun potere di intervento sui singoli atti gestionali. Tutto ciò<br />
esclude la presenza di una relazione di subordinazione gerarchica» 19 .<br />
3. La necessaria natura interna e strumentale del controllo da parte dell’ente<br />
pubblico<br />
Secondo una parte della dottrina i connotati dell’in <strong>house</strong> providing possono<br />
essere tracciati senza indagare sul modulo organizzativo prescelto. Infatti,<br />
se lo scopo dell’auto-produzione è quello di sottrarre al mercato alcune attività<br />
sulla base di una scelta discrezionale, il soggetto incaricato di gestire tali<br />
attività deve ritenersi esso stesso al di fuori del mercato. Tale aff ermazione<br />
conduce a ritenere che il modello organizzativo privatistico risulta essere<br />
neutro rispetto <strong>alla</strong> vicenda, poiché, non di governo dell’ente gestore si tratta,<br />
bensì di limitazione dell’attività dello stesso. La società che gestisce un<br />
servizio in <strong>house</strong>, in quanto soggetto giuridico che per defi nizione deve lavorare<br />
esclusivamente per l’ente titolare del servizio è sottoposta, dal punto<br />
di vista della sua vita imprenditoriale, al potere assoluto dell’ente per il quale<br />
svolge la propria attività20 .<br />
L’eff etto del controllo, in altri termini, non viene realizzato sulla base della<br />
titolarità del pacchetto azionario, che al più costituirebbe una conseguenza,<br />
ma sulla base della circostanza che la società in <strong>house</strong> non può assumere<br />
altre commesse in quanto titolare di un affi damento diretto. Attraverso il<br />
fi ltro del contratto di servizio e del carattere necessariamente analitico e circoscritto<br />
dell’oggetto sociale di tali società, l’ente indubbiamente esercita<br />
un controllo analogo a quello che esercita sui propri servizi nonostante la<br />
formale autonomia di cui godrebbero gli amministratori della società.<br />
La tesi in esame ha indubbiamente un riscontro normativo in quanto disposto<br />
dall’art. 13 del D.l. 4 luglio 2006, n. 223, convertito con legge 4 agosto<br />
2006 n. 248, il quale, al primo comma, stabilisce che «al fi ne di evitare<br />
alterazioni o distorsioni della concorrenza e del mercato e di assicurare la<br />
19 Cfr. Consiglio di Stato, Sez. V, 30/8/2006 n. 5072, in Urb. e appalti, 2006, 1417, con nota di URSO,<br />
Il requisito del controllo analogo negli affi damenti in <strong>house</strong>.<br />
20 Sul punto vedi L.R. PERFETTI, (nt. 4), 420 ss.; GILIBERTI, (nt.4), 42 ss.<br />
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