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La vegetazione della Provincia di Belluno - Gruppo Natura Bellunese

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delle piante stesse in aggiunta ad altre forme come, ad esempio l’autogamia 17 , oppure<br />

la moltiplicazione vegetativa con bulbilli, stoloni e rizomi.<br />

Per esaminare le principali specie proprie <strong>di</strong> questa zona, molte delle quali sono<br />

note per la loro bellezza e singolarità, è necessario procedere con un certo or<strong>di</strong>ne,<br />

raggruppandole per categorie ecologiche, cioè secondo i <strong>di</strong>versi ambienti che, pur entro<br />

la stessa zona fitoclimatica alpina, sono caratterizzati da conformazione, struttura,<br />

umi<strong>di</strong>tà e composizione del substrato sensibilmente <strong>di</strong>versi.<br />

Le più interessanti sono le cosiddette piante rupestri, quelle cioè che vivono<br />

sulle rocce più o meno nude, un ambiente molto <strong>di</strong>ffuso in alta montagna. Qui le con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> vita sono <strong>di</strong>fficili ed ogni forma vegetativa esige adattamenti particolari.<br />

Innanzitutto manca quasi completamente la terra o, meglio, essa si raccoglie<br />

all’interno delle fessure, dove può evitare <strong>di</strong> essiccarsi o <strong>di</strong> essere asportata dal vento;<br />

inoltre, la temperatura subisce variazioni notevoli, particolarmente sulle pareti a picco,<br />

non protette da uno strato <strong>di</strong> neve e <strong>di</strong> conseguenza l’ari<strong>di</strong>tà può continuare per<br />

<strong>di</strong>verse settimane. Sono poche le specie capaci <strong>di</strong> sopportare un simile ambiente, <strong>di</strong><br />

crescere cioè a <strong>di</strong>retto contatto con la nuda roccia e ricavarne delle sostanze nutrienti;<br />

per questo, per la loro particolare sensibilità alla composizione chimica del substrato<br />

roccioso, gli stu<strong>di</strong>osi le hanno <strong>di</strong>vise in due categorie: le specie calcicole o basifile<br />

(cioè amanti dei terreni alcalini o basici) e quelle calcifughe o silicicole od ossifile<br />

(che pre<strong>di</strong>ligono i terreni a reazione acida).<br />

Sulle rocce calcaree o<br />

dolomitiche è possibile osservare<br />

la piccola Androsace<br />

helvetica, che forma un piccolo<br />

cuscinetto verde cosparso<br />

<strong>di</strong> fiorellini bianchi o rosei<br />

con la fauce gialla, la sassifraga<br />

glauca (Saxifraga caesia)<br />

dai fitti cuscinetti <strong>di</strong> rigide<br />

foglioline azzurrognole,<br />

lunghe pochi millimetri dai<br />

quali si ergono esili fusticini<br />

alti pochi centimetri che portano dei gran<strong>di</strong> fiori bianchi, la veronica gialla (Paederota<br />

lutea) piuttosto rara, la veronica azzurra (Paederota bonarota) che si <strong>di</strong>fferenzia<br />

dalle altre congeneri per avere il tubo <strong>della</strong> corolla più lungo che largo, l’arabetta nana<br />

(Arabis pumila), una delicata crucifera, l’Athamanta cretensis, piccola ombrellifera<br />

dal color grigiastro dovuto alla fitta e bassa peluria, la minuscola draba sassifragacea<br />

(Draba aizoides) dalle foglie grasse lineari acute e dalle fitte ombrellette <strong>di</strong> fiori<br />

gialli, la valeriana delle rocce (Valeriana saxatilis) inconfon<strong>di</strong>bile per la ricca fioritura,<br />

il genepì bianco (Artemisia umbelliformis) ricoperto in ogni sua parte <strong>di</strong> una specie<br />

<strong>di</strong> feltro bianco vellutato e il Bupleurum ranunculoides.<br />

17 L’autogamia è la riproduzione causata dall’autofecondazione <strong>della</strong> pianta.<br />

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