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La vegetazione della Provincia di Belluno - Gruppo Natura Bellunese

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Trovarono il loro habitat naturale anche piante dette “artico-alpine” come il Ranunculus<br />

glacialis, la Saxifraga paniculata, la Saxifraga aizoides e la Dryas octopetala,<br />

oppure specie “altaico-alpine”, presenti cioè, sia sulle nostre montagne, sia sui monti<br />

dell’Asia settentrionale come, ad esempio, la stella alpina (Leontopo<strong>di</strong>um alpinum)<br />

che, con alcune specie<br />

“consorelle”, è presente<br />

fin sull’Himalaia e<br />

su altre catene <strong>di</strong> monti<br />

lontani. Un cenno meritano<br />

anche quelle<br />

piante amanti del caldo,<br />

giunte sulle nostre<br />

montagne dalle lontane<br />

steppe dell’Asia come<br />

l’elegante e ricercata<br />

stipa delle fate (Stipa<br />

pennata).<br />

Nessun essere vivente,<br />

a parte l’uomo, può abituarsi<br />

facilmente a vegetare in un ambiente sensibilmente <strong>di</strong>verso da quello nel quale<br />

ha avuto origine e al quale è stato, durante lunghissimi perio<strong>di</strong> evolutivi, adattato<br />

dalla natura. Per questo occorrono lunghissimi perio<strong>di</strong>, nel corso dei quali la selezione<br />

naturale riesce ad acquisire nel corredo genetico <strong>della</strong> specie quelle mutazioni, che<br />

risultano favorevoli alla sopravvivenza alle nuove con<strong>di</strong>zioni ambientali, scartando<br />

invece quelle che risultano dannose. Per questo molte piante alpine presentano una<br />

serie <strong>di</strong> caratteri che sono il frutto <strong>di</strong> questo continuo confronto con le con<strong>di</strong>zioni ambientali,<br />

nel caso nostro soprattutto l’altitu<strong>di</strong>ne e i fenomeni fisico-climatici che ne<br />

derivano.<br />

Queste piante vengono dagli stu<strong>di</strong>osi chiamate ipsofile (ossia delle alte quote).<br />

Possiamo così osservare forme vegetali dall’esuberante apparato fiorale, o del singolo<br />

fiore, come nella già citata<br />

Dryas octopetala e nel Geum reptans, oppure l’infiorescenza in cui sono raccolti<br />

i numerosi piccoli fiori delle sassifraghe, delle ombrellifere e <strong>di</strong> molte composite.<br />

Alla grandezza dell’apparato fiorale corrisponde, quasi sempre, un limitato sviluppo<br />

dell’apparato vegetativo, ossia del fusto e delle foglie.<br />

In alta montagna, generalmente, sono presenti piante piccole, basse, spesso prostrate,<br />

ma con gran<strong>di</strong> fiori o con vistose infiorescenze come, ad esempio l’Aster alpinus, il<br />

Sempervivum arachnoideum, la Primula minima e le varie genziane come la Gentiana<br />

clusii e la Gentiana kochiana. Si possono, però, osservare anche specie botaniche<br />

comuni alle pianure e alle vallate alpine, che presentano però delle evidenti trasformazioni<br />

mano mano che dal piano si sale verso le vette. Un esempio <strong>di</strong> questo mutamento<br />

ci è offerto dal comunissimo tarassaco o soffione (Taraxacum officinale) i cui<br />

peduncoli fiorali, alti anche una ventina <strong>di</strong> centimetri in pianura, si riducono a pochi<br />

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