03.06.2013 Views

La vegetazione della Provincia di Belluno - Gruppo Natura Bellunese

La vegetazione della Provincia di Belluno - Gruppo Natura Bellunese

La vegetazione della Provincia di Belluno - Gruppo Natura Bellunese

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

centimetri in alta montagna. Molti fiori, in un ambiente così severo, hanno anche un<br />

profumo più intenso, e questo perché la pianta, concentrando nel fiore tutta la sua<br />

forza, richiama in questo modo gli insetti impollinatori; per gli stessi motivi, per essere<br />

più appariscenti, utilizzano anche colori più intensi o almeno più vistosi rispetto a<br />

quelli delle basse altitu<strong>di</strong>ni.<br />

Un altro esempio <strong>di</strong> adattamento “ipsofilo” ci è offerto dalle cosiddette piante<br />

“pulvinate”, il cui apparato vegetativo è strutturato in modo da formare dei cuscinetti,<br />

come avviene, ad esempio, nella Silene acaulis, nell’Androsace helvetica e in numerose<br />

sassifraghe come la Saxifraga squarrosa. I cuscinetti <strong>di</strong> queste piante sono, talvolta,<br />

molto densi ed estesi e durante la bella stagione si ricoprono <strong>di</strong> centinaia <strong>di</strong><br />

piccole corolle che si offrono agli insetti pronubi in cerca <strong>di</strong> nettare.<br />

Esaminando l’apparato vegetativo delle piante ipsofile si nota che spesso esso è<br />

grigio, talvolta ad<strong>di</strong>rittura biancastro e lanoso per il mantello <strong>di</strong> peluria fitta che ricopre<br />

sia i fusticini, sia le foglie; e veramente <strong>di</strong> “mantello” possiamo parlare, poiché<br />

questo rivestimento ha il compito <strong>di</strong> proteggere le parti <strong>della</strong> pianta dal freddo intenso<br />

delle gelate notturne, <strong>di</strong> rallentare la traspirazione quando il calore del giorno è molto<br />

forte e <strong>di</strong> proteggere dalla luce solare che, alle alte quote, è ricca <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azioni ultraviolette.<br />

L’insieme degli organi vegetativi delle piante d’alta quota ci riserva anche<br />

un’altra sorpresa. Alla notevole riduzione <strong>della</strong> parte epigea (fusti e foglie fuori terra)<br />

non corrisponde un’analoga riduzione <strong>della</strong> parte sotterranea o, meglio, dell’apparato<br />

ra<strong>di</strong>cale. Le pur minuscole piante che vivono sulle rupi e sulle morene, inseriscono<br />

fra le fen<strong>di</strong>ture delle rocce o nel terriccio sassoso delle ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> sorprendente lunghezza,<br />

e questo non solo per attingere una maggior quantità acqua e sali nutritivi, ma<br />

anche per “ancorarsi” meglio al terreno, talvolta estremamente instabile, e resistere<br />

così sia all’impeto del vento, sia all’azione delle acque <strong>di</strong> scorrimento superficiale.<br />

Un particolare tipo <strong>di</strong> adattamento che si può osservare in alcune piante ipsofile<br />

riguarda le cosiddette specie xerofile, ossia quelle specie che vivono in ambienti asciutti<br />

come le rocce ed i detriti in genere. Si tratta <strong>di</strong> piante che amano <strong>di</strong>sporsi in<br />

densi cuscinetti come l’Androsace helvetica e la Silene acaulis delle quali si è già<br />

parlato in precedenza, oppure che presentano un apparato ra<strong>di</strong>cale molto denso, intricato<br />

e ricco <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>celle. In entrambi i casi il risultato è una massa spugnosa capace <strong>di</strong><br />

trattenere a lungo la poca acqua piovana. Un altro adattamento alla xerofilia è quello<br />

che ci è offerto dalle piante succulente, le cosiddette “piante grasse” le quali, come i<br />

Sedum e i Sempervivum, presentano foglie carnose, ricche <strong>di</strong> acqua che può essere utilizzata<br />

dalla pianta stessa in caso <strong>di</strong> necessità.<br />

Da quanto abbiamo detto, è facile capire come, per la <strong>vegetazione</strong> in genere,<br />

ma per quella alpina in particolare, l’altitu<strong>di</strong>ne sia un fattore <strong>di</strong> importanza determinante,<br />

capace <strong>di</strong> imporre alla quasi totalità delle specie vegetali dei rigi<strong>di</strong> limiti <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione,<br />

sia verso l’alto, sia verso il basso. Si vengono così a costituire quelle che i<br />

botanici chiamano fasce vegetative; esse cingono da ogni lato il monte, il massiccio o<br />

la catena alpina e presentano una loro tipica <strong>vegetazione</strong> la quale, naturalmente, può<br />

essere costituita <strong>di</strong> volta in volta da brughiere, da praterie, da pascoli, da <strong>di</strong>rupi, da<br />

6

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!