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ELEMENTI DI MATEMATICA Volume primo - Ivan Cervesato

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14 capitolo 1<br />

Si consideri ora la funzione biunivoca di figura 6.5.<br />

Fig. 6.5 Funzione biunivoca e funzione inversa.<br />

Si dà quindi la seguente<br />

In questo caso ad ogni elemento di A corrisponde<br />

unoeunsoloelementodiB, come richiesto dalla<br />

definizione 6.1, ma anche ad ogni elemento di B<br />

corrisponde uno e un solo elemento di A (e questo<br />

non è richiesto dalla definizione di funzione: ciò<br />

accade solo per le funzioni biunivoche).<br />

In altre parole, questa volta “invertendo” il verso<br />

delle frecce si ottiene effettivamente una funzione<br />

definita in B a valori in A, in figura indicata con<br />

le frecce tratteggiate.<br />

DEFINIZIONE 6.5 Sia f : A → B, conf biunivoca. Si definisce funzione inversa, indicata con la<br />

scrittura f −1 , la funzione f −1 : B → A che ad ogni y ∈ B associalasuacontroimmaginex ∈ A.<br />

L’importanza delle funzioni biunivoche consiste nel fatto di ammettere funzione inversa (o, come<br />

anche si dice, di essere invertibili).<br />

Si osservi che se f è biunivoca, allora evidentemente anche f −1 ètale,e(f−1 ) −1 = f.<br />

DEFINIZIONE 6.6 Dati due insiemi A, B non vuoti, diremo che gli insiemi A e B si trovano in<br />

corrispondenza biunivoca se esiste una funzione f : A → B biunivoca.<br />

Dati una funzione f : A → B e X ⊂ A un sottoinsieme non vuoto di A, è possibile considerare<br />

la funzione ϕ : X → B ottenuta “restringendo” f ad X, cioèassumendo come nuovo dominio di<br />

f l’insieme X: la funzione ϕ è detta restrizione di f ad X ed è denotata con la scrittura f|X.<br />

Viceversa, f è detta estensione di ϕ ad A.<br />

Come si osservava poco sopra, i caratteri di suriettività, iniettività e biunivocità possono essere<br />

alterati restringendo o estendendo opportunamente una funzione.<br />

6.3 Funzione composta<br />

Vale la seguente<br />

DEFINIZIONE 6.7 Siano A, B, C tre insiemi non vuoti, e siano f e g due funzioni tali che f : A → B<br />

e g : B → C. Chiamiamo allora funzione composta da g ed f (nell’ordine) la funzione h : A → C<br />

tale che h(x) =g(f(x)).<br />

Il significato della definizione ora data è piuttosto immediato da comprendere: la funzione f associa<br />

al generico elemento x ∈ A il generico elemento y = f(x) ∈ B; la funzione g, definita in B, associa<br />

al generico elemento y ∈ B il generico elemento z = g(y) ∈ C.

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