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STUDI E RICERCHE UMANISTICHE ITALO-UNGHERESI I. - DEA

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Prefazione<br />

I saggi di questo volumetto sono scelti da ricerche eseguite nel corso di<br />

quarant'anni. I primi tre saggi forse sono anche conosciuti in Italia, ma solo<br />

per i risultati definitivi, altri tre invece sono del tutto ignoti al pubblico italiano.<br />

Anzi, i primi tre scritti, apparsi circa trent'anni fa in riviste ungheresi oggi si<br />

ritrovano anche in Ungheria solo nelle biblioteche. Gli altri due più recenti<br />

non sono stati finora pubblicati nemmeno in ungherese, e Tultimo è apparso<br />

in prefazione ad un libro ungherese pubblicato nel 1959edècompletamente<br />

esaurito. Solo il saggio penultimo, quello su Pietro Ransano fu pubblicato in<br />

Italia nella rivista dell'Accademia d'Ungheria in Roma, ancora nel 1947.<br />

Abbiamo l'intenzione di continuare questa prima série di saggi in un avvenire<br />

non lontano e pubblicare anche una seconda collana di studi.<br />

Nel nostro volumetto prévale l'analisi basata su nuovi documenti e<br />

dati, ma non mancano nemmeno sforzi di nuove valutazioni su materiale<br />

già pubblicato, e su fatti già noti. Naturalmente moite volte volevamo gettare<br />

luce nuova su fenomeni conosciuti in base a nuovi dati. In piccole postille<br />

che seguono a ciascun saggio, indichiamo l'anno e il luogo di pubblicazione<br />

del testo e chiariamo, se il tema era stato sviluppato in diverse redazioni e<br />

come, e quando erano venute in luce le successive fasi. La redazione italiana<br />

présenta testi abbreviati nel caso del primo, del penultimo e delPultimo saggio,<br />

in un altro — in quello sulla novella del Paradiso degli Albert i— il testo e identico<br />

alPoriginale ungherese, come anche in quell'altro sul Rerum Memorandarum<br />

Liber di Giovanni Conversino da Ravenna, salvo che abbiamo aggiunto<br />

alcune pagine alla valutazione del messaggio di Francesco Petrarca al re<br />

d"Ungheria. Il saggio più lungo del volume è senza dubbio quello su Antonio<br />

Bonfini, e questo perché la sua opéra storica esercitô un grande influsso sulla<br />

storiografia umanistica e sulPopinione pubblica ungherese dei sec. XVI—XVIII.<br />

I nostri studi non formano una ,,storia" ininterrotta di contatti culturali<br />

di un periodo di tre generazioni, cioè dall'ultimo quarto del Trecento fino al<br />

1502, anno di morte di Antonio Bonfini. Eppure forniscono forse certi punti<br />

di base per la valutazione délie relazioni culturali italo-ungheresi cosi del<br />

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