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STUDI E RICERCHE UMANISTICHE ITALO-UNGHERESI I. - DEA

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gheresi tra cui con Bâlint Alsâni. Nella cancelleria délia repubblica di Ragusa<br />

egli fu testimone délia tragedia degli Angiô ungheresi. Passando poi a Venezia<br />

strinse amicizia con Lorenzo de Monacis che forse l'anno prima aveva cantato<br />

il castigo di Carlo il Piccolo. 14 Nella parte délia „De ingratis rubrica" dedicata<br />

aU'ingratitudine di Carlo il Piccolo si scorgono i legami con il poema epico di<br />

Lorenzo de Monacis. 15 Quanto alla leggenda délia fanciulla ungherese, egli<br />

Favrà sentita raccontare pure a Padova il cui signore di allora, Francesco II<br />

da Carrara, era in buoni rapporti con la corte ungherese.<br />

La storia di Saraceno Cugania non puô per ora essere collegata con alcuna<br />

data. È più facile invece stabilire l'identità del personaggio. Secondo l'aneddoto<br />

si tratta di un uomo venuto su da umili condizioni, che amministrava certe<br />

entrate régie. Sappiamo d'altra parte che il curatore délie camere di Pécs e di<br />

Szerém era in quel tempo Saraceno da Padova. Qualche punto d'appoggio si<br />

puô trovare anche per quanto riguarda il nome di famiglia Cugania. In una<br />

cronaca friulana dell'inizio del XIV sec. si trova menzionato un paese nominato<br />

„Cucanea" e un nobile chiamato Odolrico de Cucanea ivi résidente. 16 Saraceno<br />

dev'essere stato probabilmente discendente di questa famiglia trasferitasi a Padova,<br />

e che preferiva scegliersi corne cognome, invece dell'insignificante Cucanea,<br />

quello di Padova. 11 suo nome si riscontra in diversi tempi nei diplomi<br />

dell'epoca, e ciô dimostra che godeva continuamente i favori del re. Nel 1352<br />

ottiene terreni da Luigi d"Angiô, quale farmacista del re e curatore délie camere<br />

reali. Nel 1371 il sovrano lo arrichisce con le isole di Cherso e di Ossero in<br />

Dalmazia. Nel 1379, poi, i consiglieri reali ricevono gli ambasciatori veneti<br />

nella sua casa. 17<br />

È pure incerta la data del colloquio del Petrarca col vescovo di Pécs.<br />

È molto probabile invece che Giovanni da Ravenna abbia assunto la sua informazione<br />

durante il Natale 1373, visitando ad Arqua il vecchio poeta.<br />

È évidente che in questa occasione essi poterano conversare suËa vita<br />

difficile degli studiosi, sulla noncuranza con cui i signori del mondo li trattano<br />

mentre spendono le ricchezze piuttosto per piaceri inutili, e si circondano anche<br />

con uomini inutili. Per interpretare l'aneddoto occorre ricordare ancora una<br />

volta che Giovanni da Ravenna, mortogli il padre, andava continuamente ramingo<br />

e viveva in grande miseria. Avrebbe cambiato ben volentieri Finsegnamento<br />

ambulante con un incarico stabile, degno di lui. Solo fin dal 1378 gli<br />

14 Cfr. T. Kardos: A magyar humanizmus kezdetei (Gli inizi dell'umanesimo ungherese. II.<br />

Pannônia 1936, p. 62-—67.<br />

15 Lorenzo de Monacis giudica l'ingratitudïne di Carlo il Piccolo quasi con le stesse identiche<br />

parole. Cfr. Laurentiide Monacis Carmen seu historia de Carolo II cognomento Parvo rege Hungariae<br />

Veneti is, 1758, versi 300—313, p. 332.<br />

16 Fragmenta Chronici Forojuliensi auctore Juliano canonico Cividatensi. A. Muratorii Rerum<br />

Italicarum Scriptores, Tom. XXIV, col. 1220.<br />

17 Cfr. Gli inizi dell'umanesimo ungherese, ibid. p. 72, nota n. 213.<br />

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