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20<br />
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI<br />
smo approda in Africa, «Liberazione», 11<br />
febbraio 2007.<br />
Domenico Gallo, Accordi segreti: <strong>il</strong>legali<br />
ed incostituzionali, «Liberazione», 20<br />
febbraio 2007.<br />
Seymour Melman, Guerra S.p.A., Città<br />
Aperta Edizioni, Enna 2007.<br />
Enzo Modugno, Società per azioni belliche<br />
di lunga durata, «<strong>il</strong> manifesto», 21<br />
novembre 2006.<br />
Sabina Morandi, Armi terrorismo, ma soprattutto<br />
petrolio, «Liberazione», 16 gennaio<br />
2007.<br />
Pietro Orsatti, AAA premiata ditta Usa<br />
cerca mercenari esperti per guerra permanente,<br />
«Liberazione <strong>della</strong> Domenica»,<br />
14 gennaio 2007.<br />
Karl von Wogau, Relazione sull’attuazione<br />
<strong>della</strong> strategia europea in materia di sicurezza<br />
nell’ambito <strong>della</strong> PESD, 20 novembre<br />
2006, in www.europarl.eu.int.<br />
statuali. Una costante classica dello «stato di guerra» è infatti <strong>il</strong> prodursi,<br />
sul piano interno, di involuzioni autoritarie, di processi di restrizione<br />
delle libertà collettive e individuali. Si ingenera cioè un rapporto di continuità<br />
tra i fronti di guerra e gli Stati belligeranti, con la conseguente penetrazione<br />
dell’elemento bellico all’interno delle relazioni sociali: la<br />
guerra rimbalza dentro i confini degli Stati che la esportano. Oggi è esattamente<br />
questo a essere all’ordine del giorno.<br />
Le istituzioni democratiche risultano polverizzate dalla m<strong>il</strong>itarizzazione<br />
<strong>della</strong> sfera politica. Il tracimare nel tessuto sociale di questa m<strong>il</strong>itarizzazione<br />
incoraggia e rafforza la deriva autoritaria del potere politico che,<br />
sull’onda del sentimento crescente di paura e insicurezza, estende <strong>il</strong> proprio<br />
consenso e moltiplica la repressione. Una repressione che, sul fronte<br />
esterno, stimola e induce a sua volta a ulteriori opzioni guerresche. Le<br />
legislazioni speciali, l’accentramento dei poteri e, per questa via, la regressione<br />
oligarchica e autocratica delle strutture pubbliche del potere<br />
(negli Usa <strong>il</strong> presidente Bush dispone, da solo, di una quantità di prerogative<br />
senza eguali nella storia del paese) sono la risposta patologica,<br />
quando non la soluzione esiziale, alla crisi dei capitalismi moderni.<br />
Anche su questo versante gli Stati Uniti d’America si confermano <strong>il</strong> caso<br />
più rappresentativo. Il Patriot Act del 26 ottobre 2001, <strong>il</strong> M<strong>il</strong>itary Order del<br />
13 novembre 2001, <strong>il</strong> Domestic Security Enhancement del 2003 sono lo strumento<br />
di una istituzionalizzazione eversiva dello stato d’eccezione e dunque<br />
<strong>della</strong> devastazione degli ordinamenti giuridici. A farne le spese sono,<br />
ovviamente, i settori più deboli di una società sempre più polarizzata (una<br />
ricerca dell’Economic Policy Institute r<strong>il</strong>eva che nel 2005 la paga media di<br />
un amministratore delegato è stata 262 volte più alta di quella di un lavoratore<br />
medio) e impoverita (33 m<strong>il</strong>ioni di indigenti nel 2005, con una crescita<br />
annua delle stime stab<strong>il</strong>e da cinque anni intorno al valore del 3%),<br />
cui sono sottratti i diritti più elementari. Dentro queste sacche di miseria,<br />
tra gli immigrati, la popolazione nera e ispanica, così come tra gli oppositori<br />
e i «dissidenti» (coloro i quali sono sospettati di attività terroristiche),<br />
<strong>il</strong> governo statunitense arruola i destinatari di pratiche extralegali come la<br />
detenzione preventiva, addirittura la tortura, o le extraordinary renditions.<br />
Tutto ciò senza che l’opinione pubblica riesca a fermarlo.<br />
Questi sono soltanto i dettagli di uno scenario del tutto devastante e<br />
che, anche per questo, dobbiamo conoscere. Se la privatizzazione <strong>della</strong><br />
guerra, la m<strong>il</strong>itarizzazione <strong>della</strong> società e <strong>il</strong> conseguente deperimento<br />
delle libertà costituzionali sono tasselli decisivi nel percorso che conduce<br />
all’agonia <strong>della</strong> democrazia, è compito <strong>della</strong> politica avocare di nuovo a<br />
sé, definitivamente, la gestione dello spazio pubblico. È l’unico mezzo<br />
per fermare l’agonia e invertire la rotta.