scarica il pdf della rivista - Essere Comunisti
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Ora è evidente a tutti che <strong>il</strong> vero ma<br />
invisib<strong>il</strong>e governo è passato ai «tecnici»<br />
(in primis a quelli dell’economia), e che <strong>il</strong><br />
suffragio uguale adoperato per eleggere i<br />
sempre più pleonastici parlamenti è un<br />
comodo strumento per eleggere organismi<br />
che non possono in alcun modo controllare<br />
<strong>il</strong> vero governo e, prima ancora, capirne<br />
l’azione<br />
LUCIANO CANFORA<br />
MILL, NOSTRO CONTEMPORANEO<br />
Assumo, come punto di riferimento per entrare in tema,<br />
o meglio come interlocutore, <strong>il</strong> libro di un mio caro<br />
amico, Domenico Losurdo, libro che appartiene a una<br />
fase ormai remota <strong>della</strong> nostra storia intellettuale e politica:<br />
Democrazia o bonapartismo. Trionfo e decadenza del<br />
suffragio universale, del 1993. Senza fare processi alle intenzioni<br />
– che peraltro sono anche essi uno strumento<br />
ermeneutico – direi che <strong>il</strong> libro è stato scritto di getto<br />
sotto l’urgere di una impressione fortissima: la fine dell’Unione<br />
Sovietica (dicembre ’91). Cioè di uno dei soggetti<br />
portanti <strong>della</strong> storia del Novecento. Era dunque una<br />
impetuosa risposta ai «vincitori» di allora.<br />
Dalla nascita dell’Urss in avanti e, dopo la parentesi dell’alleanza<br />
1941-1945, in modo spiccato durante tutta la<br />
guerra fredda (1947-1989/91) la polarità brandita da parte<br />
delle grandi e non grandi potenze occidentali, nella quotidiana<br />
contrapposizione, era stata «democrazia» vs. «comunismo».<br />
Ora che <strong>il</strong> comunismo come forma politicostatale<br />
aveva perso la partita (e gli stessi vincitori erano<br />
sbalorditi <strong>della</strong> velocità <strong>della</strong> crisi finale) la verità da mettere<br />
in luce era <strong>il</strong> carattere non democratico delle autodefinite<br />
«democrazie». Di qui lo scavo tenace e davvero <strong>il</strong>luminante<br />
racchiuso nel volume di Losurdo. Esso si muoveva<br />
non solo sul piano <strong>della</strong> pratica concreta (storia del<br />
suffragio universale e delle sue disavventure) ma anche su<br />
quello delle teorie dei grandi esponenti del liberal-pensiero<br />
(M<strong>il</strong>l tra gli altri, e forse più degli altri; secondo forse<br />
solo a Tocquev<strong>il</strong>le nell’analisi che Losurdo gli dedica).<br />
Ogni incrinatura in direzione anti-eguaglianza (e ce ne<br />
sono moltissime) emergente nel pensiero di questi maîtres<br />
à penser del mondo risultato alla fine vincente, e, non<br />
Né ci si deve nascondere che, nei<br />
nostri sistemi, proprio l’<strong>il</strong>lusoria<br />
onnipotenza dei corpi elettorali<br />
indiscriminatamente egualitari e non<br />
reclutati sulla base di un purchessia<br />
principio o criterio concede ai veri gruppi<br />
dirigenti la serenità e la totale<br />
lontananza dal controllo politicoparlamentare