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MARCO ALBELTARO*<br />

* COMITATO REGIONALE DEL PIEMONTE – PRC-SE<br />

<strong>il</strong> comunismo<br />

dalla a alla zeta<br />

RECENSIONI<br />

Il Dizionario del comunismo nel XX secolo (2 voll., Einaudi, Torino 2006-<br />

2007; vol. I (A-L), pp. 536, euro 68; vol. II (M-Z), pp. 534, euro 75)<br />

curato da S<strong>il</strong>vio Pons, direttore dell’Istituto Gramsci di Roma e docente<br />

a Tor Vergata, e da Robert Service, professore di Oxford, è indubbiamente<br />

un’opera di grande impegno. Si tratta di un affresco complessivo,<br />

composto grazie al contributo di decine di studiosi di fama internazionale,<br />

che fa <strong>il</strong> punto delle acquisizioni storiografiche su ciascuna delle circa<br />

quattrocento voci raccolte.<br />

Le voci sono redatte da studiosi che da anni si occupano dei temi sintetizzati<br />

nei lemmi e, per quanto concerne la percezione generale del fenomeno<br />

comunista, si giunge a una posizione che non concede troppo né all’interpretazione<br />

di Furet del comunismo come «un’<strong>il</strong>lusione» e tanto meno<br />

a quella degli autori (e del curatore in particolare) del Libro nero del comunismo,<br />

in cui quell’esperienza viene indicata come una sorta di incidente<br />

di percorso <strong>della</strong> storia retto esclusivamente da un bieco e feroce sistema<br />

persecutorio. Un elemento però comune del Dizionario con una certa tradizione<br />

di studi ideologicamente motivata è certo quello che salta all’occhio<br />

fin dal titolo. Declinare <strong>il</strong> comunismo al singolare implica infatti<br />

l’adesione – più o meno dichiarata – alla volontà di iscrivere tutta una storia<br />

assai complessa e articolata all’interno di un confine comune e omogeneo.<br />

Se infatti è innegab<strong>il</strong>e che le ragioni fondanti delle ideologie alla<br />

base dei partiti comunisti di tutto <strong>il</strong> mondo possano essere ricondotte<br />

all’ambito dottrinale che muove dal pensiero marx-engelsiano e poi dal<br />

leninismo attualizzato di volta in volta da pensatori e politici di disuniforme<br />

estrazione e levatura teorica, è altrettanto innegab<strong>il</strong>e che tale bagaglio<br />

ideologico fu poi declinato nella pratica dell’azione politica con differenti<br />

accenti e altrettanto diversi risultati. Nell’introduzione Pons e Service<br />

notano come essendosi i comunisti riconosciuti individualmente come gli<br />

attori di un’unica storia e gli edificatori di un unico processo mondiale,<br />

l’unitarietà del fenomeno comunista possa quindi essere assunta anche<br />

«come un criterio di orientamento storiografico» (p. XVI). Noi riteniamo<br />

al contrario che porre troppo l’accento sul comunismo come fenomeno<br />

unitario conduca dritti verso <strong>il</strong> rischio di ridimensionarne molti degli<br />

aspetti creativi.<br />

Pur convenendo con i curatori sull’esistenza di una linea di demarcazione<br />

piuttosto netta tra gli esiti politici prodotti dai partiti «sconfitti» – e che<br />

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