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1. L'Italia e la Seconda Guerra Mondiale - Sito Istituzionale del ...

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all’insurrezione generale. Dalle montagne, i partigiani<br />

confluirono verso i centri urbani <strong>del</strong> Nord Italia, occupando<br />

fabbriche, prefetture e caserme. Nelle fabbriche occupate<br />

venne dato l’ordine di proteggere i macchinari dal<strong>la</strong> distruzione.<br />

Le sedi dei quotidiani furono usate per stampare i giornali<br />

c<strong>la</strong>ndestini dei partiti che componevano il CLN [64].<br />

Mentre avveniva ciò, le formazioni fasciste si sbandavano e<br />

le truppe tedesche allo sfacelo battevano in ritirata.<br />

Si consumava il disfacimento <strong>del</strong>le truppe nazifasciste, che<br />

davano segni di cedimento già dall’inizio <strong>del</strong> 1945 e i cui<br />

vertici si preparavano al<strong>la</strong> resa agli Alleati.<br />

La mattina <strong>del</strong> 14 aprile, in un’Imo<strong>la</strong> che sembrava deserta,<br />

entrò per primo l’87° Reggimento Fanteria <strong>del</strong> Gruppo di<br />

Combattimento “Friuli” che, però, fu subito comandato di<br />

dirigersi verso Bologna. Poco dopo giunse <strong>la</strong> divisione Carpatica<br />

po<strong>la</strong>cca, comandata dal generale W<strong>la</strong>dys<strong>la</strong>w Anders insieme<br />

ai soldati <strong>del</strong> Gruppo di Combattimento “Legnano”, accolti in<br />

festa dagli imolesi che, nel frattempo, erano usciti dai loro<br />

rifugi. Ancora <strong>la</strong> mattina <strong>del</strong> 21 aprile, fu il “Friuli” ad<br />

entrare per primo a Bologna, passando per <strong>la</strong> Porta Maggiore,<br />

nel tripudio dei bolognesi. In giornata giunsero anche i<br />

po<strong>la</strong>cchi, il “Legnano” e altri gruppi. Gli americani liberarono<br />

Modena il 22 aprile, Reggio Emilia il 24 e Parma il 25.<br />

Nel<strong>la</strong> stessa data, a Genova, inizia l’insurrezione, che porterà<br />

il generale tedesco Gunther Meinhold ad arrendersi<br />

formalmente al CLN ligure il 25 aprile.<br />

Mi<strong>la</strong>no e Torino furono liberate il 25 aprile [65].<br />

Le truppe alleate arrivarono nelle principali città liberate nei<br />

giorni seguenti. La liberazione di molte città, inclusi centri<br />

industriali di importanza strategica, prima <strong>del</strong>l’arrivo degli<br />

alleati rese l’avanzata di questi più rapida e meno onerosa in<br />

termini di vite e rifornimenti. In molti casi avvennero<br />

drammatici combattimenti strada per strada; i resti <strong>del</strong>l’esercito<br />

tedesco e gli ultimi irriducibili fascisti <strong>del</strong><strong>la</strong> Repubblica<br />

Sociale Italiana sparavano asserragliati in vari edifici o<br />

appostati su tetti e campanili su partigiani e civili. Tra essi<br />

e le forze partigiane avvennero talvolta vere e proprie battaglie,<br />

come a Firenze nel settembre 1944, ma solitamente <strong>la</strong> loro<br />

resistenza si ridusse a una disorganizzata guerriglia, per<br />

esempio a Parma e a Piacenza [66].<br />

Il 27 aprile 1945 Benito Mussolini, indossando <strong>la</strong> divisa di<br />

un soldato tedesco, fu catturato a Dongo, in prossimità <strong>del</strong><br />

confine con <strong>la</strong> Svizzera, mentre tentava di espatriare assieme<br />

all’amante C<strong>la</strong>retta Petacci. Riconosciuto dai partigiani, fu<br />

fatto prigioniero e giustiziato il giorno successivo 28 aprile<br />

a Giulino di Mezzegra, sul <strong>la</strong>go di Como; il suo cadavere<br />

venne esposto impiccato a testa in giù, accanto a quelli <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

stessa Petacci e di altri gerarchi, in piazzale Loreto a Mi<strong>la</strong>no,<br />

ove fu <strong>la</strong>sciato al<strong>la</strong> disponibilità <strong>del</strong><strong>la</strong> fol<strong>la</strong>, che infierì sul<br />

cadavere. In quello stesso luogo otto mesi prima i nazifascisti<br />

avevano esposto e dileggiato, quale monito al<strong>la</strong> Resistenza<br />

italiana, i corpi di quindici partigiani uccisi.<br />

Il 29 aprile <strong>la</strong> resistenza italiana ebbe formalmente termine,<br />

con <strong>la</strong> resa incondizionata <strong>del</strong>l’esercito tedesco, e i partigiani<br />

assunsero pieni poteri civili e militari [67].<br />

Il 2 maggio il generale britannico Alexander ordinò <strong>la</strong><br />

smobilitazione <strong>del</strong>le forze partigiane, con <strong>la</strong> consegna <strong>del</strong>le<br />

armi. L’ordine venne in generale eseguito e le armi in gran<br />

parte consegnate, in tempi diversi nei vari luoghi in dipendenza<br />

<strong>del</strong>l’avanzata <strong>del</strong>l’esercito alleato, <strong>del</strong><strong>la</strong> liberazione progressiva<br />

<strong>del</strong> territorio nazionale, e <strong>del</strong> conseguente passaggio di<br />

64. Partigiani apuani in marcia<br />

65. Partigiani il 25 aprile 1945<br />

66. Partigiani e truppe brasiliane il giorno <strong>del</strong><strong>la</strong> Liberazione<br />

67. Partigiani e soldati americani a Carrara

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