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1. L'Italia e la Seconda Guerra Mondiale - Sito Istituzionale del ...

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<strong>del</strong><strong>la</strong> garanzia di Mussolini agli italiani che <strong>la</strong> loro nazione<br />

avrebbe avuto un posto sul<strong>la</strong> scena mondiale, e quanto fu<br />

anche il motivo <strong>del</strong> suo intervento nel<strong>la</strong> seconda guerra<br />

mondiale.<br />

Le circostanze, però, stabilirono che l’Italia non sarebbe mai<br />

stata un socio al<strong>la</strong> pari nell’alleanza con <strong>la</strong> Germania nazista,<br />

nonostante tutti gli sforzi di Mussolini per riuscirci. Non era<br />

soltanto il fatto che l’economia italiana era in grado di<br />

reggere soltanto un decimo <strong>del</strong>le spese militari affrontate<br />

dal<strong>la</strong> Germania, ma ci fu anche il fatto che <strong>la</strong> potenza<br />

militare italiana era declinata notevolmente nel periodo fra<br />

le due guerre.<br />

Un importante ostacolo a un efficace impegno <strong>del</strong>l’Italia a<br />

fianco <strong>del</strong><strong>la</strong> Germania era il fatto che gli italiani nutrivano<br />

ben poca o nessuna ostilità nei confronti dei nemici che<br />

Hitler aveva scelto per loro. Una certa francofobia poteva<br />

essere presente nel<strong>la</strong> mentalità italiana, ma i ceti più alti<br />

erano nettamente anglofili, mentre i contadini e gli artigiani<br />

erano in genere ben disposti verso gli americani.<br />

Di conseguenza, l’esercito italiano si battè valorosamente<br />

ma senza grande entusiasmo contro gli inglesi in Libia nel<br />

1940-1941 e le sue potenzialità non migliorarono certo<br />

dopo <strong>la</strong> brutta figura fatta contro i greci nell’autunno <strong>del</strong><br />

1940. La perdita poi di alcune <strong>del</strong>le migliori divisioni in<br />

Africa [4] e nel<strong>la</strong> catastrofe <strong>del</strong>l’ARMIR sul fronte russo <strong>del</strong><br />

Don, un corol<strong>la</strong>rio <strong>del</strong><strong>la</strong> grande battaglia di Stalingrado,<br />

l’avevano ridotto all’ombra di quello che era [5].<br />

Queste due crisi quasi contemporanee indussero i comandi<br />

italiani a riflettere in merito all’opportunità di appoggiare<br />

Mussolini e il regime fascista. I generali italiani provenivano<br />

per <strong>la</strong> maggior parte dalle regioni settentrionali, in<br />

partico<strong>la</strong>re dal Piemonte, da cui veniva anche <strong>la</strong> casa<br />

regnante dei Savoia al<strong>la</strong> quale avevano prestato giuramento.<br />

Essi avevano accettato il fascismo finchè questo si era<br />

dimostrato favorevole al<strong>la</strong> monarchia e agli interessi <strong>del</strong>le<br />

forze armate. Una volta divenuto evidente che non lo era<br />

più iniziarono a riconsiderare <strong>la</strong> situazione. Nell’estate <strong>del</strong><br />

1943, e in partico<strong>la</strong>re quando le città italiane cominciarono<br />

a risentire degli effetti dei bombardamenti alleati, qualcuno<br />

pensò al<strong>la</strong> possibilità di togliere di mezzo Mussolini.<br />

4. Truppe italiane prigioniere dopo <strong>la</strong> sconfitta nel<strong>la</strong> battaglia di El A<strong>la</strong>mein<br />

5. Alpini italiani in ritirata sul fronte russo<br />

2. Gli alleati e lo sbarco in Sicilia<br />

Una volta terminata vittoriosamente <strong>la</strong> Campagna <strong>del</strong> Nord<br />

Africa, inglesi e americani si confrontarono con non poche<br />

difficoltà su come dare l’assalto al<strong>la</strong> “Fortezza Europa”. Le<br />

divergenze tra essi consistevano principalmente sul<strong>la</strong><br />

migliore strategia per sconfiggere l’Asse.<br />

I britannici, e in partico<strong>la</strong>re il primo ministro Winston<br />

Churchill, proponevano una strategia che sfruttasse <strong>la</strong> loro<br />

potenza navale basandosi sul principio che, contro un<br />

nemico continentale dotato di un grande esercito, <strong>la</strong><br />

migliore tattica da attuare fosse quel<strong>la</strong> di attaccare<br />

gradualmente con operazioni locali i territori periferici <strong>del</strong><br />

nemico nel Mediterraneo indebolendolo gradualmente.<br />

Gli Stati Uniti, invece, dotati di un esercito numeroso e<br />

provvisto di moltissimi mezzi, caldeggiavano una strategia<br />

più diretta che mirasse allo scontro contro <strong>la</strong> forza<br />

principale <strong>del</strong>l’esercito tedesco nell’Europa settentrionale, in<br />

partico<strong>la</strong>re in Francia.

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