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ALOISII BIRAGHI - Suore Marcelline

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44<br />

II – Voti dei Consultori Teologi<br />

culturale ed umana delle giovani ragazze. Il S. di D. scrisse la Regola del<br />

nuovo Istituto, presentandolo come parte della famiglia delle Orsoline;<br />

nel 1848 la Regola fu approvata da mons. Romilli e fu consegnata alle<br />

<strong>Marcelline</strong> nel 1852; l’Istituto si diffuse rapidamente in Italia settentrionale<br />

e in Savoia. Nel 1855 il S. di D. fu aggregato al Collegio dei Dottori<br />

della Biblioteca Ambrosiana, intensificando i suoi studi teologici, liturgici<br />

e archeologici; lasciato il Seminario, chiese ospitalità ai PP. Barnabiti di<br />

S. Alessandro. Dopo l’annessione della Lombardia al Regno di Sardegna,<br />

e quindi all’Italia, il nuovo Arcivescovo Paolo Angelo Ballerini non ottenne<br />

l’exequatur governativo e la Diocesi fu affidata al Vicario Generale<br />

mons. Carlo Caccia Dominioni, che però non riscuoteva le simpatie del<br />

clero milanese di indirizzo liberale. Il S. di D. cercò di mediare tra le opposte<br />

fazioni, tra il clero liberale e il clero intransigente, grazie<br />

all’indiscusso prestigio di cui godeva presso ambedue gli schieramenti. Il<br />

29 giugno 1862 il Papa Pio IX, con lettera autografa, incaricò il S. di D. di<br />

far da paciere, ma l’operazione non riuscì, perché gli animi erano troppo<br />

esacerbati. Mentre infuriava questa polemica, il S. di D. pubblicò le sue<br />

opere migliori e nel 1864, avendo seguito gli scavi per il restauro della<br />

Basilica di S. Ambrogio, ebbe la gioia di scoprire i sepolcri santambrosiani.<br />

Nel 1865 il S. di D. difese pubblicamente il Sillabo di Pio IX e pertanto<br />

fu accusato dai liberali cattolici di essersi “venduto” alla causa degli intransigenti.<br />

Nel 1867 fu nominato Arcivescovo di Milano mons. Luigi<br />

Nazari di Calabiana, con il quale il S. di D. ebbe divergenza di opinioni<br />

circa il dogma dell’Infallibilità pontificia e il potere temporale del Papa (il<br />

S. di D. era infallibilista e in una posizione intermedia tra<br />

l’antitemporalismo del Calabiana e il temporalismo degli intransigenti);<br />

nonostante queste divergenze la comunione tra i due fu perfetta. Se i liberali<br />

diffidavano ormai del S. di D., non minori problemi gli diedero i preti<br />

intransigenti, che nel 1878 sferrarono un violento attacco in occasione<br />

della morte di Vittorio Emanuele II dalle colonne del giornate<br />

L’Osservatore cattolico, diretto da don Davide Albertario. Il S. di D. sottoscrisse<br />

una protesta contro l’Osservatore; ne seguirono ulteriori polemiche,<br />

per le quali il S. di D. dovette rivolgersi al nuovo Pontefice Leone<br />

XIII per difendere il proprio Arcivescovo e altri confratelli. La vita del S.<br />

di D. nel frattempo scorreva tra gli studi e le innumerevoli opere socio -<br />

caritative, pubbliche e private, tra cui, p. es., l’Ospedale Uboldo a Cernusco;<br />

fu vicino al PIME e ad altre opere assistenziali e missionarie; si adoperò<br />

in favore dei giovani e dei bisognosi, soprattutto attraverso le <strong>Marcelline</strong>.<br />

Di queste attività si riferirà nella trattazione delle virtù del S. di D.<br />

VOTO V 45<br />

Nel giugno 1879 la salute del S. di D. peggiorò ed egli si trasferì dal Collegio<br />

dei Barnabiti all’Istituto delle <strong>Marcelline</strong> in via Quadronno. Dopo<br />

un soggiorno a Chambéry, nella Savoia, il S. di D., ritornato a Milano, si<br />

ammalò gravemente e la mattina dell’11 agosto 1879, mentre benediceva<br />

una giovane novizia, venuta a salutarlo, esortandola alla santità e accennando<br />

al Paradiso, si spense serenamente. Il 12 e il 13 agosto furono celebrate<br />

in forma solenne le esequie in Milano, con imponente concorso di<br />

popolo e di clero, di religiosi e religiose; il 14 agosto fu celebrato il funerale<br />

dal S. di D. a Cernusco, dove riposano i suoi resti mortali.<br />

2. STORIA DELLA CAUSA.<br />

Il S. di D. godeva fama di santità già in vita, all’interno<br />

dell’istituto delle <strong>Suore</strong> <strong>Marcelline</strong>, di cui era stato fondatore, e presso il<br />

clero milanese e il popolo di Dio, come si mostrerà meglio in seguito.<br />

Ciononostante tra la morte del S. di D. e l’apertura del processo per la sua<br />

beatificazione sono intercorsi più di 90 anni. Quali i motivi di questo<br />

ritardo? I Periti della Commissione Storica, in una Relazione letta da<br />

mons. Carlo Marcora sulla fama di santità del S. di D. e sui motivi del<br />

ritardo nell’introduzione della Causa, individuano nelle vicende storiche<br />

della Diocesi milanese di fine secolo XIX e in alcune questioni interne<br />

alla Congregazione della <strong>Marcelline</strong> le cause del ritardo (cfr. Positio, vol.<br />

II, pp. 1485-1487). Un altro membro della Commissione Storica, mons.<br />

Antonio Rimoldi, ritiene che il principale motivo per cui si tardò a<br />

chiedere l’introduzione della Causa di Beatificazione del S. di D. sarebbe<br />

da ritrovare nella “politica” della Congregazione degli Oblati dei SS.<br />

Ambrogio e Carlo, che, dopo aver ripreso la direzione dei seminari<br />

milanesi, erano fautori dell’intransigentismo cattolico e ritenevano il<br />

Biraghi un liberale (cfr. Positio, II, pp. 1487-1489). Il cap. XXIII della<br />

Positio illustra adeguatamente tutte le questioni del ritardo della<br />

introduzione della Causa, che certamente, almeno fino al 1929, è da<br />

ricondursi alle interne tensioni presenti nel clero milanese. Nel 1929, in<br />

occasione del 50° anniversario della morte del S. di D., lo scritto Profilo<br />

spirituale di mons. Biraghi di Angelo Portaluppi, ridestò l’interesse, mai<br />

del tutto sopito, verso il S. di D. e creò le condizioni per iniziare la Causa;<br />

ma le <strong>Suore</strong> <strong>Marcelline</strong> avevano già preparato il materiale per la Causa di<br />

Beatificazione di Suor Marianna Sala, di cui si svolse il processo<br />

diocesano dal 1931 al 1938. Dopo la II guerra mondiale, mentre le

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