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4 SETT LA PAGINA SETTEMBRE 2010:progetto La Pagina futura.qxd

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4<br />

F I U M I<br />

<strong>La</strong>sciate l’Italia. Magari non per sempre,<br />

se non volete (o se, più probabilmente, non<br />

potete), ma solo per una lunga gita fuori dai<br />

confini, almeno con l’immaginazione.<br />

Dirigetevi a nord, superate le Alpi,<br />

percorrete la Svizzera e continuate ancora<br />

così, seguendo fedelmente il testardo e<br />

monotono ago della bussola. Poco prima di<br />

lasciare il territorio elvetico, incrocerete il<br />

Reno, uno dei fiumi simbolo d’Europa.<br />

Lo troverete già grandicello, anche se<br />

certo non maestoso e ampio come diventerà<br />

più a valle, quando segnerà il confine tra<br />

Francia e Germania, e poi ancora oltre,<br />

verso la sua foce olandese; ma, uscito dal<br />

<strong>La</strong>go di Costanza e dopo esser rotolato nelle<br />

cascate di Sciaffusa, ve lo ritroverete comunque vivace e deciso a segnare il confine tra<br />

Svizzera e Germania, con la corrente limpidamente diretta da Est verso Ovest.<br />

Guardatelo e ricordatevelo, ma continuate ancora il cammino verso nord: bastano pochi<br />

chilometri, una trentina o poco più. Il paesaggio non fa ancora in tempo a sembrare davvero<br />

tedesco che già vi ritroverete nella Schwarzwald, nella Foresta Nera, e nei pressi di<br />

Donaueschingen dovreste incrociare l’altro grande protagonista della potamologia europea:<br />

il neonato Danubio. <strong>La</strong> piccola cittadina del Baden-Württemberg ne celebra in pompa magna<br />

la sorgente, una pozza circolare e ammantata di monumenti, statue, e targhe in tutte le lingue<br />

parlate nelle nazioni che il Donau attraverserà nei quasi tremila chilometri che, da lì, ancora<br />

mancano alla sua foce nel Mar Nero. E subito dopo la celebrazione di cotanta nascita, appena<br />

fuori dalla cittadina, la direzione del gran fiume mitteleuropeo è già perfettamente definita:<br />

da Ovest verso Est.<br />

C’è già di che stupirsi. Se c’è una cosa chiara, nello studio delle acque, è che vanno<br />

pedestremente in discesa, dall’alto in basso, da monte a valle: e stupisce che i due fiumi più<br />

celebri d’Europa si sfiorino così, a pochi chilometri l’uno dall’altro, e per sovrappiù si<br />

dirigano impunemente in direzioni diametralmente opposte. Sfogliando gli atlanti geografici<br />

di vedono chiaramente le due sottili linee blu che si guardano in cagnesco, come treni che si<br />

incrociano: ma se per i treni è normale incrociarsi, lo stesso non vale per i fiumi, propulsi come<br />

sono solo dalla gravità. Possibile che il suolo all’incrocio tra Francia, Svizzera e Germania<br />

sia talmente contorto da canalizzare in maniera così diversa due vie d’acqua così vicine?<br />

Sfogliando gli atlanti storici, si vede chiaramente che questa separazione iniziale e<br />

ravvicinata era una manna per i consoli di Roma, che proprio Reno e Danubio elessero come<br />

frontiere larghe e mobili a protezione dell’Impero: e le poche fortificazioni in legno, anziché<br />

in acqua, vennero erette proprio qui, dove i due fiumi sono giovani e quindi fragili,<br />

attraversabili: e il limes e le legioni erano necessarie a rinforzare i confini.<br />

Così gli atlanti, geografici o storici che siano, sembrano dare conferme e certezze, mappe<br />

e riferimenti assoluti. Il Reno va da Est ad Ovest, prima di piegare deciso a Nord; il Danubio<br />

fa esattamente l’opposto, prima di piegare a Sud verso i Balcani. Basta scegliere, e tutto il resto<br />

sembra scritto, nelle mappe e nella storia. Però il Reno ha sorgenti indecise, rami diversi,<br />

l’Anteriore e il Posteriore, e se si volesse risalire per intero occorrerebbe ad un certo punto<br />

scegliere, decidere, abbandonare un pezzo di Reno per un altro. Il Danubio è ancora peggio:<br />

la fonte circolare di Donaueschingen è quasi pura forma senza sostanza, perché il Danubio<br />

comincia davvero ad essere tale solo poco fuori dalla città, alla confluenza tra la Breg e la<br />

Brigach, fiumiciattoli di meno di cinquanta chilometri che solo unendosi creano il Danubio:<br />

la Donauquelle, la sorgente celebrata con statue e targhe, un tempo giungeva anch’essa alla<br />

confluenza, e poteva così rivendicare una sorta di compartecipazione originale, ma adesso è<br />

stata incanalata, irreggimentata, e fatta confluire nella Brigach. Così, paradossalmente, il<br />

Danubio appena nato confluisce subito in uno dei suoi affluenti, e lo strano anello idrologico<br />

diventa un paradosso anche logico.<br />

Ed è solo l’inizio. Il Danubio, che nasce e muore in se stesso appena nato, non fa in<br />

tempo a percorrere una trentina di chilometri che sparisce davvero, lasciando il letto asciutto<br />

e misteriosamente triste, nei pressi di Immendingen. Bevuto dalla terra, dove finisce il fiume<br />

più famoso d’Europa? Attraverso linee misteriose e sotterranee giunge al <strong>La</strong>go di Costanza,<br />

e quindi, alla fin fine, nel suo rivale, il Reno.<br />

Gli atlanti, storici e geografici, non lo dicono. Il Danubio sparisce, e chi all’inizio aveva<br />

scelto con esso d’andare da Ovest ad Est è libero di sentirsi tradito, rovesciato dal destino.<br />

Però, inspiegabilmente, una quarantina di chilometri più a valle, il letto del Danubio<br />

torna di nuovo umido,<br />

bagnato, fluente. Torna fiume,<br />

e corre verso Ulm, Ratisbona,<br />

Passau. Cresce poi a Vienna,<br />

Bratislava, Belgrado, varca le<br />

Porte di Ferro, immenso,<br />

facendo girare navi e turbine,<br />

e giunge al mare.<br />

Natali e genealogia<br />

incerta e confusa, ma via retta<br />

e possente, a prescindere da<br />

essi. Potrebbe essere un buon<br />

insegnamento anche per gli<br />

uomini: se si sa dove si vuole<br />

arrivare, poco conta da dove<br />

si è iniziato a camminare.<br />

Piero Fabbri<br />

<strong>La</strong> linea barocca che dal<br />

Montenegro arriva alla Puglia<br />

Qual è la linea più breve tra il Montenegro e la Puglia? Prima<br />

di tracciare una retta sulla cartina, leggiamo gli antefatti.<br />

Il governo Prodi allora in carica firma un accordo che<br />

prevede l’acquisto di energia elettrica dal Montenegro e<br />

viene progettata la posa di un cavo di 415 chilometri che<br />

parte dalla città di Bar e arriva a Foggia.<br />

Cambia il governo e la delegazione italiana vola a Podgorica<br />

per rivedere i dettagli dell’accordo.<br />

Fa parte della delegazione la società A2A che si è formata<br />

dalla fusione di due aziende municipalizzate di Milano e<br />

Brescia ed ha vinto l’appalto. <strong>La</strong> A2A rileva le azioni<br />

maggioritarie della società nazionale del Montenegro da cui<br />

acquisterà energia, la Elektroprivreda, che il premier Milo<br />

Djukanovic ha messo in svendita con una scelta che appare<br />

assai poco nazionalista e conveniente, se non fosse che il<br />

denaro relativo all’acquisto, circa 300 milioni, passerà<br />

attraverso la Prva Banka, di cui sono azionisti maggioritari<br />

lo stesso Djukanovic e suo fratello.<br />

Intanto a Palazzo Chigi, i due paesi siglano l’accordo<br />

definitivo per il ponte elettrico che verrà gettato tra Bar e<br />

Foggia… ma passando per Pescara. Una variante che<br />

allunga il percorso originario di circa 300 chilometri e che<br />

prevede lo sventramento di mezzo Parco della Maiella.<br />

I comuni coinvolti nell’esproprio si costituiscono in un<br />

comitato, mentre il consorzio Abruzzo Energia, nato per la<br />

tutela del territorio, dà parere favorevole all’operazione; ma<br />

tale consorzio appartiene al 98% alla stessa A2A.<br />

<strong>La</strong> città di Pescara è diventata epicentro del contestato<br />

dirottamento del cavo dopo le elezioni municipali che hanno<br />

visto trionfare una compagine filo-governativa guidata da<br />

imprenditori interessati nel settore energetico.<br />

L’unica voce che si alza viene dall’opposizione<br />

montenegrina, che denuncia la colonizzazione straniera delle<br />

risorse pubbliche del paese, svendute per l’interesse privato<br />

del premier Djukanovic, noto contrabbandiere inquisito<br />

anche in Italia dalle procure di Bari e di Napoli che ne hanno<br />

richiesto l’arresto (ma come capo di governo gode di immunità).<br />

Per rispondere alla domanda con cui abbiamo aperto, come<br />

spiegare agli abruzzesi che la via più diretta tra il Montenegro<br />

e la Puglia passa per la Maiella?<br />

Scriveva Flaiano che in Italia la linea più breve fra due punti<br />

è l’arabesco. Figuriamoci quando i due punti sono uno la<br />

capitale del contrabbando dei Balcani, l’altro la culla del<br />

Barocco! Francesco Patrizi<br />

laboratori<br />

<strong>La</strong>b<br />

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www.salvatidiagnostica.it - Dir. Dr. Luciana Salvati<br />

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