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Legati, patronati e maritaggi del Conservatorio della ... - Delpt.unina.it

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istocrazia, ed il clero, non faceva che aumentare, in ragione degli interessi reciproci,<br />

i vincoli fra le due classi. La formula giuridica <strong>del</strong> legato, così come si<br />

presenta nella registrazione <strong>del</strong> <strong>Conservatorio</strong>, era quella <strong>del</strong> legato testamentario.<br />

In particolare, i legati pii erano disposizioni patrimoniali dettate per motivi<br />

religiosi di culto o di beneficenza. Essi venivano generalmente accettati dall’Ordinario<br />

diocesano mediante donazione o testamento a favore di enti ecclesiastici<br />

oppure di un ente da cost<strong>it</strong>uire, come nel caso dei luoghi pii. Questi<br />

lasc<strong>it</strong>i pii, come anche si dicevano, contenevano inoltre tutti gli atti dispos<strong>it</strong>ivi a<br />

favore <strong>del</strong>l’erede con l’imposizione di un modus che lo vincolava ad erogare<br />

somme o a svolgere attiv<strong>it</strong>à per fini religiosi o di culto. In particolare, i legati di<br />

cui parliamo potevano essere defin<strong>it</strong>i anche pro anima, quando stabilivano che<br />

fossero compiuti atti di culto in suffragio <strong>del</strong>la propria anima.<br />

L’acquisto <strong>del</strong> legato aveva luogo ipso iure senza bisogno di accettazione,<br />

che tuttavia i governatori <strong>del</strong> <strong>Conservatorio</strong> esprimevano ugualmente come<br />

conferma <strong>del</strong>l’acquisto o come volontà di non rinunciare 15 .<br />

All’epoca era ancora fortemente diffusa la convinzione di investimento spir<strong>it</strong>uale<br />

pro remedio animae. L’opera svolta dalla Chiesa attraverso la predicazione<br />

non poteva non influenzare le coscienze dei singoli. Tra gli argomenti ricorrenti<br />

nell’oratoria controriformista troviamo, infatti, gli ammonimenti sul pericolo<br />

di dannazione eterna per coloro che, al momento <strong>del</strong> trapasso, non si<br />

preoccupavano <strong>del</strong> prossimo bisognoso. Inoltre, tra gli elementi che condizionarono<br />

pesantemente e a lungo la scelta <strong>del</strong>le disposizioni testamentarie, favorendo<br />

la confluenza di gran parte <strong>del</strong>le sostanze dei singoli nelle casse degli enti<br />

assistenziali, bisogna includere una certa diffusione che ebbero alcuni trattati<br />

sul “ben morire” 16 ed il moltiplicarsi <strong>del</strong>le confratern<strong>it</strong>e, che avevano come<br />

scopo la preparazione dei loro associati ad una “buona morte”. Questi enti<br />

impegnavano, generalmente, il loro denaro in acquisti di t<strong>it</strong>oli <strong>del</strong> deb<strong>it</strong>o pubblico<br />

per cui, come è stato giustamente notato, le forme <strong>del</strong>la beneficenza organizzata,<br />

che rimasero pressoché immutate fino al secolo XIX, ‹‹se da un lato<br />

rispond[eva]no a preoccupazioni tradizionali e plurisecolari per casi umani particolari,<br />

dall’altro, come ist<strong>it</strong>uzioni pienamente integrate nella realtà sociale,<br />

[era]no una cassa di risonanza particolarmente sensibile alle trasformazioni<br />

<strong>del</strong>la v<strong>it</strong>a economica e <strong>del</strong>la società <strong>del</strong> Mezzogiorno d’Italia›› 17 .<br />

Obbedendo ad un principio di osservanza tridentina, la pratica <strong>del</strong>l’accet-<br />

15<br />

Spesso i governatori prima di fare l’accettazione aspettavano l’autorizzazione <strong>del</strong>la Curia<br />

Arcivescovile.<br />

16<br />

A. Tenenti, Il senso <strong>del</strong>la morte e l’amore <strong>del</strong>la v<strong>it</strong>a nel Rinascimento, Torino, 1977, pp. 62-<br />

111.<br />

17<br />

A. Musi, Pauperismo e pensiero giuridico a Napoli nella prima metà <strong>del</strong> secolo XVII, in<br />

Timore e car<strong>it</strong>à,c<strong>it</strong>.<br />

12

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