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Legati, patronati e maritaggi del Conservatorio della ... - Delpt.unina.it

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sisteva in 400 ducati contanti ed altri 800 impiegati in annue entrate all’8 per<br />

cento con il convento dei Padri <strong>del</strong> Terzo Ordine di S. Francesco, di S. Caterina<br />

Vergine e Martire, s<strong>it</strong>uato oltre la Porta di Chiaja 73 . Il medico benefattore<br />

lasciò ancora due <strong>mar<strong>it</strong>aggi</strong>, ciascuno di 30 ducati, alle due figlie di Marco Riccio<br />

(Orsola e Silvia) ed altri 100 ducati li destinò a Cassandra Sporlino, figliola<br />

minore al servizio <strong>del</strong>la sua casa, in sussidio <strong>del</strong>la sua dote.<br />

Non è possibile definire la somma destinata dal Melina ai <strong>mar<strong>it</strong>aggi</strong>, dal<br />

momento che non conosciamo il numero esatto <strong>del</strong>le fanciulle aventi dir<strong>it</strong>to alla<br />

dote mar<strong>it</strong>ale nel corso <strong>del</strong>le cinque generazioni indicate. Di sicuro, però, il<br />

medico lasciò una cifra davvero cospicua in ered<strong>it</strong>à al conservatorio. Basta dare<br />

uno sguardo, anche sommario, al Libro di entrate e di usc<strong>it</strong>e <strong>del</strong> suo conto per<br />

avere un’idea di quanto fosse articolata e complessa la gestione <strong>del</strong>l’ered<strong>it</strong>à.<br />

6. Il Monte di <strong>mar<strong>it</strong>aggi</strong>o Rocco<br />

Di grande importanza, come si è detto, fu per il conservatorio l’ered<strong>it</strong>à <strong>del</strong><br />

regio consigliere Francesco Rocco. Del suo testamento si conserva la copia a<br />

stampa che evidenzia non solo l’ent<strong>it</strong>à <strong>del</strong> suo patrimonio, ma la precisa ripartizione<br />

dei suoi beni anche in vista di futuri investimenti. I fondi da assegnare<br />

ai <strong>mar<strong>it</strong>aggi</strong> lasciati dal Rocco nel 1675, erano parte <strong>del</strong>l’ered<strong>it</strong>à di 20.000 ducati<br />

lasciata alla Cappella di S. Anna. Tra le varie disposizioni testamentarie, alcune<br />

<strong>del</strong>le quali già analizzate, vi era quella relativa all’ist<strong>it</strong>uzione di un monte di<br />

<strong>mar<strong>it</strong>aggi</strong>. I governatori <strong>del</strong> <strong>Conservatorio</strong>, nonché gli amministratori <strong>del</strong>la<br />

Cappella di S. Anna 74 avrebbero dovuto dispensare, ogni anno, a partire dal<br />

1676, dieci <strong>mar<strong>it</strong>aggi</strong>, di 50 ducati ciascuno, a dieci ‹‹figliole z<strong>it</strong>elle, povere,<br />

honorate›› e che fossero di nome Anna, provenienti dal quartiere e dall’ottina<br />

<strong>del</strong>la Pietà, oppure, nel caso non ve ne fossero, dai quartieri lim<strong>it</strong>rofi. La questione<br />

<strong>del</strong>la provenienza risultò molto <strong>del</strong>icata. Nel 1711 si pose infatti il problema<br />

di dover definire il quartiere alternativo per la proposta alla bussola di<br />

alcune figliole 75 . I governatori espressero pareri discordanti, in occasione <strong>del</strong>la<br />

73 L’atto di questo impiego fu redatto dal Notaio Giovan Francesco Antonio Giangrande di<br />

Napoli. Nel caso in cui il Convento di S. Caterina avesse ricomprato le annue entrate vendute per<br />

il cap<strong>it</strong>ale di 8.700 ducati, il futuro sposo avrebbe dovuto convertire la somma in altra compra.<br />

74 La contabil<strong>it</strong>à di questa Cappella era distinta da quella <strong>del</strong> <strong>Conservatorio</strong>, pur essendo<br />

tenuta dagli stessi governatori. La documentazione contabile relativa è ampia ed articolata e<br />

richiede uno studio lungo e particolareggiato che abbiamo prefer<strong>it</strong>o rimandare.<br />

75 Si conservano ancora le dichiarazioni dei governatori in propos<strong>it</strong>o ed il “verbale” di una riunione<br />

tenutasi in casa <strong>del</strong> reggente Carlo Antonio De Rosa, Marchese di Villarosa, la mattina <strong>del</strong> 4<br />

agosto, dove erano presenti i governatori Francesco D’Agostino, Nicola D’Aulisco, Giacomo Piscopo<br />

, Giuseppe Criscuolo e Francesco Guarracino; assente il sesto governatore Alfonso Garofano.<br />

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