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Legati, patronati e maritaggi del Conservatorio della ... - Delpt.unina.it

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due “istromenti” stipulati dallo stesso notaio rispettivamente il 27 febbraio<br />

1752 ed il 17 giugno 1756 34 . L’ered<strong>it</strong>à comprendeva anche 20 ducati annui per<br />

un cap<strong>it</strong>ale di 410 ducati, dovuti all’Aveta da Andrea Aniello Cozzolino di Resina.<br />

Le somme pervennero al <strong>Conservatorio</strong> nel 1762. I governatori impiegarono<br />

500 ducati sulla Gabella <strong>del</strong>la farina vecchia con decorso dal 4 febbraio<br />

1763 35 . Altri 500 ducati furono impiegati col Monastero di S. Maria <strong>del</strong>la Libera<br />

<strong>del</strong>l’Ordine dei Predicatori <strong>del</strong>la Terra di Quercia 36 . Restavano <strong>del</strong> cap<strong>it</strong>ale<br />

iniziale 50 ducati che, con “mandato di liberazione” <strong>del</strong> regio Consigliere Mancini<br />

presso l’attuario assunto Gaetano Racioppi, furono pagati al <strong>Conservatorio</strong><br />

il 15 marzo 1768 e sub<strong>it</strong>o furono utilizzati per le spese di ristrutturazione <strong>del</strong>le<br />

case che il <strong>Conservatorio</strong> possedeva tra le due strade <strong>del</strong> Ponte di Tappia e <strong>del</strong><br />

Baglino 37 .<br />

Gli esempi riportati mostrano la continu<strong>it</strong>à dei lasc<strong>it</strong>i al <strong>Conservatorio</strong> e<br />

dunque, la formazione <strong>del</strong> patrimonio <strong>del</strong>l’ente nel corso degli anni, così come<br />

risulta dalle registrazioni patrimoniali.<br />

La flessione <strong>del</strong> patrimonio mobiliare veniva, tuttavia, compensata dalla<br />

dotazione di immobili, soprattutto di tipo urbano, ered<strong>it</strong>ati da altri benefattori.<br />

Purtroppo questo tipo di patrimonio non è quantificabile perché la loro descrizione,<br />

di tipo strutturale ed arch<strong>it</strong>ettonico, non riporta il loro valore monetario.<br />

L’unico riferimento è dato dalle rend<strong>it</strong>e provenienti da f<strong>it</strong>ti o censi enf<strong>it</strong>eutici di<br />

quelle case, t<strong>it</strong>oli di entrate estremamente variabili perché determinati dall’andamento<br />

dei prezzi e dalle condizioni in cui versavano gli immobili 38 .<br />

3. Le entrate derivanti dai <strong>patronati</strong><br />

L’ist<strong>it</strong>uzione dei legati testamentari trovò ulteriore applicazione nel giuspatronato<br />

<strong>del</strong>le cappelle. All’interno <strong>del</strong>la Chiesa <strong>del</strong>la Pietà dei Turchini furono erette<br />

undici cappelle 39 volute da fe<strong>del</strong>i nobili o benestanti, a conferma <strong>del</strong>l’importanza e<br />

<strong>del</strong>la diffusione che l’ist<strong>it</strong>uto <strong>del</strong> giuspatronato di altari e cappelle aveva nella diocesi<br />

napoletana. Pur non essendo di ampie dimensioni, la Chiesa di S. Maria <strong>del</strong>la<br />

34<br />

Le copie dei due istrumenti e <strong>del</strong> testamento sono contenute in APT, IV vol. <strong>del</strong>le Cautele,<br />

f. 49.<br />

35<br />

Cautele, vol. IV, f. 132.<br />

36<br />

Cautele, vol. I, ff. 144 e 159.<br />

37<br />

Platea II, 2, 27, f f. 178r – 179r.<br />

38<br />

Per la ricostruzione <strong>del</strong>le rend<strong>it</strong>e e dei beni stabili lasciati al <strong>Conservatorio</strong> mediante legati<br />

testamentari cfr. R. Del Prete, Un’azienda musicale a Napoli, c<strong>it</strong>.<br />

39<br />

Le cappelle erano int<strong>it</strong>olate a S. Anna, S. Angelo Custode, S. Carlo Borromeo, S. Giuseppe,<br />

SS. Crocifisso, SS. Rosario, S. Liberatore, S. Nicola, S. Maria <strong>del</strong>le Grazie, S. Antonio da<br />

Padova e SS.ma Annunziata.<br />

17

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