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Legati, patronati e maritaggi del Conservatorio della ... - Delpt.unina.it

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costruirsi un impianto programmato e solido che li portò a livelli di elevata efficienza<br />

e di effettiva util<strong>it</strong>à per la comun<strong>it</strong>à 6 .<br />

I rapporti tra ist<strong>it</strong>uzioni benefico-assistenziali e musica sono già noti. Essi<br />

si determinarono storicamente nella produzione operistica di un centro musicale<br />

geograficamente e culturalmente individuato, Napoli, in cui l’istruzione musicale<br />

massificata si affermò in una complessa rete di rapporti che strinse conservatori,<br />

musicisti, “figlioli educandi”, comm<strong>it</strong>tenti e banchi pubblici nella<br />

pratica di un insieme di attiv<strong>it</strong>à musicali, prima nella c<strong>it</strong>tà partenopea e poi –<br />

con modal<strong>it</strong>à diverse – anche a Venezia, in rapporto all’apparato devozionale<br />

controriformistico e alle manifestazioni culturali e r<strong>it</strong>uali <strong>del</strong>la religione popolare<br />

7 . La varie congregazioni erano sol<strong>it</strong>e far accompagnare particolari festiv<strong>it</strong>à<br />

<strong>del</strong>l’anno l<strong>it</strong>urgico con musiche e canti e, per guadagnarsi la protezione di un<br />

Santo, si ricorreva a munifiche offerte in denaro che contribuivano a rendere<br />

più singolari e sorprendenti le celebrazioni, sostenendo grandi spese per paramenti,<br />

cere, “macchine d’artifici” e soprattutto musica.<br />

Al pari di molti altri enti assistenziali, diffusisi a partire dalla seconda metà<br />

<strong>del</strong> ’400, dunque, i quattro conservatori musicali napoletani furono “depos<strong>it</strong>ari”<br />

<strong>del</strong>la car<strong>it</strong>à cristiana. Il loro patrimonio era cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o in larga parte da beni<br />

immobili, part<strong>it</strong>e di arrendamenti o altri t<strong>it</strong>oli pubblici, che davano i loro frutti,<br />

ai quali si aggiungevano le somme provenienti dalle elemosine raccolte nelle<br />

cassette <strong>del</strong>le Chiese.<br />

I quattro enti di beneficenza si svilupparono su mo<strong>del</strong>li comuni, prestando la<br />

loro assistenza ai giovanetti orfani o poveri <strong>del</strong>la c<strong>it</strong>tà e sviluppando una forma di<br />

apprendistato originale, ma non insol<strong>it</strong>a per la società <strong>del</strong> tempo, quello <strong>del</strong>l’avviamento<br />

all’arte o allo studio <strong>del</strong>la musica, che in breve si rivelò ricco di prospettive.<br />

Le attiv<strong>it</strong>à assistenziali dei quattro conservatori musicali vanno inser<strong>it</strong>e<br />

nella più generale opera car<strong>it</strong>ativa svolta dalle ist<strong>it</strong>uzioni di beneficenza napoleta-<br />

6 Il <strong>Conservatorio</strong> <strong>del</strong>la Pietà dei Turchini fu uno dei quattro conservatori musicali sorti a<br />

Napoli tra i secoli XVI e XVII (gli altri tre furono il S. Maria di Loreto, il Sant’Onofrio a Capuana<br />

e i Poveri di Gesù Cristo). Essi, perfettamente inser<strong>it</strong>i nella prospettiva europea <strong>del</strong> renfermement,<br />

nacquero come ist<strong>it</strong>uti assistenziali per l’infanzia povera e abbandonata allo scopo di recuperarla<br />

alle norme <strong>del</strong>la collettiv<strong>it</strong>à attraverso l’apprendimento di un’arte o di un mestiere. Nel<br />

tempo i quattro brefotrofi vivranno un’importante trasformazione, da ist<strong>it</strong>uti di beneficenza in<br />

qualificate scuole di musica. Per la bibliografia sull’argomento si rimanda a R. Del Prete, Un’azienda<br />

musicale a Napoli tra Cinquecento e Settecento: il <strong>Conservatorio</strong> <strong>del</strong>la Pietà dei Turchini, in<br />

‹‹Storia Economica››, n. 3, 1999, pp.413-464.<br />

7 D. Carp<strong>it</strong>ella, Musica e tradizione orale, Palermo 1973; Idem, Folklore e analisi differenziale<br />

di cultura, Roma, 1976; R. Pozzi, V<strong>it</strong>a musicale e comm<strong>it</strong>tenza nei conservatori napoletani nel<br />

Seicento. Il S. Onofrio e i Poveri di Gesù Cristo, in Atti <strong>del</strong> XIV Congresso <strong>del</strong>la Società Internazionale<br />

di Musicologia. Trasmissione e ricezione <strong>del</strong>le forme di cultura musicale, III, a cura di A.<br />

Pompilio, D. Restani, L. Bianconi, F.A. Gallo, Torino, 1990, pp. 915-924.<br />

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