Legati, patronati e maritaggi del Conservatorio della ... - Delpt.unina.it
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I. SAGGI<br />
1. Premessa<br />
<strong>Legati</strong>, <strong>patronati</strong> e <strong>mar<strong>it</strong>aggi</strong><br />
<strong>del</strong> <strong>Conservatorio</strong> <strong>del</strong>la Pietà dei Turchini di Napoli<br />
in età moderna<br />
di<br />
ROSSELLA DEL PRETE<br />
Fin dagli ultimi decenni <strong>del</strong> Quattrocento il fenomeno associazionisticoreligioso<br />
si fece sempre più evidente. Il numero <strong>del</strong>le confratern<strong>it</strong>e si moltiplicò<br />
per impulso <strong>del</strong>la Riforma cattolica, che ne modificò la struttura secondo i nuovi<br />
orientamenti religiosi con funzioni car<strong>it</strong>ative 1 .<br />
L’inflazione, il continuo rimescolamento <strong>del</strong>le fortune, l’aumento crescente <strong>del</strong>la<br />
popolazione e il continuo sbandamento degli eserc<strong>it</strong>i mercenari avevano prodotto<br />
masse di poveri e di vagabondi che, soprattutto nelle c<strong>it</strong>tà, ispiravano paura e ripugnanza.<br />
Miserabili e vagabondi venivano ora giudicati in modo severo, come parass<strong>it</strong>i<br />
ed esseri antisociali, colpevoli soltanto perché “emarginati”. In effetti, il vagabondaggio<br />
si trasformava spesso in band<strong>it</strong>ismo e, come tale, preoccupava tanto le classi<br />
dominanti quanto la gente comune. Un indubbio malessere sociale fu, dunque, all’origine<br />
<strong>del</strong>la “segregazione” di poveri e queruli miserabili. Il mondo cattolico rispose<br />
con la creazione di innumerevoli ist<strong>it</strong>uzioni car<strong>it</strong>ative e assistenziali che, mediante l’esercizio<br />
<strong>del</strong>la beneficenza, favorivano la “redenzione” dei benefattori. Le loro funzioni<br />
facevano leva esclusivamente sull’uman<strong>it</strong>arismo e sullo spir<strong>it</strong>o car<strong>it</strong>ativo dei<br />
privati e perciò esse erano largamente sostenute da lasc<strong>it</strong>i e disposizioni testamentarie,<br />
che richiesero ai governatori dei vari enti capac<strong>it</strong>à gestionali che, in alcuni casi,<br />
furono all’origine di investimenti e speculazioni molto redd<strong>it</strong>izie 2 .<br />
1<br />
G. Alberigo, Contributi alla storia <strong>del</strong>le confratern<strong>it</strong>e dei disciplinati e <strong>del</strong>la spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à laicale<br />
nei secoli XV e XVI, in Il Movimento dei Disciplinati nel settimo centenario <strong>del</strong> suo inizio,<br />
Perugia, 1960, pp. 156-252; B. Pullan, Povertà, car<strong>it</strong>à e nuove forme di assistenza nell’Europa<br />
moderna, in La c<strong>it</strong>tà dei poveri, a cura di D. Zardin, Milano, 1996; B. Geremek, La pietà e la forca,<br />
Bari-Napoli, 1991; S. Cavallo, Char<strong>it</strong>y and power in early modern Italy, Cambridge, 1995.<br />
2<br />
R. Salvemini, La difficile combinazione tra assistenza e cred<strong>it</strong>o in età moderna, in ‹‹Rassegna<br />
Storica Salern<strong>it</strong>ana››, n. 29, 1998, pp. 29-67.<br />
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