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19 gennaio 2013 Crispano AAA, f<strong>it</strong>tasi villa comunale 21 a 350 euro al mese Carlo Espos<strong>it</strong>o, Salvatore Cennamo e Franco Arbolino, dirigenti del Comune e del Pd, confezionano una delibera di giunta, approvata, per privatizzare a costi irrisori lo spazio pubblico di via Cancello. Enzo Cennamo (Pc): “Revocate l’atto o ricorreremo alla Corte dei conti”. Rimpasto di giunta: l’area Renzi chiede mer<strong>it</strong>ocrazia e visibil<strong>it</strong>à. Il sindaco, invece, preferisce l’ottica della pagnotta. Nota di Luigi Capasso al primo c<strong>it</strong>tadino di Pasquale Girone CRISPANO - La “triade” colpisce ancora. L’apparato del Part<strong>it</strong>o democratico al completo, messo nei posti chiave del Comune, partorisce un’altra stortura che sicuramente attirerà l’attenzione della Corte dei conti. Di chi si tratta e soprattutto di cosa si tratta? Carlo Espos<strong>it</strong>o, il sindaco del Pd; Salvatore Cennamo, vicesegretario comunale e dirigente del Municipio, anche dirigente di peso del Pd, nonché papà del consigliere dei “democrat” Marina Cennamo; Franco Arbolino, figura di spicco del Pd e dirigente del Municipio. Indovinate cosa hanno elaborato questa volta e cosa la giunta ha approvato? Delibera numero 107 del 18 dicembre 2012. Un bel regalo di Natale confezionato su misura. AAA f<strong>it</strong>tasi villa. Tranquilli. Nessuna nuova agenzia immobiliare. La “triade” e la giunta comunale hanno lanciato un progetto degno della peggiore destra: privatizzare uno spazio pubblico, un luogo di aggregazione. Vogliono f<strong>it</strong>tare la villa comunale attraverso un appalto di nove anni alla cifra complessiva di 37mila e 800 euro. Detta così pare che il Comune si possa arricchire con questa operazione. Invece no. Scorporiamo i numeri e tiriamo le somme. Dividiamo l’importo su base annua e l’incasso per l’Ente locale sarà di 4mila e 200 euro. Sapete qual è la “pigione” mensile? Circa 350 euro. Proprio così. Con 350 euro al mese potete f<strong>it</strong>tare la villa comunale per organizzare sagre, feste di ogni tipo, a scopo di lucro. Un affare e non per il Comune. La giunta ha votato la delibera che riporta il parere di regolar<strong>it</strong>à contabile di Salvatore Cennamo e quello di regolar<strong>it</strong>à tecnica di Franco Arbolino. Sono arrivati a questa decisione perché il lassismo al Municipio ha toccato il fondo e gli amministratori si sono resi conto che non riescono nemmeno a gestire lo spazio verde di via Cancello, abbandonato in condizioni di degrado. “Hanno perso la testa – spiega Vincenzo Cennamo, capogruppo di Progetto Crispano -. Quando ho letto la delibera pensavo che fossi davanti ad un errore evidente. Già non sono d’accordo sulla scelta di privatizzare spazi pubblici e di aggregazione, né l’incapac<strong>it</strong>à degli amministratori a curare una piccola villa comunale deve costringere la comun<strong>it</strong>à a rinunciare ad aree pubbliche. Ma la cosa più ridicola è che si vuole dare in affidamento la villa comunale per l’irrisoria cifra di 350 euro al mese. Ma scherziamo? Con questi soldi non paghi nemmeno il f<strong>it</strong>to di un piccolo appartamento, com’è possibile f<strong>it</strong>tare una villa comunale ed impiantare un’attiv<strong>it</strong>à di lucro senza che il Comune, e quindi la collettiv<strong>it</strong>à, ne guadagni nulla? Chiediamo ufficialmen- La “triade” colpisce ancora te la revoca dell’ennesimo atto scellerato che svende il terr<strong>it</strong>orio frutto di pol<strong>it</strong>iche di apparato che sta devastando e saccheggiando Crispano. Diversamente, se la giunta non tornerà indietro, invieremo la delibera alla Corte dei conti perché non si può fare pol<strong>it</strong>ica o clientelismo utilizzando i beni pubblici e soprattutto arrecando un danno alle casse dell’Ente locale”. Carlo Espos<strong>it</strong>o è in difficoltà e perde carisma e smalto giorno dopo giorno. La questione della giunta è emblematica. Ricordate l’impegno del sindaco? A metà mandato turnazione degli assessori. Il termine sanc<strong>it</strong>o era quello dello scorso settembre. Ma appena Carlo Espos<strong>it</strong>o ha chiesto le dimissioni agli assessori in carica per rinnovare l’esecutivo ha trovato un muro di gomma di fronte. Tanti malumori: Luigi Capasso, Antonio Barra e Nunzio Cennamo su tutti. C’è pure chi ha sfidato il capo dell’amministrazione: “Se ha il coraggio perché non mi revoca?”. Revoca che non è mai arrivata perché Carlo Espos<strong>it</strong>o teme una reazione drastica. A Crispano gli assessori sono pure consiglieri comunali. Quindi, se il sindaco commette uno “sgarro” rischia di andarsene a casa. Ecco perché la fascia tricolore non sa che pesci prendere. Da un lato gli uscenti non se ne vogliono andare. Alcuni anche a ragione perché rispetto alla mediocr<strong>it</strong>à generale hanno mostrato almeno tanta buona volontà. Poa roba, ma “il legno” purtroppo è questo. Dall’altro lato, invece, ci sono quei consiglieri che hanno votato i provvedimenti in aula per metà consiliatura in attesa del “contentino” e adesso che arriva il loro turno mugugnano perché assaporano il gusto della poltrona e dello stipendio ma di concreto non c’è ancora nulla. Lo schema è chiaro. Tranne Enrico Mazzara, dovrebbero tutti lasciare l’esecutivo: Antonio Barra, Luigi Capasso, Sossio Casaburi, Giuseppe Frezza e Nunzio Cennamo. Al loro posto dovrebbero entrare Marina Cennamo, figlia del superdirigente del Comune e del Pd, Salvatore Cennamo; Tina De Luca, Vincenzo Espos<strong>it</strong>o, Michele V<strong>it</strong>ale e Pasquale V<strong>it</strong>ale. Anna Castiello resterebbe alla presidenza del Consiglio. In altri tempi Carlo Espos<strong>it</strong>o non avrebbe avuto problemi a garantire la turnazione. Perché c’era Raffaele Galante a tessere le fila ed a mediare, perché c’era un reale progetto di sviluppo da realizzare ed una leadership condivisa e riconosciuta. Adesso non è così e i risultati, pessimi, sono sotto gli occhi di tutti. Il sindaco continua a collezionare figuracce e non riesce a mantenere nemmeno le promesse coi consiglieri comunali. Ha trad<strong>it</strong>o il mandato elettorale, ha fatto l’inverso di quanto previsto nel programma, come ad esempio la modifica dello statuto per consentire la nomina degli assessori esterni, e adesso tradisce pure chi lo ha sostenuto. Sono cinque mesi che Espos<strong>it</strong>o chiede le dimissioni degli assessori. E da cinque mesi la risposta è sempre la stessa: “Se non ci vuoi più, revocaci”. Un teatrino squallido sulla pelle dei c<strong>it</strong>tadini mentre il paese affonda nel degrado ed è abbandonato al proprio destino. Addir<strong>it</strong>tura negli ambienti di sinistra i musi lunghi arrivano, seppur timidamente, a mettere in discussione la leadership di Carlo Espos<strong>it</strong>o: “Se lui ama tanto la turnazione, perché la applica solo agli assessori e non al ruolo che ricopre dando spazio ad una persona competente, autorevole e portatrice di nuove idee e un entusiasmo rinnovato?”. Chi esce male da questa vicenda non è solo il sindaco, ma pure quei consiglieri che aspettano il loro turno davanti alla porta del primo c<strong>it</strong>tadino e, nonostante la mortificazione, continuano ad alzare la mano in attesa di accontentarsi delle briciole. Intanto dal Municipio trapela un’altra indiscrezione. Per tutti gli altri è solo una questione di poltrone. L’unico che tenta di mettere il rimpasto di giunta su un piano pol<strong>it</strong>ico è l’assessore Luigi Capasso. Infatti, l’esponente “renziano” ha inviato persino una nota pol<strong>it</strong>ica al primo c<strong>it</strong>tadino proprio per far capire al capo dell’amministrazione, il concetto è questo, che i cambi di assessori dovrebbero essere fondati su un cr<strong>it</strong>erio di mer<strong>it</strong>ocrazia e non sulla logica di garantire a tutti gli eletti una prebenda e metà consiliatura di stipendio. Indipendentemente dai risultati raggiunti, di fallimenti collezionati e dalle capac<strong>it</strong>à. Inoltre, Capasso sostiene che nel rimpasto e nella logica pol<strong>it</strong>ica interna al Pd, c’è un’area, quella che si rifà a Matteo Renzi, che chiede spazio e visibil<strong>it</strong>à. E non vuole essere mortificata o esclusa. Ovviamente, il sindaco non ha ancora risposto alla nota del suo assessore perché alla logica mer<strong>it</strong>ocratica preferisce quella della “pagnotta”. Un discorso naturale, quello di Capasso, in un part<strong>it</strong>o che si rispetti. Ma non nel Pd di Crispano dove Carlo Espos<strong>it</strong>o non ama il dissenso e non ama il confronto. Pretende solo sudd<strong>it</strong>i e servi sciocchi che si fanno la guerra per il “contentino”. Una logica che ha affondato Crispano e che qualche anno fa ha, purtroppo, marchiato a fuoco il paese con uno scioglimento degli organi elettivi per infiltrazione della camorra. E nemmeno questo è serv<strong>it</strong>o. Oggi come allora il primo c<strong>it</strong>tadino è ed era sempre Carlo Espos<strong>it</strong>o. Il quale, non ha imparato la lezione…