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Capitolo III I CORSI D'ACQUA - Facoltà di Agraria

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Principi e linee guida per l’ingegneria naturalistica – Vol.1<br />

136<br />

Tab. 3.1 Valori sperimentali <strong>di</strong> resistenza al trascinamento misurati su opere <strong>di</strong> ingegneria<br />

naturalistica (Di Fi<strong>di</strong>o, 1995).<br />

Tipo <strong>di</strong> copertura<br />

tensione tangenziale me<strong>di</strong>a misurata in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> piena<br />

(N/mq)<br />

alla data del al termine del 1°<br />

collaudo<br />

°<br />

al termine del 2° al termine del 3°<br />

periodo vegetativo periodo vegetativo periodo vegetativo<br />

piantagione semplice 0 10 30 >30<br />

prati 10 30 30 30<br />

mantellata viva <strong>di</strong> salici 50 150 300 >300<br />

piantagione con letto <strong>di</strong><br />

ramaglie<br />

15 - 75 120<br />

gettata <strong>di</strong> pietrame<br />

rinver<strong>di</strong>ta<br />

50 - 100 250<br />

graticciata con ramaglia<br />

100 200 - >300<br />

rinver<strong>di</strong>ta<br />

scogliera <strong>di</strong> massi<br />

rinver<strong>di</strong>ta<br />

75 100 300 >350<br />

Da notare che la resistenza asintotica delle varie tipologie <strong>di</strong> copertura può raggiungere<br />

valori anche considerevoli, dell’or<strong>di</strong>ne dei 200-300 n/mq, in tempi dell’or<strong>di</strong>ne dei 10 anni.<br />

Durante tale periodo può rendersi necessario un intervento complementare (es. scogliera,<br />

materassi, graticciate) che garantisca la resistenza <strong>di</strong> sponda e lo stesso sviluppo della<br />

copertura.<br />

Altro fattore da considerare per certi tipi <strong>di</strong> copertura è la durata della sollecitazione<br />

idro<strong>di</strong>namica. Il manto erboso, per esempio, non sembra essere in grado <strong>di</strong> resistere per tempi<br />

superiori a 10-15 ore con velocità me<strong>di</strong>a della corrente dell’or<strong>di</strong>ne dei 3 m/s.<br />

Conviene infine accennare al problema della resistenza al moto. Infatti, la tensione<br />

tangenziale sviluppata dal tipo <strong>di</strong> copertura può tradursi in un aumento significativo della<br />

scabrezza complessiva dell’alveo e quin<strong>di</strong> indurre indesiderati effetti <strong>di</strong> innalzamento dei<br />

livelli idrici soprattutto in concomitanza degli eventi <strong>di</strong> piena. Tali effetti devono essere<br />

valutati per alvei “stretti”, cioè quando il rapporto <strong>di</strong> forma larghezza-altezza B/Y è inferiore a<br />

15. In tal caso l’influenza delle sponde sulla resistenza al moto <strong>di</strong>venta via via più sensibile al<br />

<strong>di</strong>minuire del rapporto <strong>di</strong> forma (Paris, 1994).<br />

Da quanto sopra occorre tener presente che gli interventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa spondale possono<br />

indurre mo<strong>di</strong>fiche anche rilevanti sul preesistente assetto dei corsi d’acqua. La previsione e la<br />

quantificazione <strong>di</strong> tali effetti deve essere adeguatamente valutata nella fase progettuale<br />

dell’intervento, tenendo conto che la complessità dei fenomeni coinvolti e le loro mutue<br />

interazioni impongono spesso il ricorso ad approcci <strong>di</strong> tipo multi-<strong>di</strong>sciplinare finalizzati ad<br />

una corretta interpretazione della realtà fisica in esame.<br />

La qualità dei risultati è comunque subor<strong>di</strong>nata al livello <strong>di</strong> conoscenza dei parametri fisici<br />

<strong>di</strong> base, e quin<strong>di</strong> alla <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> dati e <strong>di</strong> misure per il corso d’acqua considerato.<br />

Di particolare importanza, soprattutto negli interventi <strong>di</strong> bioingegneria, appare la<br />

quantificazione delle sollecitazioni indotte dalla corrente da porre a confronto con la<br />

resistenza offerta dal tipo <strong>di</strong> copertura prevista. Dai dati <strong>di</strong>sponibili si deduce che gli<br />

interventi <strong>di</strong> protezione spondale attuati con le tecniche dell’ingegneria naturalistica risultano<br />

applicabili in un ampio campo delle correnti lente, anche se ulteriori verifiche sperimentali<br />

sarebbero auspicabili soprattutto in relazione all’entità e al tempo <strong>di</strong> permanenza della<br />

sollecitazione idro<strong>di</strong>namica.<br />

Nel caso <strong>di</strong> alvei stretti, appare importante l’approfon<strong>di</strong>mento dell’analisi della resistenza

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