Capitolo III I CORSI D'ACQUA - Facoltà di Agraria
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I corsi d’acqua<br />
Fig. 3.1 Rappresentazione schematica delle <strong>di</strong>namica morfologica dei corsi d’acqua.<br />
Vari approcci sono stati adottati per la definizione delle relazioni intercorrenti tra variabili<br />
<strong>di</strong>pendenti e in<strong>di</strong>pendenti. L’approccio empirico si basa sull’analisi dei dati sperimentali, <strong>di</strong><br />
laboratorio e <strong>di</strong> campagna, al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le correlazioni tra le variabili in gioco. Tra i<br />
principali contributi si ricorda Kennedy (1885), Lacey (1929), Blench (1951), Bray (1980). Le<br />
equazioni in generale possono essere ricondotte alle seguente forma:<br />
B= k1 Q 1/2 [3.1]<br />
Y= k2Q 1/3 [3.2]<br />
S= k3Q -1/6 [3.3]<br />
dove B è la larghezza dell’alveo, Y l’altezza d’acqua, S la pendenza, mentre k1, k2, k3<br />
sono costanti numeriche in alcune relazioni oppure funzioni delle <strong>di</strong>mensioni dei se<strong>di</strong>menti in<br />
altre relazioni.<br />
Per le grandezze <strong>di</strong>pendenti si assumono in generale dei valori me<strong>di</strong>, mentre per la portata<br />
liquida si fa riferimento alla portata dominante, cioè a quel valore che all’interno del regime<br />
dei deflussi del corso d’acqua considerato risulta più significativo ai fini del modellamento<br />
dell’alveo. Non esiste tuttavia un criterio unico per la sua definizione. Nella nota <strong>di</strong> Lamberti<br />
et al. (1984) si analizzano varie definizioni della portata dominante.<br />
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