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Capitolo III I CORSI D'ACQUA - Facoltà di Agraria

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Principi e linee guida per l’ingegneria naturalistica – Vol.1<br />

132<br />

Fig. 3.6 Criterio S(Q) <strong>di</strong> previsione dell’assetto planimetrico secondo Leopold e Wolman (1957)<br />

Sempre sulla base <strong>di</strong> dati sperimentali, Agarwal (1983), ha dedotto il criterio raffigurato<br />

nel grafico <strong>di</strong> Fig. 3.7, ed esprimibile nella relazione a<strong>di</strong>mensionale:<br />

τ * = 0.13 (BS/Y) 0.56 [3.11]<br />

dove τ * = τ/ (γs-γ)D, con τ tensione tangenziale me<strong>di</strong>a al fondo.<br />

Questi brevi cenni sulle caratteristiche <strong>di</strong> regime dei corsi d’acqua possono fornire un’idea<br />

sulla molteplicità <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>, <strong>di</strong> approcci e <strong>di</strong> criteri <strong>di</strong>sponibili in letteratura sull’argomento. Ciò<br />

testimonia la notevole incertezza ancora presente in valutazioni <strong>di</strong> questo tipo ove<br />

l’affidabilità può essere pretesa solo in termini qualitativi.<br />

3.1.3 Gli interventi sui corsi d’acqua: le <strong>di</strong>fese <strong>di</strong> sponda<br />

Gli interventi su un corso d’acqua possono essere sud<strong>di</strong>visi sinteticamente in interventi <strong>di</strong><br />

regimazione e interventi <strong>di</strong> sistemazione. I primi tendono a mo<strong>di</strong>ficare il regime delle portate<br />

del corso d’acqua e comprendono le arginature, le <strong>di</strong>ghe, le casse <strong>di</strong> espansione, i <strong>di</strong>versivi e<br />

gli scolmatori. I secon<strong>di</strong> tendono invece a mo<strong>di</strong>ficare e/o a consolidare l’alveo per il<br />

raggiungimento <strong>di</strong> uno stabile assetto plano-altimetrico me<strong>di</strong>ante le opere <strong>di</strong>fesa delle sponde<br />

e <strong>di</strong> stabilizzazione dell’alveo, la risagomatura delle sezioni, la riprofilatura del tracciato<br />

planimetrico.<br />

Le opere <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> sponda si sud<strong>di</strong>vidono in opere <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa longitu<strong>di</strong>nali (o radenti),<br />

<strong>di</strong>sposte nella <strong>di</strong>rezione della corrente con trascurabile interferenza sulle con<strong>di</strong>zioni del<br />

deflusso, e opere <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa trasversali (o repellenti) che viceversa possono mo<strong>di</strong>ficare<br />

sostanzialmente le con<strong>di</strong>zioni del deflusso. Le considerazioni che seguono saranno limitate

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