Capitolo III I CORSI D'ACQUA - Facoltà di Agraria
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I corsi d’acqua<br />
Fig. 3.2 Grafico (Φt,Φ) <strong>di</strong> Engelund e Hansen (1967) per il progetto <strong>di</strong> canali stabili.<br />
L’approccio fisico tenta <strong>di</strong> ricavare le relazioni del regime basandosi esclusivamente sulla<br />
descrizione dei principali processi fisici caratterizzanti il fenomeno dell’automodellamento<br />
dei corsi d’acqua. In generale, la determinazione del problema viene ottenuta me<strong>di</strong>ante criteri<br />
<strong>di</strong> ottimizzazione. Yang (1976) e Chang (1980) ipotizzano che il processo <strong>di</strong> adattamento <strong>di</strong><br />
un alveo naturale sia tale da minimizzare l’energia <strong>di</strong>ssipata dalla corrente. White et al. (1980)<br />
hanno mostrato che tale ipotesi equivale a rendere massima la concentrazione del materiale<br />
solido trasportato.<br />
In sostanza tali criteri utilizzano le equazioni del trasporto solido e del moto dell’acqua<br />
(analogamente all’approccio semiempirico, v. ad es. le equazioni 3.4 e 3.5), associate ad una<br />
con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> minimo (o <strong>di</strong> massimo).<br />
I risultati ottenuti da White et al. (1982) in<strong>di</strong>cano un notevole accordo tra le relazioni<br />
ricavate per via empirica e quelle ottenibili con l’approccio <strong>di</strong> tipo fisico, come mostrano i<br />
grafici delle Fig. 3.3 e 3.4. Dalle stesse figure si osserva inoltre la scarsa influenza del<br />
trasporto solido nella relazione tra larghezza e portata e analogamente tra profon<strong>di</strong>tà e portata<br />
(Fig. 3.3). Viceversa, il legame tra la pendenza e la portata appare <strong>di</strong>pendente dal trasporto<br />
solido (Fig. 3.4).<br />
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