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Edizione del 29/05/2013 - Corriere

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CORRI R<br />

Mercoledì <strong>29</strong> maggio <strong>2013</strong><br />

AVELLINO- Si chiamava Alberto<br />

Oliviero, aveva lavorato all’Ex Isochimica<br />

dal 1983 al 1988 e da<br />

alcuni anni aveva contratto la patologia<br />

<strong>del</strong>l’asbesto.<br />

Malattia che l’ha vinto ieri mattina.<br />

Alberto Oliviero è la decima<br />

vittima <strong>del</strong>la fabbrica dei veleni.<br />

Aveva 55 anni, abitava a Mercato<br />

San Severino e lascia la moglie e<br />

una figlia poco più che ventenne.<br />

E’ il fratello <strong>del</strong> sindacalista <strong>del</strong>la<br />

Cisl Antonio Oliviero, anch’egli<br />

ex lavoratore <strong>del</strong>l’Isochimica.<br />

Un tumore all’intestino e al pancreas<br />

lo ha aggredito giorno dopo<br />

giorno fino al tragico epilogo di<br />

ieri mattina. A nulla sono valsi alcuni<br />

interventi chirurgici ai quali<br />

la vittima si era sottoposto.<br />

Tanto erano peggiorate le sue condizioni<br />

di salute, che nelle ultime<br />

settimane non riusciva a fargli più<br />

effetto nemmeno la morfina che<br />

gli veniva somministrata per tentare<br />

di placare il dolore. Alberto<br />

era arrivato a pesare 50 anni. E’<br />

stato letteralmente “mangiato” da<br />

quel tumore.<br />

La malattia, secondo quanto hanno<br />

denunciato i familiari, sarebbe<br />

da mettere in relazione alla<br />

lunga esposizione all'amianto cui<br />

sono stati sottoposti i lavoratori<br />

<strong>del</strong>l’Isochimica.<br />

Da tempo, inoltre, sembrerebbe<br />

che Oliviero era tra gli ex operai<br />

che lottano con l’Inail per il riconoscimento<br />

<strong>del</strong>la percentuale di<br />

invalidità.<br />

Alla notizia <strong>del</strong>l’ennesima morte<br />

chiaramente riconducibile agli effetti<br />

<strong>del</strong>la fabbrica dei veleni, gli<br />

ex operai di Avellino esprimono<br />

lo sconcerto più<br />

profondo. Ancor di<br />

più perchè Alberto<br />

scoibentava la stessa<br />

carrozza, il capannone<br />

A, di Carlo<br />

Sessa e Nicola Abrate,<br />

colleghi di Avellino<br />

e da anni in<br />

prima linea per denunciare<br />

tutto lo scempio provocato<br />

da quella fabbrica.<br />

«E’ una tragedia senza fine- commenta<br />

in lacrime Sessa- Era un<br />

nostro amico, perchè in quegli anni<br />

lavoravamo sulla stessa carrozza<br />

in quel maledetto capannone.<br />

Non si può morire a 55 anni e<br />

non si può morire nell’indifferenza<br />

di tutti. Alberto è la decima vittima,<br />

ma purtroppo non sarà l’ultima».<br />

Sessa ancora una volta denuncia<br />

la spaventosa indifferenza<br />

di istituzioni<br />

ed enti preposti,<br />

anche inertinonostante<br />

negli<br />

ultimi mesi il<br />

numero <strong>del</strong>le<br />

vittime così<br />

come degli operai<br />

affetti<br />

dalla patologia, sta crescendo a<br />

dismisura.<br />

Qualche parlamentare sta cercando<br />

di far muovere le acque almeno<br />

a livello ministeriale per il riconoscimento<br />

<strong>del</strong>la patologia e<br />

quindi <strong>del</strong> pensionamento anticipato,<br />

ma senza un impegno reale<br />

CITTA’ 13<br />

Alberto Oliviero, 55 anni, aveva lavorato a Pianodardine dal 1983 al 1988<br />

Isochimica, ancora una vittima<br />

Residente a Mercato San Severino, fratello <strong>del</strong> sindacalista Cisl Antonio, aveva contratto da<br />

alcuni anni l’asbesto. Disperati i colleghi di carrozza Sessa e Abrate: ci “uccideranno” tutti<br />

AVELLINO- Intanto Giovanni Maraia di Ariano<br />

in Movimento torna a scrivere alla<br />

Direzione <strong>del</strong>le Ferrovie <strong>del</strong>lo Stato Italiane,<br />

al Ministero <strong>del</strong>la Salute Roma, All'Istituto<br />

Superiore di Sanità Roma, alle FS<br />

Italiane, insieme al Ministero <strong>del</strong>la Salute,<br />

alla Fondazione Umberto Veronesi, all'Istituto<br />

Superiore di Sanità affinchè attuino<br />

un utile programma di consulenze gratuite<br />

contro le malattie provocate dal fumo<br />

«Chiediamo - scrive Maraia- alle FS Italiane<br />

di attuare ad Avellino un identico programma<br />

contro le malattie provocate dall'assorbimento<br />

<strong>del</strong>l'amianto scoibentato<br />

dalle carrozze ferroviarie <strong>del</strong>le FS presso<br />

l'Isochimica di Avellino e illecitamente<br />

smaltito. Amianto inalato dai lavoratori,<br />

privi di protezione , e sparso nel rione Bor-<br />

Intanto la Procura<br />

<strong>del</strong>la Repubblica<br />

starebbe intensificando<br />

le indagini<br />

E Maraia: «Le Ferrovie <strong>del</strong>lo Stato<br />

avviino un programma sanitario»<br />

go Ferrovia di<br />

Avellino e<br />

quindi , inalato<br />

anche dagli<br />

abitanti. Un<br />

programma<br />

finalizzato<br />

alla bonifica<br />

<strong>del</strong>l'area occupatadall'Isochimica<br />

, da parte <strong>del</strong>le FS ,nonché al risarcimento<br />

dei danni provocati alla salute<br />

e all'ambiente e alla prevenzione di malattie<br />

da amianto. Le FS Italiane hanno<br />

l'obbligo di ammettere le proprie responsabilità<br />

per aver affidato la scoibentazione<br />

<strong>del</strong>l'amianto all’Isochimica di cui conosceva<br />

la inidoneità a una lavorazione<br />

<strong>del</strong>icata».<br />

e sinergico, ancora non si riesce<br />

ad ottenere nulla. Anzi sembrerebbe<br />

che a Roma ci sarebbero<br />

problemi anche con le cartelle dei<br />

lavoratori giunte presso il Ministero<br />

<strong>del</strong> Lavoro.<br />

A fare da eco alle parole di Sessa,<br />

quelle <strong>del</strong> collega Nicola Abrate,<br />

altrettanto sconvolto.<br />

Ricorda il collega come una persona<br />

solare, con la battuta pronta<br />

e che aveva la capacità di rendere<br />

più leggere le lunghe giornate<br />

in fabbrica.<br />

«Quello <strong>del</strong>l’Isochimica sta diventando<br />

un vero e proprio dramma<br />

sociale- dice Abrate- Non solo le<br />

vittime e il dolore che lasciano a<br />

noi colleghi e alle famiglie ma anche<br />

la condizioni di disagio di non<br />

poter sapere la verità e ottenere<br />

giustizia. E che dire di quelle famiglie<br />

che, persi i loro cari, non<br />

hanno ancora diritto ad alcun tipo<br />

di sussidio. Denunciamo da<br />

anni quello che è accaduto in quella<br />

fabbrica, ma non ne possiamo<br />

a vedere che nulla si muove».<br />

Con il decesso di ALberto Oliviero<br />

salgono a dieci le vittime per le<br />

morti da amianto.<br />

L’unica notizia di rilievo nel dramma<br />

senza fine, e che sembrerebbe<br />

che la Procura <strong>del</strong>la Repubblica di<br />

Avellino in queste ore sta serrando<br />

in maniera significativa sulle<br />

indagini e non è da escludere che<br />

nel breve giro possano arrivare<br />

novità significative. (s.d.c.)<br />

DOPO LA DISTRUZIONE DEI GIOCHI PER I BAMBINI<br />

Vandali a Santo Spirito<br />

Lo sdegno <strong>del</strong>la Guercio<br />

A meno di dieci giorni dalla riapertura, il Parco<br />

Manganelli di Largo Santo Spirito è stato fatto<br />

nuovamente oggetto di atti vandalici. Completamente<br />

distrutti i giochi per i bambini che l’Amministrazione<br />

Comunale aveva acquistato, spendendo<br />

2.000 euro di danaro pubblico, e provveduto<br />

ad allocare all’interno <strong>del</strong> parco. Evidentemente,<br />

i soliti ignoti sono riusciti, nonostante le<br />

recinzioni, a penetrare ancora nell’area verde<br />

durante le ore di chiusura e a fare scempio <strong>del</strong><br />

bene pubblico, con grave danno per l’intera comunità<br />

avellinese. In attesa che la nuova Amministrazione<br />

decida le forme di tutela da adottare<br />

per salvaguardare il parco, il Commissario<br />

Straordinario, Prefetto Cinzia Guercio, nell’invitare<br />

ad avere maggiore rispetto <strong>del</strong>la cosa comune,<br />

stigmatizza l’accaduto e sottolinea il disprezzo<br />

che merita chi, con le sue gesta, dimostra<br />

la totale assenza di senso civico.<br />

NUOVA FUMATA NERA PER LA RIPRESA DEI LAVORI<br />

Centro per l’autismo<br />

La ditta non ha ancora<br />

ritirato il contenzioso<br />

AVELLINO- Una nuova doccia<br />

fredda per i rappresentanti <strong>del</strong>l’Aipa<br />

e una nuova ombra che minaccia<br />

la ripresa dei lavori per il<br />

completamento <strong>del</strong> Centro per<br />

l’Autismo.<br />

Quella emersa nel corso <strong>del</strong>la riunione<br />

che si è tenuta ieri pomeriggio<br />

al Comune di Avellino tra<br />

il dirigente settore lavori pubblici<br />

Luigi Cicalese, Rino Piano in<br />

qualità di titolare <strong>del</strong>la ditta incaricata<br />

ai lavori e i legali <strong>del</strong>la stessa,<br />

studio Barra.<br />

Il confronto doveva essere quasi<br />

una formalità per la comunicazione<br />

<strong>del</strong>la liquidazione in banca<br />

<strong>del</strong>la seconda tranche di finanziamenti<br />

e la ripresa immediata<br />

dei lavori, così come stabilito nel<br />

corso <strong>del</strong>l’ultimo confronto in Prefettura.<br />

Nel corso <strong>del</strong>la riunione, tuttavia,<br />

è emerso che i legali <strong>del</strong>la ditta<br />

Piano ancora non hanno provveduto<br />

all’annullamento <strong>del</strong>l’azione<br />

legale avviata nei confronti <strong>del</strong><br />

Comune di Avellino, quando il<br />

credito che avanzava la ditta sfiorava<br />

quasi i centomila euro.<br />

Da quel momento l’Aipa si mise<br />

in moto affinchè Regione Campania<br />

e Comune compiessero tutti i<br />

passaggi affinchè l’impresa potesse<br />

recuperare la somma avanzata.<br />

Lo stesso Rino Piano aveva<br />

garantito pubblicamente che non<br />

appena quei soldi fossero arrivati,<br />

la rescissione <strong>del</strong> contratto e la<br />

richiesta di risarcimento danni nei<br />

confronti <strong>del</strong> Comune fosse ritirata.<br />

A fronte dei quasi 900mila euro<br />

che la ditta ha recuperato, il contenzioso<br />

è ancora in atto e , dunque,<br />

materialmente i lavori non<br />

possono riprendere.<br />

I legali <strong>del</strong>lo studio Barra hanno<br />

motivato la mancata richiesta di<br />

sospensione <strong>del</strong> contenzioso per<br />

un motivo puramente formale e<br />

che immediatamente sarebbe stato<br />

recuperato.<br />

Le parti hanno convenuto riaggiornarsi<br />

tra una settimana esatta<br />

per capire se l’azione è stata<br />

compiuta e quindi procedere con<br />

la riapertura <strong>del</strong> cantiere.<br />

Sullo sfondo la profonda <strong>del</strong>usione<br />

<strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>l’Aipa, Elisa<br />

Spagnuolo che non esita a parlare<br />

di una certa “furbizia” utilizzata<br />

dai legali per tenere ancora<br />

in sospeso l’iter giudiziario. «Sinceramente<br />

non mi aspettavo che<br />

si comportassero in quel modocommenta<br />

la Spagnuolo- Il compianto<br />

Rino Piano ha sempre mostrato<br />

sensibilità ed onestà nei nostri<br />

confronti e, mi dispiace dirlo,<br />

ma ad oggi queste stesse prerogative<br />

non le sto ritrovando nel figlio.<br />

E’ ancor più scandaloso che uno<br />

studio legale non sappia come si<br />

ritira un contenzioso in atto. Sono<br />

molto <strong>del</strong>usa e se la settimana<br />

prossima le cose non sono cambiate,<br />

allora anche noi seguiremo<br />

le nostre strade».<br />

La stessa amarezza non la nasconde<br />

nemmeno il portavoce <strong>del</strong>l’Aipa<br />

Michelangelo Varrecchia<br />

che ora si appella al Tribunale Civile<br />

affinchè non appena arriva la<br />

richiesta di sospensione di contenzioso<br />

da parte dei legali <strong>del</strong>la<br />

ditta Piano, si attivi affinchè l’istanza<br />

venga formalizzata. «Non<br />

accettiamo- dice ancora Varrecchia-<br />

che si perdi ulteriore tempo<br />

per la ripresa dei lavori fermi ormai<br />

da tempo».

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