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la mediatiCaChe 2 - ORIZZONTI EDITORIALE vergogna lotta contro la vivisezione sia lunga e difficile lo sappiamo da decenni. Si percorrono strade, si cercano strategie, si inciampa, ci si rialza, si organizzano eventi e nonostante piccole grandi vittorie la meta dell’abolizione totale della vivisezione appare ancora lontana. Combattiamo contro avversari noti e potenti. Ma forse quello che più fa male è che ci tocca combattere anche contro avversari che non dovremmo avere, coloro cioé che sono chiamati ad aiutare il pubblico a “formarsi opinioni”. Sto parlando evidentemente dei media, che molto frequentemente anche su questo tema pubblicano notizie deliranti, hanno atteggiamenti vergognosi e sono servi di un sistema di interessi economici e politici. Lo abbiamo visto con il tam-tam mediatico sull’influenza suina, infarcito di falsità che hanno il loro perché solo nel tornaconto delle multinazionali che producono i vaccini. Vale però la pena citare anche altri esempi recenti: uno dei principali quotidiani italiani lo scorso luglio riportava il risultato di uno studio giapponese apparso sul “Journal of Agricultural and Food Chemistry”: “Il profumo dei fiori allevia lo stress: arriva una conferma scientifica, per ora solo nei topi, del ruolo «terapeutico» delle fragranze floreali”. Nell’introduzione si legge che “è noto fin dai tempi antichi che alcune fragranze hanno effetti psico-fisiologici sedativi, stimolanti e calmanti”. Partendo da questo presupposto, i ricercatori hanno sottoposto alcuni ratti a situazioni di stress (possiamo solo immaginare come) e verificato che l’inalazione di un agente chimico responsabile di una fragranza presente in vari tipi di fiori, aiutava a ridurlo. Ma è possibile che un autorevole organo d’informazione pubblichi una notizia che meriterebbe nella migliore delle ipotesi il cestino della spazzatura? Possibile che non ci si renda conto che notizie del genere, sono la base della legittimazione anche popolare della vivisezione? Da un delirio mediatico ad un altro. Sulle televisioni di mezzo mondo è circolata, quest’estate, un’altra notizia: se non ci ingozziamo di cibo la nostra vita ne guadagna. Questa in sintesi l’incredibile scoperta, basata su uno studio condotto per 20 anni sui macachi (ma che ha visto tra le vittime anche altri animali, dai moscerini ai roditori). Grazie per aver sperperato denaro pubblico e torturato animali per questo scopo! Per arrivare a queste conclusioni moltissime scimmie sono state letteralmente fatte morire di fame. Ho visto le allucinanti immagini di questi esperimenti, ho visto in che condizioni sono state ridotte queste creature, ma di nuovo torno sullo sconvolgente ruolo dei media: ho visto un presentatore di un telegiornale di prima serata ridere mentre dietro le sue spalle passavano queste scene terribili, immagini di scimmie ridotte allo stremo delle forze fino alla morte, per dimostrare l’ovvio. Spesso mi chiedono perché la vivisezione prosegue, perché non riusciamo a fermarla. Le risposte sono tante, ma tra queste c’è anche un fatto indiscutibile: se l’informazione non si scrolla di dosso l’idea che tutto quello che viene fatto sugli animali è giusto e come tale va riportato (senza voci critiche), allora raggiungere una meta percorrendo una strada già lunga e difficile diventa quasi un’utopia. Anche quando avvengono queste cose, dovremmo far sentire la voce di chi vorrebbe ma non può gridare: vergogna! Max Molteni Presidente ATRA sommario La scienza avanza 3 Per un circo senza animali 4 A difesa dei randagi 5 Campagna foie gras 6 La colline aux lapins 7 Zoomafia 8 ATRA in Azione 9 ATRA Info 10 Zugetive a Friburgo 11 L’angolo dei vegetariani 15 Offerte di Natale 16 ATRA nel mondo 19 Notizie in pillole 21 T-shirt 22 Il nostro catalogo 23 impressum orizzonti rivista di informazione animalista organo ufficiale dell’atra Associazione svizzera per l’abolizione della vivisezione editore ATRA, via Capelli 28, CH-6900 Lugano Tel. 091 970 19 45 Fax. 091 970 19 46 E-mail: infoatra@bluemail.ch Sito internet: http://www.atra.info orari ufficio da lunedì a venerdì 14.00 - 17.00 redattori Max Molteni, Natascia Gamba, Massimo Tettamanti, Silva Martinelli hanno collaborato Elena Grisafi, Sara Turetta, Stefano Cagno, Ciro Troiano, Sabrina Piacente. tiratura 24’000 copie abbonamento annuale svizzera ChF 20.– estero ChF 30.– (euro 20.–) europa 45.– (euro 30.–) paesi extra europei pubblicità 1/1 pagina fr. 1’000.- 1/2 pagina fr. 600.- 1/4 pagina fr. 300.- Informazioni dettagliate si possono richiedere all’editore grafica, illustrazioni e layout Massimo Conforti stampa Tipografia Fontana SA - 6963 Pregassona Stampato su carta ecologica Riproduzione di testi e fotografie permessa a condizione che la fonte sia citata.
dagli sCienZiati un alt ai test Con animali l a necessità di sostituire l’impiego degli animali nella ricerca con metodologie più moderne ed affidabili sta raccogliendo sempre più consensi all’interno della comunità scientifica, tanto da rendere necessaria l’organizzazione di conferenze specifiche sull’argomento, come nel caso del “VII Congresso mondiale sui metodi alternativi e l’uso di animali nelle scienze biomediche” che si è concluso il 3 settembre scorso a Roma. Fino ad un recente passato la comunità scientifica aveva portato avanti la cosiddetta “politica delle 3 R”, ossia Ridurre, Raffinare e Rimpiazzare gli animali nella ricerca. Tuttavia, dati alla mano, tale politica, iniziata 60 anni fa, si è dimostrata fallimentare, poiché il numero degli animali anziché diminuire è costantemente aumentato. A Roma, per la prima volta, il riconoscimento del fallimento della politica delle 3 R, è venuto, tra gli altri, anche da Alan Golberg, uno dei suoi promotori più anziani. Il punto centrale del Congresso è stato il “cambiamento epocale” riguardante il futuro della tossicologia, annunciato nel 2007 dall’Accademia delle Scienze statunitense attraverso il suo Consiglio Nazionale delle Ricerche, che consisterà nel sostituire le prove su animali con metodi in vitro. In pratica per la prima volta è stato riconosciuto che la sostituzione della sperimentazione animale con metodi scientifici sostitutivi non è solo indispensabile per ragioni contingenti (tempi e costi della ricerca tossicologica), o etiche (evitare sofferenza e morte a milioni di animali), ma anche per ragioni strettamente scientifiche. Elemento trainante di questo nuovo clima è stato Thomas Hartung, già direttore dell’ECVAM (Centro Europeo per la Validazione dei Metodi Alternativi) e oggi direttore del CAAT (Centro per i metodi alternativi alla sperimentazione animale) dell’Università Johns Hopkins degli Stati Uniti. In contrasto con questa nuova visione della ricerca, l’Unione Europea ha recentemente emanato una nuova regolamentazione per la registrazione, valutazione ed auto- rizzazione delle sostanze chimiche, da cui l’acronimo REACH (Registration, Evaluation and Authorisation of Chemicals) per armonizzare e migliorare la legislazione europea sul controllo delle sostanze chimiche; tra le varie prove a cui saranno sottoposte le sostanze vi sono, però, anche quelle che impiegano animali. Hartung ha spiegato che le sostanze da testare sono passate dalle 29.000 delle stime iniziali alle attuali 143.000, ma che si assesteranno probabilmente su un numero compreso tra 68.000 e 101.000. I costi lieviteranno fino a 9,5 miliardi di euro, aumentando di sei volte rispetto alla cifra preventivata e gli animali utilizzati negli esperimenti saranno 54 milioni. “Investire nei metodi alternativi è dunque una ne- cessità urgente”, afferma Hartung. Insieme a questi argomenti specifici, non sono mancate critiche in generale al modello animale, in quanto scarsamente predittivo. Alan Goldberg ha dichiarato che il futuro della tossicologia è nello studio delle cellule umane e che entro 20 anni l’uso della sperimentazione animale per valutazioni di tossicità sarà considerato un relitto del passato. Dello stesso tenore le dichiarazioni di Massimo Tettamanti, rappresentante di I-Care, membro del Program Review Panel e consulente scientifico ATRA: “Sempre di più si afferma che l’utilizzo di animali sia scientificamente inutile, fallace e rappresenti un grosso spreco di finanziamenti pubblici meglio indirizzabili verso l’utilizzo e lo sviluppo di metodi scientifici innovativi che possano essere realmente utili al miglioramento della qualità di vita delle persone.” Hartung ha spiegato che negli Stati Uniti si sta già procedendo verso quest’obiettivo e le istituzioni più autorevoli hanno già avviato un piano quinquennale di ricerca tossicologica cellulare. Per accelerare lo sviluppo e l’applicazione dei metodi sostitutivi i test con animali, a Roma i gruppi europei e statunitensi, impegnati in questo campo, hanno costituito il Gruppo di ricerca transatlantico per la tossicologia. Alla luce delle molte autorevoli opinioni espresse al Congresso di Roma e dei concreti passi avanti che si stanno compiendo, l’eliminazione dei test sugli animali in campo tossicologico, non sembra più un miraggio, ma una reale e imminente possibilità. Dr. Stefano Cagno Psichiatra 3 - ORIZZONTI ATTUALITÀ
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