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CirChi Con animali, svolte nel mondo Zugetive a Friburgo lo ... - ATRA

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4 - ORIZZONTI ATTUALITÀ<br />

<strong>CirChi</strong> <strong>Con</strong> <strong>animali</strong>, <strong>svolte</strong> <strong>nel</strong> <strong>mondo</strong><br />

sta cambiando aria per chi<br />

imprigiona, sfrutta ed umilia gli<br />

<strong>animali</strong> nei circhi, contribuendo<br />

tra l’altro a veicolare ai più giovani<br />

un’immagine distorta della<br />

natura degli elefanti e di tante<br />

altre creature: la notizia più bella<br />

è arrivata recentemente dalla<br />

Bolivia che ha vietato su tutto<br />

il territorio nazionale spettacoli<br />

e mostre con gli <strong>animali</strong>, allineandosi<br />

a quanto sta avvenendo<br />

in tantissime città e nazioni in<br />

ogni parte del pianeta.<br />

Alcuni governi hanno già emanato<br />

norme di divieto di attendamento<br />

dei circhi con <strong>animali</strong>, in altri sono<br />

in corso revisioni e proposte legislative<br />

che vanno <strong>nel</strong>la medesima<br />

direzione come in Italia, Germania e<br />

Portogal<strong>lo</strong>, tanto per fare so<strong>lo</strong> qualche<br />

esempio tra i più vicini e recenti.<br />

Insomma, sembra che i tempi siano<br />

maturi perché chi ha vissuto e<br />

lucrato sulla pelle, sulla prigionia e<br />

sulle catene degli <strong>animali</strong>, si incammini<br />

<strong>nel</strong>la stessa direzione di circhi<br />

ben più etici e belli come il Cirque<br />

du Soleil o <strong>lo</strong> Starlight che fanno<br />

spettacoli meravigliosi mostrando<br />

l’abilità di trapezisti, giocolieri e<br />

c<strong>lo</strong>wn: l’unica possibilità per mantenere<br />

viva l’arte circense che non<br />

può più basarsi su retaggi del passato,<br />

un passato che per fortuna è<br />

riuscito a lasciarsi dietro le spalle le<br />

esposizioni di etnie <strong>lo</strong>ntane e persone<br />

deformi in catene e che (ce <strong>lo</strong><br />

auguriamo) ci farà dimenticare anche<br />

i tristi spettacoli con gli <strong>animali</strong>.<br />

e in sviZZera?<br />

Per quanto ci riguarda, come sapete,<br />

in questi anni abbiamo pubblicato<br />

pagine di approfondimento su<br />

questo giornale, organizzato centinaia<br />

di conferenze, incontri <strong>nel</strong>le<br />

scuole, stand informativi e manifestazioni<br />

davanti ai tendoni dei circhi<br />

che sfruttano <strong>animali</strong>. Ma nonostante<br />

le pressioni si facciano sentire<br />

anche <strong>nel</strong> nostro Paese (in modo<br />

particolare grazie alle intense attività<br />

di protesta e sensibilizzazione<br />

del gruppo Azot: www.azot.ch), le<br />

due principali famiglie circensi svizzere<br />

continuano per la <strong>lo</strong>ro strada.<br />

Sono tutelate da organi di informazione<br />

quasi sempre unilateralmente<br />

schierati a promuovere questi<br />

“spettacoli” senza voci critiche e<br />

sono sotto la protezione di leggi<br />

<strong>nel</strong>le quali la dignità<br />

degli <strong>animali</strong> (sancita<br />

<strong>nel</strong>la LFPA) non<br />

viene minimamente<br />

presa in considerazione<br />

(ci riesce infatti<br />

difficile parlare di<br />

rispetto della dignità<br />

di fronte a fruste,<br />

gabbie e catene).<br />

Insomma, si muove<br />

ben poco e rischiamo<br />

di rimanere “indietro”<br />

rispetto alle<br />

evoluzioni etiche dei<br />

paesi che ci circondano.<br />

Qualcuno penserà<br />

che non ce n’è bisogno, qui da noi:<br />

sono tutti co<strong>lo</strong>ro che ancora faticano<br />

a vedere dietro al tendone, che<br />

non sanno osservare gli sguardi<br />

tristi di tigri ed elefanti, che non si<br />

interrogano sulla qualità di vita di<br />

queste creature, sul messaggio<br />

diseducativo che mandiamo ai nostri<br />

figli che non imparano nulla da<br />

esposizioni assurde, che guardano<br />

gli <strong>animali</strong> come “altro”, perché<br />

mai farebbero cambio con quella<br />

triste vita. O semplicemente sono<br />

co<strong>lo</strong>ro che pensano che c’è sempre<br />

qualcosa di peggio quando si<br />

parla di diritti <strong>animali</strong> e quindi al circo<br />

bisogna lasciare le cose come<br />

stanno.<br />

buone news dal tiCino!<br />

Forse però il 2009 sta per rivelarsi<br />

l’anno della svolta perché per la<br />

prima volta, grazie ai contatti che<br />

abbiamo stabilito con esponenti politici<br />

sensibili alla causa e alla nostra<br />

consulenza, sono state inoltrate,<br />

durante le varie tappe della<br />

tournée del Nock in Canton Ticino,<br />

diverse interrogazioni agli<br />

esecutivi comunali sulla presenza<br />

del circo con <strong>animali</strong>: a Lugano<br />

grazie ad Alessio Arigoni; a Bellinzona<br />

con Sergio Savoia e Michel<br />

Venturelli; a Locarno con Pierluigi<br />

Zanchi, fino al <strong>Con</strong>siglio di Stato ticinese<br />

con Bill Arigoni.<br />

Lo scorso 20 settembre il “passo<br />

da gigante”, pionieristico, coraggioso<br />

ma coerente, l’ha fatto la Protezione<br />

<strong>animali</strong> di Bellinzona guidata<br />

da Armando Besomi, da sempre<br />

al fianco di molte nostre battaglie,<br />

in particolare contro la vivisezione.<br />

La SPAB ha inoltrato al Municipio<br />

di Bellinzona una richiesta di<br />

divieto di attendamento di circhi<br />

con <strong>animali</strong> e di manifestazioni<br />

di qualsiasi genere che coinvolgano<br />

<strong>animali</strong> selvatici tenuti in<br />

cattività (al momento di andare in<br />

stampa – novembre 2009 – non ci<br />

sono ancora prese di posizione ufficiali<br />

su questa richiesta)<br />

Insieme alla petizione indirizzata<br />

all’Esecutivo <strong>lo</strong>sannese dal gruppo<br />

Laus<strong>animali</strong>ste <strong>ATRA</strong>, questa di<br />

Bellinzona è una PRIMA SVIZZERA!<br />

Nel sito della nostra delegazione<br />

ticinese (www.centro<strong>animali</strong>sta.ch)<br />

trovate il testo completo della richiesta<br />

della SPAB e le varie interrogazioni.<br />

Max Molteni

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