Il Libro Bianco della Medicina Nucleare in Italia - AIMN
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Sez. I – Gli operatori<br />
1.07 La figura del radiofarmacista/radiochimico<br />
A. Duatti<br />
<strong>Il</strong> fondamento teorico su cui poggiano i metodi d’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e radiochimici, che sono<br />
ampiamente utilizzati <strong>in</strong> biologia e che richiedono l’uso di sostanze marcate con isotopi<br />
radioattivi, è contenuto nel cosiddetto ‘pr<strong>in</strong>cipio dei traccianti’ formulato da De Hevesy nella<br />
prima metà del secolo scorso. Tale pr<strong>in</strong>cipio asserisce semplicemente che, attraverso la misura<br />
<strong>della</strong> radioattività <strong>in</strong>trodotta <strong>in</strong> un tessuto isolato, o all’<strong>in</strong>terno di un organismo vivente <strong>in</strong>tegro,<br />
è possibile determ<strong>in</strong>are la distribuzione e la concentrazione <strong>della</strong> stessa sostanza radiomarcata<br />
nel campione <strong>in</strong> esame. Questa formulazione del pr<strong>in</strong>cipio mostra un carattere spiccatamente<br />
operativo poiché pone l’accento su quello che è considerato lo scopo pr<strong>in</strong>cipale dell’uso <strong>della</strong><br />
radioattività <strong>in</strong> queste applicazioni, e cioè fornire semplicemente una tecnica per seguire<br />
(tracciare) il percorso di una sostanza all’<strong>in</strong>terno del sistema esam<strong>in</strong>ato senza produrre<br />
perturbazioni rilevanti <strong>della</strong> sua <strong>in</strong>tima struttura. Nell’enunciazione del pr<strong>in</strong>cipio, <strong>in</strong>fatti, nessun<br />
riferimento è rivolto alle caratteristiche <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seche <strong>della</strong> sostanza marcata poiché quello che si<br />
vuole determ<strong>in</strong>are è solamente la sua localizzazione spaziale nel campione allo studio.<br />
<strong>Il</strong> trasferimento del metodo dei traccianti <strong>in</strong> <strong>Medic<strong>in</strong>a</strong> <strong>Nucleare</strong>, tuttavia, si regge su basi<br />
concettuali completamente diverse che, se portate alle estreme conseguenze, potrebbero<br />
richiedere una re<strong>in</strong>terpretazione del pr<strong>in</strong>cipio stesso. La <strong>Medic<strong>in</strong>a</strong> <strong>Nucleare</strong>, <strong>in</strong>fatti, resta<br />
attualmente l’unica discipl<strong>in</strong>a cl<strong>in</strong>ica che fa uso di alcuni fra gli oggetti più piccoli esistenti <strong>in</strong><br />
natura, e cioè s<strong>in</strong>gole molecole marcate (generalmente <strong>in</strong>dicate con il nome di radiofarmaci),<br />
per eseguire un’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e diagnostica. <strong>Il</strong> radiofarmaco, una volta <strong>in</strong>trodotto nell’organismo,<br />
<strong>in</strong>teragisce <strong>in</strong> modo specifico con le cellule del tessuto bersaglio, che costituisce l’oggetto<br />
dell’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e, e viene trattenuto nel suo <strong>in</strong>terno per un tempo sufficiente ad eseguire la raccolta<br />
dei dati. Poiché la localizzazione del radiofarmaco è il risultato di un’<strong>in</strong>terazione chimico-fisica,<br />
che avviene fra la s<strong>in</strong>gola molecola radiomarcata ed il substrato biologico, ne deriva che<br />
l’<strong>in</strong>formazione diagnostica ricavata <strong>in</strong> questo modo possiede un contenuto che è di natura<br />
<strong>in</strong>tr<strong>in</strong>secamente molecolare. In def<strong>in</strong>itiva, un radiofarmaco può essere rappresentato, <strong>in</strong> modo<br />
figurato, come una sonda molecolare che <strong>in</strong>traprende una missione esplorativa all’<strong>in</strong>terno di un<br />
tessuto ed <strong>in</strong>via le <strong>in</strong>formazioni raccolte all’esterno sotto forma di radiazione gamma. Da questa<br />
semplice analisi, appare evidente come l’enunciazione classica del pr<strong>in</strong>cipio dei traccianti non<br />
fornisca una descrizione accurata di questo comportamento ed, <strong>in</strong> ultima analisi, richieda una<br />
formulazione più adeguata agli scopi <strong>della</strong> <strong>Medic<strong>in</strong>a</strong> <strong>Nucleare</strong>.<br />
Le considerazioni riportate sopra pongono <strong>in</strong> grande evidenza il ruolo cruciale rivestito dai<br />
radiofarmaci nella diagnostica medico nucleare. Una caratteristica peculiare, che<br />
contraddist<strong>in</strong>gue questa categoria di prodotti medic<strong>in</strong>ali e li differenzia dai farmaci cosiddetti<br />
convenzionali, deriva dal fatto che occorre eseguire la loro preparazione prima dell’uso. In altre<br />
parole, è necessario disporre di una procedura di s<strong>in</strong>tesi per giungere alla loro produzione ed<br />
allestimento prima <strong>della</strong> somm<strong>in</strong>istrazione al paziente. E’ noto che queste operazioni devono<br />
essere eseguite per la maggior parte dei radiofarmaci attualmente <strong>in</strong> uso nella pratica cl<strong>in</strong>ica. In<br />
particolare, tutti i radiofarmaci contenenti il radionuclide tecnezio-99m, che sono impiegati <strong>in</strong><br />
più del 70% di tutte le procedure diagnostiche SPECT (S<strong>in</strong>gle Photon Emission Computed<br />
Tomography), richiedono di essere preparati prima dell’<strong>in</strong>iezione. Allo stesso modo, è<br />
necessario eseguire la preparazione di quasi tutti i radiofarmaci utilizzati nella diagnostica PET<br />
(Positron Emission Tomography) a causa del breve tempo di semivita dei radionuclidi emettitori<br />
di positroni normalmente impiegati nella marcatura di questa classe di traccianti.<br />
Se, da un lato, alcune di queste procedure di preparazione appaiono di semplice esecuzione,<br />
l’attuale evoluzione <strong>della</strong> <strong>Medic<strong>in</strong>a</strong> <strong>Nucleare</strong> verso una diagnostica molecolare sempre più<br />
sofisticata, che richiede l’uso di traccianti <strong>in</strong> possesso di un’elevatissima specificità e selettività<br />
nei confronti del bersaglio biologico, ha drasticamente aumentato la complessità delle tecniche<br />
di s<strong>in</strong>tesi, <strong>in</strong> particolare nel settore <strong>della</strong> diagnostica PET. A ciò occorre aggiungere anche la<br />
recente <strong>in</strong>troduzione nell’uso cl<strong>in</strong>ico dei primi radiofarmaci per la terapia radiometabolica, la<br />
La figura del radiofarmacista/radiochimico