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Il Libro Bianco della Medicina Nucleare in Italia - AIMN

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34<br />

Sez. I – Gli operatori<br />

E’ opportuno notare, a questo punto, che proprio per rendere più agevole ed efficiente<br />

l’applicazione dei radiofarmaci al trattamento del paziente, generalmente, le procedure chimiche<br />

necessarie per la loro preparazione sono progettate <strong>in</strong> modo tale da rendere il processo il più<br />

semplice e veloce possibile. Nel caso <strong>in</strong> cui la complessità operativa sia, comunque, difficile da<br />

ridurre come, ad esempio, nella produzione dei radiofarmaci PET, si fa ricorso a sistemi<br />

automatici di s<strong>in</strong>tesi (moduli) controllati a distanza. La richiesta di semplificazione delle<br />

operazione di preparazione dei radiofarmaci, oltre che essere dettata da ovvie necessità pratiche<br />

di gestione del paziente, appare coerentemente <strong>in</strong>serita nel contesto delle Norme di Buona<br />

Preparazione, <strong>in</strong> cui l’esigenza di garantire la riproducibilità dei processi è considerata un<br />

requisito essenziale. Risulta evidente, allora, come sia molto più facile ottenere la riproducibilità<br />

di processi semplici, o ridotti ad operazioni semplificate, piuttosto che di procedure complesse.<br />

Questo implica anche che l’esecuzione effettiva delle operazioni pratiche di cui è costituito il<br />

processo di preparazione, possa essere condotta anche da personale tecnico, che normalmente<br />

non possiede le conoscenze teoriche necessarie a comprendere appieno il funzionamento del<br />

processo stesso. Ciò nonostante, è ragionevole ritenere che la programmazione, la gestione ed il<br />

controllo del processo debbano essere comunque attribuiti a personale qualificato <strong>in</strong> grado di<br />

conoscere perfettamente tutti i dettagli del processo e, qu<strong>in</strong>di, di assicurarne la corretta<br />

esecuzione e riproducibilità <strong>in</strong>tervenendo, se necessario, per risolvere le eventuali situazioni di<br />

criticità.<br />

La grande ricchezza di possibili forme chimiche che si riscontrano studiando la struttura<br />

molecolare dei radiofarmaci comunemente impiegati <strong>in</strong> <strong>Medic<strong>in</strong>a</strong> <strong>Nucleare</strong>, assieme alla varietà<br />

di procedure s<strong>in</strong>tetiche utilizzate per la loro preparazione, richiede che il radiochimico sia <strong>in</strong><br />

possesso di una estesa conoscenza dei vari settori <strong>della</strong> scienze chimiche, che vanno dalla<br />

chimica dei composti <strong>in</strong>organici a quella dei composti organici e delle biomolecole, per f<strong>in</strong>ire<br />

alla chimica analitica. A ciò occorre aggiungere la necessità di dover conoscere i pr<strong>in</strong>cipi<br />

fondamentali <strong>della</strong> fisica delle radiazioni, del funzionamento dei rivelatori <strong>della</strong> radioattività e<br />

<strong>della</strong> radioprotezione, nonché gli elementi essenziali delle scienze farmaceutiche, <strong>della</strong> biologia<br />

e biochimica cellulare e <strong>della</strong> microbiologia. Appare, qu<strong>in</strong>di, evidente come questa figura debba<br />

essere caratterizzata da una spiccata formazione <strong>in</strong>terdiscipl<strong>in</strong>are, che attualmente è assai<br />

difficile reperire all’<strong>in</strong>terno dei corsi universitari ufficiali. E’ per questo che, nel passato, le<br />

funzioni del radiochimico sono state ricoperte da personale proveniente dai più disparati<br />

percorsi culturali come la chimica, la biologia, la farmacia e, a volte, la medic<strong>in</strong>a. Un’esatta<br />

def<strong>in</strong>izione di questa figura professionale e del suo percorso formativo sarebbe, qu<strong>in</strong>di,<br />

auspicabile e giustificata dalla necessità di dover disporre di personale qualificato e capace di<br />

gestire compiutamente, ed <strong>in</strong> maniera affidabile, quel segmento del sistema di qualità <strong>in</strong><br />

<strong>Medic<strong>in</strong>a</strong> <strong>Nucleare</strong> che riguarda la produzione ed il controllo di qualità dei radiofarmaci.<br />

L’evoluzione storica <strong>della</strong> scienza dei radiofarmaci offre un esempio evidente di come il<br />

procedere dello sviluppo scientifico e delle sue applicazioni tecnologiche possa far emergere<br />

nuove figure professionali che sono, poi, difficili da classificare all’<strong>in</strong>terno delle categorie<br />

riconosciute. Infatti, se all’<strong>in</strong>izio l’uso di sostanze marcate era ristretto all’ambito degli studi<br />

biologici di base, <strong>in</strong> cui la marcatura era eseguita su componenti macromolecolari come prote<strong>in</strong>e<br />

ed acidi nucleici, o su cellule isolate, la scoperta dei primi agenti per la sc<strong>in</strong>tigrafia del sistema<br />

scheletrico, marcati con tecnezio-99m, aprì la porta ad una possibile più ampia utilizzazione dei<br />

radiotraccianti <strong>in</strong> diagnostica medico-nucleare. Anche <strong>in</strong> questo caso, tuttavia, la preparazione<br />

del radiofarmaco non era condotta seguendo precise strategie s<strong>in</strong>tetiche, anzi non si discostava<br />

molto dall’atto di eseguire un semplice mescolamento del radionuclide con la sostanza da<br />

marcare ed attendere il risultato f<strong>in</strong>ale (non si dimentichi che quello che viene ancora oggi<br />

chiamato un tracciante diagnostico per lo scheletro, marcato con tecnezio-99m, è costituito, <strong>in</strong><br />

realtà, da una miscela di almeno quattordici composti diversi la cui natura chimica non è mai<br />

stata chiaramente determ<strong>in</strong>ata). E’ evidente che, per progettare e produrre questi radiofarmaci<br />

non era necessario possedere conoscenze chimiche approfondite, e le preparazioni potevano<br />

essere condotte da personale non particolarmente addestrato. La situazione cambiò<br />

drasticamente durante l’epoca dello sviluppo dei traccianti di perfusione cardiaca del tecnezio-<br />

99m. Queste molecole furono progettate a partire da un’ipotesi teorica precisa (l’idea <strong>della</strong><br />

La figura del radiofarmacista/radiochimico

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