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Quaderni di Cultura e Progetto del Colore - Istituto Del Colore

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EVENTI / MOSTRE [ (1 + 2) 3 4 ]<br />

Terre Vulnerabili – a growing exhibition<br />

Quattro mostre che crescono e si innestano<br />

mutando una nell’altra<br />

quando: Ottobre 2010 - Maggio 2011<br />

dove: Hangar Bicocca - Milano<br />

progetto <strong>di</strong>:Chiara Bertola curato con Andrea Lissoni<br />

Terre Vulnerabili – a growing exhibition<br />

quattro mostre che crescono e si innestano mutando una nell’altra<br />

Da ottobre 2010 a maggio 2011<br />

progetto <strong>di</strong> Chiara Bertola curato con Andrea Lissoni<br />

Dal 21 ottobre la prima mostra Le soluzioni vere arrivano dal basso*<br />

con gli artisti: Ackroyd & Harvey / Mario Airò / Stefano Arienti / Alice<br />

Cattaneo / Elisabetta Di Maggio / Rä <strong>di</strong> Martino / Yona Friedman / Alberto<br />

Garutti / Gelitin / Mona Hatoum/ Christiane Löhr / Ermanno Olmi / Hans<br />

Op de Beeck (*Yona Friedman)<br />

Inaugura il 21 ottobre la prima mostra <strong>del</strong> progetto Terre Vulnerabili<br />

che segna la <strong>di</strong>rezione artistica <strong>di</strong> Chiara Bertola all’HangarBicocca. Un<br />

progetto fortemente innovativo, sia nel suo farsi – gli artisti prescelti<br />

hanno partecipato a vari incontri a partire dal settembre 2009 con<strong>di</strong>videndo<br />

il proprio lavoro, mo<strong>di</strong>ficandolo o trasformandolo per accordarlo<br />

agli altri e realizzando opere significative e site specific o comunque<br />

ripensate per lo spazio <strong>di</strong> HangarBicocca – sia nella modalità <strong>di</strong> esposizione<br />

– si tratta <strong>di</strong> quattro mostre che coprono un periodo <strong>di</strong> otto mesi,<br />

in quattro fasi come quelle lunari, la prima da ottobre (le altre seguono<br />

a gennaio, marzo, aprile 2011) per un totale <strong>di</strong> trenta artisti internazionali<br />

ed altrettante opere.<br />

La prima mostra vede la presenza <strong>di</strong> tre<strong>di</strong>ci importanti artisti, personalità<br />

molto <strong>di</strong>verse tra loro, con lavori <strong>di</strong>fferenti per <strong>di</strong>mensioni e materiali,<br />

alcuni <strong>di</strong> forte impatto emozionale, altri più concettuali e da scoprire<br />

indugiandovi; in tutti il concetto <strong>di</strong> vulnerabilità è declinato in modo<br />

sottile e personale. Tutti gli artisti <strong>del</strong> primo quarto restano anche nel<br />

secondo quarto - portandovi un nuovo lavoro o mo<strong>di</strong>ficando in parte<br />

l’opera già esposta - dove si aggiungono nuovi artisti e così via sino<br />

all’ultimo quarto, seguendo l’idea <strong>di</strong> un terreno fertile che “germoglia”,<br />

cresce nel tempo e mo<strong>di</strong>fica la visione <strong>di</strong> quanto esposto precedentemente.<br />

Ogni mostra rappresenta un momento espositivo unico, irripeti-<br />

bile e <strong>di</strong>verso rispetto all’altro come le <strong>di</strong>verse fasi <strong>del</strong>la vita.<br />

Un progetto in evoluzione, germinativo e organico, che si sviluppa nel<br />

tempo <strong>del</strong>la sua vita espositiva, permettendo al pubblico <strong>di</strong> prendersene<br />

cura e agli artisti <strong>di</strong> continuare a crescerlo e nutrirlo. L’idea è che<br />

l’opera <strong>di</strong> ogni artista non si cristallizzi una volta aperta la singola mostra,<br />

ma continui a crescere e a evolversi per l’intera durata <strong>del</strong> progetto<br />

con aggiunte, correzioni, <strong>di</strong>aloghi con gli altri artisti invitati e con il<br />

pubblico. Tutti gli artisti partecipano in modo continuativo alle <strong>di</strong>verse<br />

fasi <strong>del</strong>l'evento: ogni nuova fase si innesta su quella precedente, che<br />

non viene annullata ma “sommata” all’altra. In questo modo si rende il<br />

progetto “vivo”, facendolo proseguire al <strong>di</strong> là <strong>del</strong>la singola mostra: uno<br />

dei tasselli <strong>di</strong> un percorso più ampio e costantemente in movimento<br />

verso “qualcos’altro”.<br />

La vulnerabilità - <strong>di</strong>chiara Chiara Bertola - si esprime così non soltanto<br />

nelle opere ma anche in questa modalità curatoriale, basata soprattutto<br />

sul mutuo riconoscimento e sulla collaborazione tra gli artisti che<br />

necessariamente porta a vivere esperienze inaspettate. Si tratta <strong>di</strong> riconoscere<br />

la forza <strong>del</strong>la collaborazione, senza <strong>di</strong>menticare l’importanza<br />

<strong>di</strong> ogni in<strong>di</strong>vidualità, e <strong>di</strong> mettersi in gioco per arrivare a costruire una<br />

coralità, come in un’orchestra in cui i vari strumenti entrano progressivamente<br />

in armonia e risuonano insieme”.<br />

“Ma vulnerabilità - prosegue Bertola - è anche la capacità empatica che<br />

permette a noi umani <strong>di</strong> riconoscere ed accettare la propria responsabilità<br />

etica verso l'altro, la comunità e l'ambiente. Ed è intesa anche come<br />

una <strong>di</strong>mensione che si avvicina al vasto concetto <strong>di</strong> terra e <strong>di</strong> luogo <strong>di</strong><br />

appartenenza: attraverso le visioni degli artisti questi concetti - oggi<br />

appunto vulnerabili - <strong>di</strong>ventano percorribili dentro una nuova prospettiva<br />

<strong>di</strong> libertà e <strong>di</strong> evoluzione”.<br />

E infine vulnerabilità dei corpi come luogo d'incontro e <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo. “La<br />

<strong>di</strong>ssolvenza <strong>del</strong>le frontiere, la mescolanza <strong>del</strong>le etnie, la combinazione<br />

<strong>del</strong>le lingue - conclude Bertola - restituisce un luogo che necessariamente<br />

si riconosce soltanto a partire dalla stessa vulnerabilità e mobilità<br />

dei corpi che, spostandosi, creano, trasformano e articolano lo spazio<br />

che attraversano. Mentre la forza <strong>del</strong>la storia ha piegato la vulnerabilità<br />

dei corpi per sottometterli e opprimerli, oggi la vulnerabilità dei corpi<br />

riesce a piegare lo spazio che li circonda per trasformare quell'enorme<br />

non luogo in un luogo d’incontro e <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo. In un mondo che non ha<br />

paura <strong>di</strong> riconoscersi in<strong>di</strong>feso, scoperto, attaccabile, esposto e debole,<br />

proprio la debolezza e la vulnerabilità <strong>di</strong>ventano una forza”.<br />

Il progetto intende quin<strong>di</strong> in<strong>di</strong>care una <strong>di</strong>rezione e proporre un nuovo<br />

linguaggio in un momento in cui il nostro pianeta e i sistemi che lo governano<br />

danno importanti segni <strong>di</strong> ce<strong>di</strong>mento.<br />

Terre vulnerabili affida perciò il suo statement politico ed etico all’opera<br />

<strong>di</strong> due Maestri come Ermanno Olmi e Yona Friedman. Un regista e un<br />

architetto che hanno saputo portare, attraverso la loro opera, una riflessione<br />

che unisce memoria e speranza: «ritornare ad avere memoria<br />

Terre Vulnerabili<br />

perchè senza memoria non c’è futuro e senza senso <strong>del</strong> limite la terra<br />

madre si ribella» (Carlo Petrini). <strong>Del</strong> grande regista viene proiettato lo<br />

straor<strong>di</strong>nario film Terra madre, mentre Friedman propone la videoanimazione<br />

La terra spiegata agli extraterrestri dove illustra, nella forma<br />

dei suoi noti <strong>di</strong>segni a fumetto, i temi più importanti <strong>del</strong>la sua ricerca e<br />

Labirinto, un lavoro architettonico modulabile, concepito per rendere in<br />

scala “umana” gli enormi spazi <strong>di</strong> HangarBicocca.<br />

Gli artisti coinvolti nel progetto sono:<br />

Ackroyd & Harvey / Mario Airò / Stefano Arienti / Massimo Bartolini /<br />

Ludovica Carbotta / Alice Cattaneo / Elisabetta Di Maggio / Rä <strong>di</strong> Martino<br />

/ Bruna Esposito / Yona Friedman / Carlos Garaicoa / Alberto Garutti<br />

/ Gelitin / Nicolò Lombar<strong>di</strong> / Mona Hatoum / Invernomuto / Kimsooja /<br />

Christiane Löhr / Marcellvs L. / Margherita Morgantin / Ermanno Olmi /<br />

Roman Ondák / Hans Op De Beeck / A<strong>del</strong>e Prosdocimi / Remo Salvadori<br />

/ Alberto Ta<strong>di</strong>ello / Pascale Marthine Tayou / Nico Vascellari / Nari Ward<br />

94 COLORE<br />

COLORE 95

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