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16 Gli aironi coloniali in Toscana. Andamento, distribuzione e conservazione Metodi 17<br />

Presentazione dei risultati<br />

Dal momento che le popolazioni di aironi hanno mostrato negli anni un elevato dinamismo, modificando la<br />

localizzazione delle garzaie oppure occupandole in maniera discontinua, nella presentazione dei risultati<br />

si è scelto di aggregare i dati di differenti garzaie presenti entro aree di una certa estensione, ut<strong>il</strong>izzate<br />

come unità geografica di riferimento, per seguire l’andamento locale della popolazione e la distribuzione<br />

delle specie a livello regionale.<br />

Tale approccio è giustificato dal fatto che gli aironi possono reperire <strong>il</strong> cibo in ambienti posti anche a 15-<br />

20 ch<strong>il</strong>ometri dal sito di nidificazione e che quelli nidificanti in garzaie vicine tra loro possono condividere<br />

i luoghi di alimentazione. Inoltre, garzaie relativamente vicine mostrano spesso andamenti fluttuanti e<br />

complementari, suggerendo che nel tempo vi siano spostamenti di riproduttori da un sito all’altro. Pertanto,<br />

analisi basate sulla singola garzaia sono in molti casi insoddisfacenti perché portano a perdere di<br />

vista andamenti generali, enfatizzando fenomeni di valenza molto locale. Un approccio efficace alla conoscenza<br />

ed alla conservazione degli aironi deve quindi necessariamente fare riferimento a comprensori<br />

di una certa ampiezza e non soltanto ai siti di nidificazione, la cui protezione è fondamentale, ma non<br />

sufficiente per mantenere popolazioni vitali di questi uccelli.<br />

Le aree ut<strong>il</strong>izzate nella descrizione dei risultati sono le macrozone, individuate in tutto <strong>il</strong> territorio nazionale<br />

ai fini dei censimenti degli uccelli acquatici svernanti (Baccetti e Serra, 1994). Questi censimenti<br />

rientrano in un progetto internazionale di monitoraggio dell’avifauna acquatica (International Waterbird<br />

Census, IWC). Ciascuna macrozona può essere costituita dall’insieme di più zone umide distinte (paludi,<br />

laghi, stagni, corsi d’acqua naturali ed artificiali, bonifiche, corpi d’acqua artificiali, ecc) ma ut<strong>il</strong>izzate nel<br />

loro complesso dalle popolazioni di uccelli acquatici, che spesso vi svolgono attività differenti in momenti<br />

diversi della giornata o di una stagione, spostandosi tra di esse con movimenti pendolari. Ad esse si farà<br />

riferimento nel testo indicandole come zone IWC.<br />

In Toscana sono state individuate 303 zone IWC (Arcamone et al., 2007). Tale suddivisione, creata come<br />

detto per gli uccelli acquatici svernanti, costituisce di fatto un catasto regionale delle zone umide, almeno<br />

per quanto riguarda gli aspetti ornitologici. Infatti è evidente che tale suddivisione può essere considerata<br />

insoddisfacente ad esempio da parte di studiosi di altre discipline biologiche, come botanici, entomologi<br />

o erpetologi. Questi hanno a che fare con organismi immob<strong>il</strong>i o che si muovono su scale ridotte e sovente<br />

necessitano di connessioni dirette tra biotopi, condizioni queste molto diverse da quelle necessarie per<br />

molte specie di uccelli che sono in grado di ut<strong>il</strong>izzare con movimenti rapidi, spesso di tipo pendolare,<br />

habitat discontinui o ben differenziati.<br />

Nella trattazione, talvolta i confini delle macrozone ut<strong>il</strong>izzati per i censimenti degli uccelli acquatici svernanti<br />

sono stati modificati sulla base delle conoscenze sulle aree di foraggiamento degli aironi nidificanti<br />

in alcune garzaie, accorpando più macrozone tra loro o parti di esse. Pertanto, l’unità geografica di riferimento<br />

è costituita da aree corrispondenti alle macrozone individuate ai fini dei censimenti degli uccelli<br />

acquatici svernanti o da esse direttamente derivate.<br />

Per definire l’andamento delle popolazioni di aironi a differenti scale geografiche si fa riferimento oltre<br />

che ai dati raccolti nel corso della presente indagine a quelli presenti in bibliografia, peraltro spesso raccolti<br />

dagli stessi r<strong>il</strong>evatori. In particolare, come già accennato precedentemente, <strong>il</strong> primo anno per <strong>il</strong> quale<br />

si dispone di dati relativi all’intero territorio regionale è <strong>il</strong> 1981, quando fu svolta dall’università di Pavia<br />

un’indagine nazionale sugli aironi coloniali (Fasola et al., 1981). Un ulteriore contributo relativo a tutta<br />

la regione è costituito dalla pubblicazione di Scoccianti e Tinarelli (1999), mentre singole indagini locali<br />

sono citate di volta in volta. I dati raccolti nella presente indagine nel 2002 sono stati ut<strong>il</strong>izzati anche per<br />

<strong>il</strong> secondo censimento nazionale degli aironi coloniali (Fasola et al., 2007).<br />

Per quanto detto sopra, gli andamenti delle singole specie, per quanto riferiti al periodo 1981-2010,<br />

sono basati solo sugli anni per i quali vi siano dati riferiti all’intero territorio regionale. Poiché non tutte le<br />

garzaie sono state censite negli stessi anni e poiché alcune specie sono presenti solamente in alcune di<br />

esse, gli anni per i quali vengono presentati i dati ut<strong>il</strong>i a definire l’andamento delle popolazioni nidificanti<br />

in Toscana possono differire tra specie.<br />

Inoltre, nel caso in cui in un dato anno per una data specie mancassero solamente i conteggi relativi<br />

a una o poche garzaie che ospitano una frazione minoritaria della popolazione regionale, per valutare<br />

l’andamento della popolazione regionale ne è stata stimata la consistenza locale sulla base dei conteggi<br />

svolti negli anni immediatamente precedente e successivo.<br />

Gruppo di garzette al dormitorio (Foto R. Romanelli)<br />

É stato ut<strong>il</strong>izzato tale approccio, piuttosto che l’uso di programmi in grado di calcolare trend generali in<br />

base a serie temporali mancanti di alcuni dati (Pannekoek & van Strien, 1996), principalmente per due<br />

motivi: per nessuna specie si disponeva di una serie temporale completa per la maggior parte delle<br />

garzaie; si è osservato che in alcuni casi ad un decremento a scala locale o generale è stato associato<br />

l’incremento del numero complessivo di garzaie occupate. Questo approccio è risultato più che adeguato<br />

ai fini della presente indagine, <strong>il</strong> cui obiettivo è quello di fornire una valutazione di massima degli andamenti<br />

regionali, per la maggior parte delle specie molto marcati.<br />

La presentazione dei risultati è suddivisa in due parti, una prima dedicata alle singole specie ed una<br />

seconda a ciascuna area di nidificazione.<br />

La trattazione relativa alle singole specie è a sua volta suddivisa in sezioni:<br />

¡ status e distribuzione: sono presentati gli aspetti distributivi della specie a livello globale e continentale<br />

ed i suoi movimenti annuali, con particolare riferimento, ove possib<strong>il</strong>e, alle popolazioni italiane e<br />

toscane.<br />

¡ presenza storica della specie in Toscana: sono riassunte le informazioni disponib<strong>il</strong>i circa la presenza<br />

della specie prima del 1980 nella regione.<br />

¡ stato attuale: sono presentati i dati relativi a consistenza e distribuzione della specie in Toscana nel<br />

2010.<br />

¡ andamento: viene <strong>il</strong>lustrato l’andamento in termini numerici e distributivi della specie in Toscana, negli<br />

anni 1981-2010.<br />

¡ caratteristiche dei siti riproduttivi: sono sinteticamente descritte le caratteristiche ambientali dei siti<br />

ut<strong>il</strong>izzati per la riproduzione in Toscana, dal momento che ad oggi non è stato possib<strong>il</strong>e eseguire<br />

un’analisi di dettaglio misurando quantitativamente i parametri ambientali delle garzaie e mettendoli<br />

in relazione con l’occupazione (numero di anni, continuità e consistenza numerica) da parte delle<br />

singole specie.<br />

¡ aree di foraggiamento: ove esistenti, sono riassunti i risultati di specifiche indagini svolte in Toscana;<br />

sono inoltre presentate le indicazioni al riguardo desumib<strong>il</strong>i dall’analisi delle osservazioni di aironi

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