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36 Gli aironi coloniali in Toscana. Andamento, distribuzione e conservazione Le specie 37<br />

Tutela<br />

Per <strong>il</strong> continente europeo esistono valutazioni ripetute della consistenza<br />

dell’Airone rosso che permettono di seguirne l’andamento<br />

nel tempo: la popolazione nidificante era stata stimata in 49.000-<br />

100.000 coppie all’inizio degli anni ’90 ed era ritenuta in decremento<br />

generalizzato e dunque con uno stato di conservazione sfavorevole:<br />

era pertanto classificata come SPEC3 - Vulnerab<strong>il</strong>e (Tucker e<br />

Heath, 1994). Tale stima della consistenza era confermata pochi<br />

anni dopo, quando la popolazione europea era valutata in 49.000-<br />

105.000 coppie (Kushlan e Hafner, 2000). Successivamente, valutazioni<br />

forse più accurate relativamente alla Russia, hanno portato ad<br />

una profonda revisione di tali stime: la popolazione europea è stata<br />

valutata in 29.000-42.000 coppie, confermandone la classificazione<br />

come SPEC3-in (probab<strong>il</strong>e) declino (BirdLife International 2004).<br />

L’andamento della specie nel periodo esaminato è però alquanto<br />

differente all’interno del continente: dopo una prima fase di declino<br />

generalizzato tra <strong>il</strong> 1970 ed <strong>il</strong> 1990, l’Airone rosso ha conosciuto un<br />

recupero nell’Europa mediterranea e centrale mentre in quella orientale<br />

continuerebbe a diminuire. In particolare ciò avverrebbe proprio<br />

a carico della popolazione russa che rappresenta circa un terzo di<br />

quella dell’intero continente.<br />

La popolazione italiana rappresenta <strong>il</strong> 4-7% di quella europea (BirdLife<br />

International, 2004). I risultati dei censimenti nazionali riportano<br />

900 coppie nel 1981 (Fasola et al., 1981), oltre 1.000 nel 1986 e<br />

2.268 nel 2002 (Fasola et al., 2007), per circa <strong>il</strong> 70% concentrate<br />

nelle regioni nord-orientali (Em<strong>il</strong>ia-Romagna centro-orientale, Veneto<br />

e, in misura minore, Friuli-Venezia-Giulia). Per gli anni successivi al<br />

2002 non si hanno informazioni circa l’andamento della specie in<br />

tutto <strong>il</strong> paese: nell’Italia nord-occidentale essa è ulteriormente aumentata<br />

fino a circa 600 coppie (Fasola et al., 2010 e 2011); in<br />

Veneto <strong>il</strong> censimento eseguito nel 2009 ha registrato un calo di circa<br />

<strong>il</strong> 50% rispetto al 2002 (336-384 coppie contro 667) (Scarton et al.,<br />

2010); nel Lazio, dove la nidificazione avveniva in modo dubitativo in<br />

un singolo sito, si è consolidata intorno alle 10 coppie in quattro siti<br />

(Angelici et al., 2009).<br />

Nella lista rossa italiana lo stato di conservazione dell’Airone rosso<br />

è stato classificato di minima preoccupazione (LC; Peronace et al.,<br />

in stampa).<br />

L’andamento positivo registrato in Toscana nel corso degli ultimi<br />

trent’anni risulta quindi sim<strong>il</strong>e a quello osservato in Italia o almeno<br />

nella maggior parte del paese, anche se l’incremento osservato fino<br />

ai primi anni 2000 risulta più marcato a livello regionale.<br />

La popolazione toscana di Airone rosso rappresentava nel 1981<br />

circa <strong>il</strong> 4% di quella nazionale, mentre nel 2002 circa l’8%. Inoltre<br />

essa costituisce praticamente la totalità della popolazione dell’Italia<br />

peninsulare. La popolazione toscana è considerata vulnerab<strong>il</strong>e (Chiti-<br />

Batelli e Puglisi, 2008).<br />

L’Airone rosso è:<br />

- inserito nell’allegato I della Direttiva Uccelli (2009/147/CE);<br />

- inserito nell’allegato II della Convenzione di Berna;<br />

- inserito nell’allegato II della Convenzione di Bonn;<br />

- inserita tra le specie di interesse regionale ai sensi della LRT<br />

56/2000 e successive modifiche;<br />

- specie protetta ai sensi della LN 157/92.<br />

Airone bianco maggiore (Foto R.<br />

Romanelli)<br />

Airone bianco maggiore Casmerodius albus<br />

Specie politipica, la sua distribuzione include Nord e Sud-America,<br />

Europa, Asia ed Africa; Ardea modesta, talvolt a sottospecie<br />

dell’Airone bianco maggiore, è presente in Australia ed Asia sudorientale<br />

(Kushlan e Hancock, 2005).<br />

La sottospecie nominale è presente dall’Europa occidentale fino alla<br />

Cina settentrionale, in una fascia latitudinale che in Europa occidentale<br />

va dalle coste settentrionali del Mediterraneo all’Olanda mentre,<br />

verso est, scende attraverso la penisola balcanica fino all’Iran<br />

e a nord non supera l’isoterma di 20°C in luglio (Hagemeijer e Blair,<br />

1997; Kushlan e Hancock, 2005). All’interno del suo areale europeo,<br />

ha una distribuzione tutt’altro che uniforme, in parte frutto di una<br />

recente espansione verso ovest e che ha nell’Ungheria, Moldavia,<br />

Ucraina e Russia <strong>il</strong> nucleo di diffusione più continua; nel corso degli<br />

anni ’70 la sua presenza invernale è divenuta crescente nell’Europa<br />

occidentale ed è stata la premessa per l’insediamento di alcune piccole<br />

colonie, in particolare nei primi anni ’90, in paesi dove prima<br />

non nidificava, quali Olanda, Lettonia, Francia ed Italia (Hagemeijer<br />

e Blair, 1997; Kushlan e Hafner, 2000). La popolazione europea è<br />

concentrata in Russia (BirdLife International, 2004).<br />

Le popolazioni europee di Airone bianco maggiore sono migratrici<br />

parziali e dispersive; la migrazione autunnale sembra spesso indotta<br />

dalla formazione del ghiaccio e le aree di svernamento sono localizzate<br />

nell’Europa occidentale, nel bacino del Mediterraneo, ma è<br />

riportato anche un singolo dato di ricattura nell’Africa sub-sahariana<br />

di un individuo russo (Voisin, 1991; Kushlan e Hafner, 2000).<br />

In Toscana era una specie rara fino ai primi anni ’80, svernante regolare<br />

e migratrice; a partire dai primi anni ’90 si sono verificati casi di<br />

estivazione (Tellini Florenzano et al., 1997), cui ha fatto seguito nel<br />

2003 la prima nidificazione a Fucecchio (Bartolini, 2004). Attualmente<br />

quindi la specie è presente tutto l’anno, con massimi in periodo

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