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4 Gli aironi coloniali in Toscana. Andamento, distribuzione e conservazione<br />

Presentazione<br />

Paolo Banti<br />

Dirigente settore Politiche agroambientali, attività faunistica-Venatoria<br />

e pesca d<strong>il</strong>ettantistica della Regione Toscana<br />

La corretta gestione della fauna selvatica in Toscana non può<br />

prescindere da una approfondita conoscenza del territorio e delle<br />

specie presenti.<br />

Per questo la Regione ha sempre sostenuto le iniziative di studio<br />

e ricerca sul proprio territorio, avvalendosi degli esperti delle varie<br />

tematiche.<br />

Un libro sugli aironi è senz’altro molto significativo, perché non tratta<br />

solo la specie obiettivo, ma gli habitat, la qualità delle acque, i siti di<br />

nidificazione, le capacità trofiche del territorio.<br />

Gli aironi sono uccelli molto presenti in tutti i corsi d’acqua, compreso<br />

l’Arno nei suoi tratti cittadini e quindi a diretto contatto con la gente,<br />

che si ferma ad ammirarli dalle spallette dei ponti e li considera<br />

ormai una parte integrante del fiume. Sono un bellissimo esempio<br />

della biodiversità che caratterizza la Toscana, <strong>il</strong> loro grande incremento<br />

numerico indica sia che i nostri corsi d’acqua sono vivi, hanno<br />

una buona qualità delle acque e sono ricchi di prede, sia che i fattori<br />

limitanti per queste specie sono stati ridotti negli ultimi decenni.<br />

La Regione ha investito molto in miglioramenti ambientali, anche a<br />

fini faunistici, e ha limitato l’uso di prodotti chimici in agricoltura<br />

iniziative che sono andate a beneficio delle acque superficiali, avvantaggiando<br />

così la fauna, non solo ittica.<br />

Devo personalmente ringraziare gli autori, che da anni collaborano<br />

a tutte le iniziative in campo ornitologico, per la loro grande<br />

professionalità e conoscenza delle specie e degli habitat. Non è<br />

certo <strong>il</strong> primo lavoro che svolgono per enti pubblici e mi auguro di<br />

poter continuare a lungo una collaborazione improntata soprattutto<br />

sulla passione per l’avifauna.<br />

Questo libro rappresenta in primo luogo un forte contributo alla<br />

diffusione della conoscenza, della cultura, ma è anche uno strumento<br />

di lavoro per la programmazione delle iniziative pubbliche<br />

in campo agroambientale. Per me è anche motivo di soddisfazione<br />

personale, per l’apporto che <strong>il</strong> settore “Politiche Agroambientali”<br />

ha potuto dare all’iniziativa.<br />

Prefazione<br />

Mauro Fasola<br />

Docente Università di Pavia<br />

Gli aironi sono forse i più conosciuti protagonisti dell’avifauna italiana,<br />

che è stata storicamente trascurata come argomento di studio, pur<br />

essendo oggetto di grande attenzione venatoria e culinaria. E hanno<br />

costituito una piacevole componente dei nostri paesaggi da sempre,<br />

o almeno fin dall’inizio del ‘600 quando <strong>il</strong> naturalista Aldrovandi ne<br />

descriveva le colonie di nidificazione. Dall’inizio del ‘900 le popolazioni<br />

italiane delle varie specie di aironi sono state censite e monitorate, e<br />

dagli anni ’70 si è avuta la bella sorpresa di veder aumentare <strong>il</strong> numero<br />

delle loro colonie e dei nidi, con l’arrivo anche di nuove specie,<br />

l’Airone guardabuoi e l’Airone bianco. Questo aumento, che contrasta<br />

con la diminuzione di molte altre componenti della fauna italiana, ci<br />

aiuta a sperare che sia ancora possib<strong>il</strong>e mantenere una coesistenza<br />

equ<strong>il</strong>ibrata di uomo e natura nel nostro Paese.<br />

Anche in Toscana gli aironi si sono diffusi, dai soli quattro siti riproduttivi<br />

all’inizio degli anni ’80, fino ad occupare una trentina di siti negli<br />

anni recenti. La Regione Toscana è ora una delle aree più importanti<br />

in Italia per gli aironi coloniali, come mostra questo volume, ricco di<br />

moltissimi dati su vari aspetti della loro biologia riproduttiva. Sorprendono<br />

in questo volume la quantità delle notizie, la precisione dei dati<br />

topografici e demografici, e la durata pluriennale degli studi. Tutte<br />

queste informazioni sono state raccolte solo grazie all’impegno di<br />

molti studiosi della natura – infatti l’elenco dei collaboratori occupa<br />

quasi tutta la seconda pagina - e grazie alla sintesi di diversi studi<br />

che coprono un arco di trent’anni. Questo compendio sulla biologia<br />

degli aironi coloniali in Toscana offre, agli amministratori competenti<br />

e al pubblico sempre più interessato ai temi naturali, una preziosa<br />

base di informazioni tecniche per la conservazione e per un’adeguata<br />

gestione delle zone umide e della loro fauna.<br />

L’incremento degli aironi pare sia dovuto in gran parte alla rinnovata<br />

pacifica coesistenza, cioè grazie alle minori uccisioni per bracconaggio.<br />

Ma se vorremo che gli aironi continuino ad abbellire <strong>il</strong> paesaggio<br />

con la loro elegante presenza, sarà necessario mantenere i loro<br />

ambienti di nidificazione e una generale qualità degli ambienti umidi.<br />

Tutti noi, toscani e italiani, e anche i turisti che ci visitano, saremo<br />

certamente più appagati se vivremo in ambienti ricchi di biodiversità.<br />

Gli aironi sono testimoni della qualità dell’ambiente ove viviamo, e ci<br />

aiutano come “specie bandiera” a mantenere vitali i pochi ambienti<br />

umidi semi-naturali, con tutta la tipica flora e fauna.<br />

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