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72 Gli aironi coloniali in Toscana. Andamento, distribuzione e conservazione Le specie 73<br />

Svernamento<br />

Lo svernamento della specie in Toscana è diffic<strong>il</strong>mente r<strong>il</strong>evab<strong>il</strong>e a<br />

causa delle abitudini strettamente notturne nel periodo invernale. I<br />

primi dati risalgono al dicembre 1990 per <strong>il</strong> Lago di Massaciuccoli,<br />

ma dal 1992 è stata rinvenuta con regolarità (Fig. 42) lungo <strong>il</strong> corso<br />

dell’Arno in provincia di Firenze e Pisa, ed in maniera più occasionale<br />

nel Valdarno superiore, in Valdichiana e lungo <strong>il</strong> basso corso<br />

dell’Ombrone: non in tutte le località, però, la presenza della specie<br />

è stata r<strong>il</strong>evata in anni recenti (Fig. 43). Le difficoltà di individuazione<br />

e censimento di questi piccoli gruppi non permettono di definire con<br />

precisione l’andamento della specie in periodo invernale (Arcamone<br />

et al., 2007); è tuttavia probab<strong>il</strong>e che questo sia positivo, certamente<br />

i conteggi fino a circa 60 individui compiuti negli ultimi anni devono<br />

essere considerati valutazioni per difetto.<br />

Figura 42 – Numero di individui di Nitticora censiti in Toscana nel mese di gennaio nel periodo 1991-2010 e numero<br />

di zone IWC occupate.<br />

Figura 43 – Presenza invernale della Nitticora. A sinistra: numero medio di individui censiti nel mese di gennaio degli<br />

anni 2006-10 nelle zone umide individuate per <strong>il</strong> progetto IWC; a destra, numero di individui conteggiati presso i dormitori<br />

nel 2009 (due dormitori ut<strong>il</strong>izzati ma non censiti nel 2009 sono indicati da un rombo entro un cerchio bianco).<br />

I simboli sono proporzionali al numero di individui e sono riferiti alla medesima scala.<br />

Stato di conservazione<br />

La consistenza della Nitticora si è fortemente ridotta nel corso del<br />

XIX secolo a causa della persecuzione diretta e della distruzione<br />

dell’habitat; dopo la seconda guerra mondiale la specie ha fatto registrare<br />

un andamento positivo, in alcuni casi originato dall’insediamento<br />

artificiale di colonie, e fac<strong>il</strong>itato, in alcuni paesi come l’Italia,<br />

dall’espansione della coltivazione del riso (Kushlan e Hafner, 2000).<br />

La popolazione mondiale di Nitticora è considerata avere uno stato di<br />

conservazione di minima preoccupazione (least concern; IUCN, 2008).<br />

Le stime ripetute della consistenza della popolazione continentale<br />

e le valutazioni sul suo andamento permettono di seguire l’evolversi<br />

dello stato di conservazione della specie in Europa. All’inizio<br />

degli anni ’90 la consistenza della Nitticora era stimata in 51.000-<br />

71.000 coppie, in moderato declino complessivo, seppure questo<br />

andamento era dovuto alla somma di tendenza nazionali diverse<br />

all’interno del continente; pertanto la specie era classificata come<br />

SPEC3 – in declino (Tucker e Heath, 1994). Tale valutazione era sostanzialmente<br />

confermata dopo pochi anni, quando la popolazione<br />

europea fu stimata in 50.000-75.000 coppie (Kushlan e Hafner,<br />

2000). Nel 2000 tale stima fu rivista in 63.000-87.000 coppie,<br />

con un trend generale stab<strong>il</strong>e, determinato da un suo decremento<br />

in alcuni paesi secondari per la specie e dal fatto che in altri in cui<br />

la Nitticora si concentra, fosse stab<strong>il</strong>e o fluttuante; <strong>il</strong> suo stato fu<br />

definito, sulla base di un moderato declino avventuo nel passato,<br />

SPEC3 – indebolito (BirdLife International, 2004). Le differenze riscontrate<br />

nelle tre valutazioni successive sono da ricondursi principalmente<br />

ad una miglior conoscenza dell’andamento delle diverse<br />

popolazioni, in particolare di quelle più numerose, piuttosto che a<br />

effettive variazioni numeriche.<br />

La popolazione italiana è particolarmente numerosa e nel 2000<br />

era pari a circa <strong>il</strong> 14-22% di quella continentale (BirdLife International,<br />

2004). La sua consistenza era stata valutata in circa 17.000<br />

coppie nel 1981 (Fasola et al., 1981), di poco inferiore (16.650)<br />

nel 1986 e di meno di 14.000 nel 2002 (Fasola et al., 2007). La<br />

distribuzione della specie è fortemente eterogenea: nell’Italia nordoccidentale,<br />

nell’area delle coltivazione intensiva del riso che si<br />

estende tra Piemonte e Lombardia, nel 2002 ha nidificato <strong>il</strong> 75%<br />

circa delle Nitticore italiane, mentre le regioni meridionali ed insulari<br />

ospitavano nel 2002 complessivamente circa l’1% della popolazione<br />

nazionale.<br />

Confrontando i risultati del censimento del 1981 con quello del<br />

2002, si osserva che l’andamento delle specie però è risultato<br />

divergere tra i vari settori del paese: nell’Italia nord-occidentale è<br />

diminuita, passando da 15.340 coppie in 40 garzaie a 9.940 in 55;<br />

nell’Italia nord-occidentale è aumentata in Em<strong>il</strong>ia Romagna e diminuita<br />

in Veneto e Friuli Venezia Giulia, con una riduzione complessiva<br />

da 2.850 a 2.147 coppie; nell’Italia centrale, dove la specie è<br />

fortemente concentrata in Toscana, si è insediata nel corso degli<br />

anni ’80 e nel 2002 vi erano oltre 1.200 coppie.

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