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18 PRE LAUREA Analisi cliniche e nutrizione, servono nuovi insegnamenti Occorre una formazione continua e aggiornata di Ilaria Noro Più elasticità e attenzione ai dettami richiesti oggi da una professione, quella del farmacista, in continuo mutamento e sviluppo. È questa la rivoluzione che i corsi di laurea in farmacia delle università italiane dovrebbero effettuare, superando un approccio al mestiere improntato sulla chimica e adottando un indirizzo più biologico e clinico. «L’orizzonte è rappresentato dalla farmacologia clinica, in cui il neolaureato, ben lontano dal sostituirsi agli altri attori sanitari, è chiamato a lavorare quotidianamente in sinergia con loro, dai medici agli infermieri. In sostanza, l’iter di formazione universitaria in Italia ha bisogno di essere ammodernato. In tal senso la situazione è
positiva, perché si sta riaprendo un dialogo con il mondo accademico che si era affievolito negli anni scorsi», spiega Felice Ribaldone, componente del Comitato centrale della Federazione Ordini Farmacisti Italiani (Fofi) e dell’attuale Commissione nazionale Ecm, oltre che Presidente dell’Ordine di Genova. L’obiettivo è quello di preparare i laureandi alle nuove sfide che impone la professione, a nuovi orizzonti che stanno sempre più affermandosi e che non vanno trascurati. «Mi riferisco, ad esempio, alle medicine alternative. Una realtà che l’università ignora, ma con cui il giovane farmacista comincia a confrontarsi nel momento in cui inizia a lavorare. Ciò non significa legittimare scientificamente quest’ambito, ma nemmeno ignorare un settore sempre più richiesto dalla gente, dai clienti», commenta Ribaldone, proponendo piani di studio che prevedano nuove materie. Non farmaceutiche, queste, ma comunque di grande interesse nel lavoro quotidiano, come la cosmetica, la nutrizione, le analisi cliniche. Inoltre, a detta di Ribaldone, «il mondo accademico dovrebbe aprirsi a una condivisione di piani di studio e tendenze con il resto d’Europa». Un aspetto positivo delle attuali università italiane è il tirocinio, i sei mesi di stage in farmacia, che lo stesso Ribaldone ha definito «un periodo altamente formativo e fondamentale nel percorso universitario». Ma sarebbe un errore pensare che la formazione si concluda dopo aver conseguito il titolo di studio oppure con i tirocini postlaurea. Al contrario, oggi, gli sforzi formativi devono essere continui, aggiornati, plasmati sui repentini mutamenti della professione, che si prefigurano esponenziali per i prossimi anni. A tal proposito, la Conferenza Stato-Regioni ha recentemente redatto le nuove regole del programma Ecm, approvando il documento sul “Riordino del Sistema di AL BANCONE Formazione Continua”. Questo riordino contempla il raggiungimento, da parte del singolo professionista FELICE RIBALDONE (FOFI) operante nel mondo della sanità, di 50 crediti formativi annuali, fino a un totale di 150 crediti da fare propri durante il triennio 2008-2010. Per questo conseguimento il professionista potrà utilizzare fino ad un massimo di 60 crediti formativi acquisiti durante il periodo 2004- 2007. Le novità fondamentali apportate dal nuovo documento riguardano però principalmente il ruolo degli Ordini, dei Collegi professionali e quello della futura Commissione Ecm. «Finalmente all’interno di questo progetto saranno tutti operativi e l’accreditamento sarà doppio, a livello regionale e nazionale. Inoltre questo accreditamento non sarà più dei singoli eventi, ma dei provider che potranno fornire dei programmi organizzativi. Da sottolineare che il ruolo degli Ordini diventerà attivo e fondamentale. Fino ad ora il loro compito era stato solo di suggerimento alla formazione, mentre ora potranno partecipare attivamente alla certificazione e all’attestazione dei progetti organizzati per i sanitari», spiega Ribaldone, delineando una situazione negli Ordini italiani a macchia di leopardo. Con punte di eccellenza, come in Lombardia e in alcune regioni del Sud Italia, che però avanzano in modo non coordinato, favorendo così lo sviluppo di una crescente disomogeneità a livello nazionale. «È essenziale stipulare delle linee guida uniche e condivise nella formazione di ogni professionista» precisa Ribaldone, soddisfatto che il nuovo codice Ecm sia stato ben accolto dagli Ordini e abbia intrapreso positivamente, all’interno della Finanziaria passata alla Camera e ora in discussione al Senato, il regolare iter istituzionale. ■ 19
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