frammenti - Maya Idee
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«ESSERE DIRETTORE HA CREATO<br />
PROBLEMI DI COPPIA»<br />
«Avrei tanto desiderato un secondo bambino,<br />
ma con la mia attività lavorativa ho<br />
preferito rinunciare. Inoltre, non ho appoggi<br />
familiari perché i miei genitori vivono lontani.<br />
L’orario di lavoro è di 38 ore settimanali,<br />
a cui si sommano le riunioni». Così racconta<br />
Daniela Barrera, 48 anni, farmacista<br />
ospedaliero direttore ad Aosta. «Anche mio<br />
marito ha un’attività altrettanto impegnativa<br />
– continua – e qualcuno dei due deve<br />
rinunciare ai sogni di carriera e la questione<br />
è complessa. Nel mio caso è stato mio<br />
marito a scegliere il part-time, ma per questa<br />
sua decisione ho comunque pagato un<br />
prezzo». Quale? «La sua insoddisfazione è<br />
ricaduta sulla coppia, sommandosi alla mia<br />
stanchezza. Così si è creata una situazione<br />
difficile, basata sul silenzio e sull’incomunicabilità.<br />
La mia attività è soprattutto di coordinamento:<br />
ho quaranta collaboratori da<br />
gestire e sono responsabile del benessere<br />
di molti utenti. La decisionalità che devo<br />
mettere in campo per svolgere il mio lavoro<br />
è indispensabile per il servizio, ma non è<br />
altrettanto utile con il mio compagno e con<br />
mia figlia. Con loro sono indispensabili valori<br />
diversi: attesa, cura, pazienza». Non è<br />
facile mettere insieme la Daniela direttore<br />
e la Daniela mamma, come spiega lei stessa:<br />
«Credo che la nostra psiche sia formata<br />
da vasi comunicanti e non si può essere<br />
nel pomeriggio determinate, concentrate,<br />
grintose e alla sera tranquille, rassicuranti,<br />
pronte a coccolare la propria bambina. Per<br />
non parlare degli aspetti pratici: i supermercati<br />
sono ancora chiusi quando entro al lavoro<br />
e così sono costretta a fare la spesa di<br />
sera, sottraendo ulteriore tempo alla famiglia.<br />
Sono figlia di una generazione che ha<br />
combattuto per il lavoro femminile, ma ora<br />
sono in una fase di grande ripensamento».<br />
«Se tornassi indietro rifarei le stesse cose<br />
– commenta Barrera – ma mi batterei per<br />
dare un volto più umano al lavoro femminile.<br />
Che non deve necessariamente essere<br />
la fotocopia di quello maschile».<br />
«ESSERE MAMMA VUOL DIRE<br />
NON FARE CARRIERA»<br />
«Ho due bambini piccoli, uno di tre anni e<br />
l’altro di 18 mesi e vivo in una città del Sud<br />
dove servizi, asili, mezzi pubblici funzionano<br />
poco e male – dichiara Lucia Abbate, farmacista<br />
ospedaliera a Palermo - mi piace il<br />
mio lavoro, ma so che non farò carriera e<br />
che dovrò sempre accettare ruoli marginali<br />
se voglio essere anche mamma. Oggi il<br />
mercato del lavoro in questo settore è focalizzato<br />
al raggiungimento degli obiettivi e<br />
tiene poco conto delle persone e dei loro<br />
problemi. La dirigenza è maschile e considera<br />
l’essere impegnate anche sul fronte<br />
familiare una difficoltà e non una ricchezza.<br />
Purtroppo. Mi auguro tanto che in un futuro<br />
prossimo le cose possano cambiare». ■<br />
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