frammenti - Maya Idee

la bacheca
la commessa perché lavora nella farmacia
da più tempo di me, se lo farò velocemente
tu lo considererai un atto di pietà». Nelle
strofe successive la rockstar di religione
mormona spiega che questa donna è talmente
acida da consegnare ai malati medicine
scadute. Nello stesso disco troviamo
pure «Cloud on my tongue», in cui gli psicofarmaci
da lei ingeriti vengono paragonati
a delle nuvole, quelle sulla lingua del titolo,
che rendono buie e grigie le sue giornate.
La rock-band grundge Bush nel suo secondo
successo «Razorblade suitcase»
del 1995 ha scritto una canzone intitolata
«Swallowed», cioè «ingoiato». Il cantante
inglese Gavin Rossdale arriva a considerarere
la propria storia con la fidanzata
come una pillola difficilmente mandata giù.
Lo stesso gruppo, nel cd del 1999, «The
science of things», nella prima canzone,
«Warm machine», narra le sensazioni dopo
aver ingerito un antidepressivo, descrivendo
«gli strani volti che appaiono ai miei
occhi» e «le infinite e tortuose strade da
percorrere». La canzone migliore dell’album,
«The chemicals between us», narra
di una relazione drasticamente interrotta,
difficile da dimenticare: così si deve appunto
ricorrere all’utilizzo de «i farmaci tra di
noi». Anche la rinomata popsinger irlandese
Sinead O’Connor, nella rilettura del successo
di Prince «Nothing compares 2 u»
del 1986, ricorda che il fidanzato ha deciso
di lasciarla. Pur flirtando per disperazione
con alcuni giovani nei pub o nei ristoranti,
lei non riesce a farsene una ragione e nemmeno
un farmacista, con i suoi “scientifici
strumenti”, riesce a porre fine alla tragedia
dell’artista.
In Italia, non manca il rapporto tra rock demenziale
e mondo dei farmaci. Il gruppo
più famoso è «Elio e le storie tese», che in
«Arriva clistere» dedica un inno alle fantastiche
virtù di questo, considerandolo una
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«grandiosa soluzione per i miei mali,ahi
ahi ahi!». Nel 1989, nel loro primo disco di
successo, Elio impersona un marito e il tastierista
Rocco Tanica una moglie in «Cara
ti amo, il farmacista», in cui si narra il tradimento
della coniuge con il proprietario
di un nuovo esercizio vicino alla casa della
coppia. Nello stesso genere si trovano gli
Squallor, con una discreta fama negli anni
Settanta, che scrissero «Curnutune», nel
cui videoclip appaiono vestiti con il camice
bianco.
Oggi nei locali che animano le notti della
provincia di Macerata si tengono i concerti
de «I farmacisti», di nome e di fatto,
band che vuole curare corpo e anima degli
spettatori cantando strofe comiche, come
«Supposta, yeah» per esempio. E, non a
caso, i tre componenti del gruppo hanno
nomi d’arte scelti tra le malattie più imbarazzanti
per chi le contrae.
Nell’ambito di una musica più seria e colta,
si pensi al genio genovese di Fabrizio De
Andrè che, traducendo le poesie di Edgar
Lee Masters e di Aldous Huxley, scrisse
«Un chimico». La canzone riprende le liriche
di «Trainor il farmacista», in cui quest’ultimo
muore dopo una vita lontana dalle
“reazioni chimiche” tra un uomo e una
donna, ma vicina a quelle dei vari elementi
presenti nel suo laboratorio.
Recentemente anche la cantante catanese
Carmen Consoli, nella sua ultima opera
«Bambina impertinente», ricorda un farmacista
che le negò una confezione di profilattici
perché tredicenne, mentre in «Orfeo»
narra i «risvegli faticosi e lenti dopo aver
preso un sonnifero». Da segnalare pure
che la nazionale calcistica cantanti, con
Mogol, Eros Ramazzotti e Gianni Morandi,
sfidò quella dei farmacisti negli stadi italiani
a scopo benefico. ■