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frammenti - Maya Idee

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sede, che a Firenze passano da 10 a 5. Ma<br />

Bilia minimizza: «A lungo termine questo può<br />

anche rivelarsi un aspetto positivo, in quanto<br />

a ciascun iscritto verrà garantito un impiego<br />

più adeguato alla preparazione raggiunta. È<br />

inutile fornire master e specializzazioni che<br />

poi non arrecano un reale vantaggio in termini<br />

di posizione lavorativa». Per quanto riguarda<br />

i criteri di accesso, Bilia sostiene che «rimarranno<br />

comunque i medesimi. L’ingresso<br />

sarà regolato da numero chiuso, con esame<br />

scritto, prova orale, prova linguistica. Poi verrà<br />

stilata la graduatoria finale che tiene conto,<br />

oltre che delle prove, del curriculum scolastico<br />

dello studente: voto di laurea, eventuali<br />

pubblicazioni, voti di alcuni esami inerenti<br />

alla Scuola, come ad esempio Tecnica e legislazione<br />

farmaceutica e Farmacologia». Sul<br />

fatto che la riforma possa prendere il via il<br />

prossimo anno, le voci sono tuttora confuse<br />

e contrastanti. A detta di Bilia, la lentezza è<br />

imputabile alla «burocrazia. Per molti aspetti<br />

comunque noi ci siamo già adeguati alla<br />

riforma. Da due anni, ad esempio, abbiamo<br />

ottenuto l’accreditamento della Conferenza<br />

dei rettori delle università italiane (Crui), un<br />

riconoscimento importante». I passi futuri?<br />

«Rivedere il programma valutando l’effettivo<br />

carico didattico» risponde Bilia, che conclude:<br />

«Credo molto nell’utilità della Scuola<br />

di specializzazione, che tuttora rappresenta<br />

24<br />

POST LAUREA<br />

un momento di crescita, un’occasione per<br />

sviluppare la propria professionalità. Del resto,<br />

anche in altri Paesi, come ad esempio<br />

la Spagna o la Danimarca, viene riconosciuta<br />

la validità della Scuola italiana. Inoltre, anche<br />

la Sifo ha sempre approvato l’esistenza della<br />

Scuola, sostenendola e confermandone l’utilità».<br />

PERUGIA<br />

«IL MINISTERO GENERA LENTEZZA<br />

E CONFUSIONE»<br />

Pro e contro. Li mette subito sul piatto della<br />

bilancia, Maurizio Ricci, direttore della<br />

Scuola di specializzazione in Farmacia<br />

ospedaliera dell’Università di Perugia,<br />

quando si tratta di esprimere un parere sulla<br />

riforma. Per lui il cambiamento più rilevante,<br />

vero e proprio fiore all’occhiello della normativa,<br />

è l’obbligo di svolgere il 70 per cento<br />

della formazione nei servizi farmaceutici<br />

ospedalieri e territoriali. «Gli elementi positivi<br />

sono molti, a cominciare dall’applicazione<br />

del tempo pieno – sostiene – finalmente lo<br />

specializzando avrà l’opportunità di compiere<br />

il tanto auspicato passo avanti verso la figura<br />

del farmacista clinico. Criticabile è invece<br />

la confusione generata dagli organi tecnici<br />

del Ministero che, concependo la riforma<br />

soprattutto per le Scuole di area medica,<br />

hanno perso di vista le diversità tra queste

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