frammenti - Maya Idee
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POST LAUREA<br />
per scadere. Ho scelto questo corso di<br />
studi perché non mi piace dedicarmi alla<br />
vendita diretta dei farmaci, per carattere<br />
amo studiare e andare al cuore delle cose.<br />
E, secondo me, la farmacia ospedaliera<br />
consente proprio questo affondo. Faccio<br />
un esempio: durante il corso universitario<br />
mi piacevano i seminari monografici<br />
sull’alimentazione. Argomenti che però<br />
venivano trattati in modo superficiale e un<br />
po’ retrò. Durante la specializzazione ho<br />
approfondito il nutrimento per endovena,<br />
coordinato al settore citotossici, orientato<br />
cioè alla preparazione di flebo per malati<br />
oncologici. Altro aspetto positivo della Scuola<br />
di specializzazione è quello di poter seguire<br />
tutto l’iter di una molecola: preparazione,<br />
consegna in reparto, distribuzione coordinata<br />
con i clinici. Il farmacista si sente così parte<br />
attiva del processo di guarigione. Unico<br />
neo di questo corso di studi è la difficoltà<br />
a trovare il lavoro per il quale abbiamo<br />
studiato. E la conseguenza di questo è<br />
un’ovvietà, ma vale la pena di ricordarla:<br />
dopo aver faticato come matti per tre anni<br />
e aver acquisito una iper-specializzazione, si<br />
torna al punto di partenza. Cioè si è costretti<br />
a ripiegare su lavori che avrebbero richiesto<br />
meno studio, meno approfondimento,<br />
meno investimento di denaro».<br />
30<br />
EVA FENICIA, NAPOLI<br />
«Sto frequentando l’ultimo anno della<br />
Scuola di specializzazione in Farmacia<br />
ospedaliera e sento che il mio futuro ruolo<br />
potrebbe essere molto importante. Uso il<br />
condizionale perché purtroppo non so se<br />
riuscirò a trovare lavoro come farmacista<br />
ospedaliera. Eppure mi piace in modo<br />
particolare il corso di studi perché questa<br />
figura professionale è un necessario<br />
anello di congiunzione tra il clinico, il<br />
microbiologo e il paziente. Suo compito<br />
è quello di verificare che il farmaco venga<br />
usato correttamente, alle dosi corrette e<br />
con le modalità opportune. In particolare,<br />
l’attività di controllo sull’utilizzo quantitativo<br />
e qualitativo delle molecole è cruciale<br />
per quanto riguarda l’uso di antinfettivi,<br />
antibiotici, chemioterapici. Il farmacista<br />
ospedaliero si occupa anche della<br />
distribuzione diretta dei farmaci ai pazienti<br />
ricoverati, è impegnato in un continuo<br />
aggiornamento, deve documentarsi sui<br />
prodotti in corso di registrazione e in fase<br />
di studio in Italia o all’estero: tutto questo<br />
rende molto viva la professione. Ciò che<br />
non premia lo specializzato è la difficoltà<br />
enorme nel trovare lavoro».