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n. 244 - Amici di Monte Mario

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La lettera<br />

A proposito del Foro Italico<br />

Sarò estremamente grato se verranno pubblicate alcune rettifiche e precisazioni<br />

riguardanti il Foro stesso.<br />

Nel 1926 il Capo del Governo incaricò Renato Ricci [presidente dell’Opera<br />

Nazionale Balilla e sottosegretario <strong>di</strong> Stato all’Educazione Nazionale<br />

n.d.r.] <strong>di</strong> creare una organizzazione per l’educazione morale civile e sportiva<br />

della gioventù italiana. Così nacque l’opera Nazionale Balilla. Peraltro<br />

Ricci fu scelto per la sua posizione politica e culturale: valoroso combattente<br />

pluridecorato della Guerra Mon<strong>di</strong>ale, uomo <strong>di</strong> punta per l’Impresa<br />

Fiumana e per la conquista <strong>di</strong> Zara, ambasciatore <strong>di</strong> D’Annunzio presso<br />

il Governatore della Dalmazia. Vicesegretario del Partito, Deputato al<br />

Parlamento, Presidente <strong>di</strong> Consorzio Marmi, Sottosegretario per l’Educazione<br />

Nazionale.<br />

Innanzi tutto il Foro fu ideato da Renato Ricci e non da Bottai. L’area fu<br />

prescelta da Ricci fra le sei aree messe a sua <strong>di</strong>sposizione dal Governatore<br />

<strong>di</strong> Roma Pippo Cremonesi, vecchio compagno <strong>di</strong> armi <strong>di</strong> Ricci. Tutte le<br />

trattative per le acquisizioni dell’area furono condotte <strong>di</strong>rettamente fra<br />

Ricci e Cremonesi. Questa struttura doveva servire per creare i <strong>di</strong>rigenti<br />

per i vari settori della appena creata Opera Balilla. Pertanto il Foro fu ideato<br />

da Ricci non come un impianto sportivo, ma sul modello dell’Accademia<br />

che Platone realizzò ad Atene. Infatti Ricci, come del resto Platone,<br />

attraverso un inizio <strong>di</strong> educazione fisica portava alle superiori conoscenze<br />

intellettuali i suoi allievi. I Rettori dell’accademia, fino a quando Ricci fu<br />

presidente dell’O.N.B. furono sempre scienziati <strong>di</strong> chiara fama e mai ginnasti.<br />

Gli accademisti, che provenivano dai corsi dovevano essere soprattutto<br />

degli educatori e pertanto il corso contemplava una serie <strong>di</strong> materie<br />

scientifiche e tecniche.<br />

Del Debbio fu chiamato da Ricci perché era stato un brillante collaboratore<br />

<strong>di</strong> Ricci quando questi, nel 1924, essendo Presidente del Consorzio Marmi<br />

<strong>di</strong> Carrara gli aveva affidato la ristrutturazione dell’Accademia <strong>di</strong> Belle Arti<br />

<strong>di</strong> Carrara. Del Debbio fu responsabile del primo piano regolatore del Foro<br />

dal 1927 al 1932, anno nel quale la responsabilità passò per decisioni da<br />

Ricci a Moretti che elaborò il progetto definitivo del Foro dal 1932 al 1937.<br />

Non esistono misteri sulla esecuzione del Foro, ne sugli incarichi ad architetti<br />

ed artisti. Tutte le decisioni furono prese da Ricci che scelse architetti<br />

ed artisti secondo il suo insindacabile giu<strong>di</strong>zio. Ad esempio lo Sta<strong>di</strong>o dei<br />

Marmi, progettato da Del Debbio, fu realizzato in marmo perché Ricci<br />

ottenne gratuitamente, dagli associati del Consorzio Marmi, <strong>di</strong> cui era presidente,<br />

tutti i blocchi <strong>di</strong> marmo <strong>di</strong>fettosi, che ingombravano le cave <strong>di</strong> Carrara.<br />

Detto sta<strong>di</strong>o fu realizzato <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni tali che non fosse possibile utilizzarlo<br />

per partite <strong>di</strong> calcio. Questo sport era poco amato da Ricci per il<br />

contorno <strong>di</strong> tifo smodato e per gli eccessi ad esso, anche allora, connessi.<br />

Gli sta<strong>di</strong> furono tutti realizzati incassati perché Ricci voleva lasciare libera<br />

la prospettiva verso le colline ed il parco <strong>di</strong> cui si occupò l’Arch. Ceschi.<br />

Dopo l’allontanamento <strong>di</strong> Ricci dall’O.N.B. nel 1937 e la trasformazione <strong>di</strong><br />

questa in Gioventù italiana del Littorio le prospettive verso le colline ver<strong>di</strong><br />

vennero annullate dal colossale e<strong>di</strong>ficio del Ministero degli Esteri progettato<br />

da Del Debbio e dallo Sta<strong>di</strong>o Olimpico ristrutturato ed ampliato al <strong>di</strong><br />

sopra del bellissimo sta<strong>di</strong>o, progettato a suo tempo, totalmente incassato, da<br />

Pintonello. Quando si parla del Foro ritengo sia corretto ricordare tutti gli<br />

Architetti ed Artisti che vi prestarono la loro opera. Sono a tutti, avendoli<br />

conosciuti personalmente, ugualmente affezionato, come <strong>di</strong>mostra il fatto<br />

che ho prestato volentieri prezioso materiale ine<strong>di</strong>to per la mostra <strong>di</strong> Del<br />

Debbio. Ma proce<strong>di</strong>amo con or<strong>di</strong>ne ricordando i progettisti <strong>di</strong> ogni opera.<br />

Del Debbio progetta il primo progetto urbanistico del Foro e relative varianti<br />

dal 1927 al 1932. Moretti progetta il piano urbanistico definitivo del Foro<br />

dal 1932 al 1937. Del Debbio progetta l’Accademia, lo Sta<strong>di</strong>o dei Marmi e<br />

la Foresteria Sud. Fasolo e Giannelli progettano il Ponte Duca d'Aosta.<br />

Costantini e Pintorello progettano l’Obelisco Mussolini. Costantini progetta<br />

le Piscine coperte con le gran<strong>di</strong> pareti a mosaici policromi, le Piscine<br />

all’aperto, l’Accademia <strong>di</strong> Musica, l’Au<strong>di</strong>torium, gli Sta<strong>di</strong> del tennis, le<br />

palazzine <strong>di</strong> servizio e la Foresteria Nord (attualmente deturpata dalla<br />

rimozione dello splen<strong>di</strong>do rivestimento <strong>di</strong> can<strong>di</strong>do marmo). Moretti progetta<br />

la Casa delle Armi, il piazzale dell’Impero con la gran<strong>di</strong>osa superficie <strong>di</strong><br />

mosaico, lo Stu<strong>di</strong>o quadrato per 400.000 spettatori, gli sta<strong>di</strong> per la danza e<br />

i servizi generali. Pe<strong>di</strong>coni e Paniconi progettano la Fontana della Sfera con<br />

il grande spazio circolare <strong>di</strong> mosaico. Frisa e Pintonello progettano la prima<br />

versione dello Sta<strong>di</strong>o Olimpico totalmente incassato. Ceschi prende cura e<br />

delimita l’area del Parco <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> e ne traccia i confini. Latini crea<br />

i giar<strong>di</strong>ni che contornano sta<strong>di</strong> e e<strong>di</strong>fici. Tralascio per ora i nomi dei trenta<br />

e più artisti scelti da Ricci per la realizzazione <strong>di</strong> statue, mosaici e pitture<br />

che completano e<strong>di</strong>fici e sta<strong>di</strong> all’interno del Foro. Mi sia consentito <strong>di</strong><br />

ricordare che Ricci in soli <strong>di</strong>eci anni dando incarichi a 200 architetti e 250<br />

artisti, fece costruire la “Casa della Gioventù”, do<strong>di</strong>ci gran<strong>di</strong> Collegi e,<br />

naturalmente il Foro Mussolini. È in mio possesso tutta la documentazione<br />

che conferma quanto accennato in questo scritto.<br />

Giulio Ricci<br />

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