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<strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> e Ponte Milvio<br />
nella pittura <strong>di</strong> un grande artista tedesco<br />
Franz Ludwig Catel: Due pifferai circondati da bambini davanti ad un tabernacolo della Madonna su <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong><br />
con vista su Castel Sant’Angelo e San Pietro. 1822, olio su tela, 49,5x62 cm.<br />
Franz Ludwig Catel (1778-1856)<br />
è attualmente il protagonista<br />
della mostra allestita alla Casa <strong>di</strong><br />
Goethe in via del Corso e visitandola<br />
abbiamo avuto la piacevole sorpresa<br />
<strong>di</strong> apprendere che il celebre pittore<br />
berlinese visse buona parte della sua<br />
vita a Roma, sposò in seconde nozze<br />
una romana e fu il proprietario <strong>di</strong> una<br />
tenuta fra Ponte Milvio e Tor <strong>di</strong> Quinto<br />
e, alla fine della sua vita, fondò a<br />
Roma, in viale Trastevere, un istituto<br />
<strong>di</strong> beneficenza per artisti tedeschi e<br />
italiani che porta il suo nome e che<br />
ancora esiste ed è attivo: il Pio Istituto<br />
Catel, che ha prestato molti quadri<br />
della sua collezione all’attuale mostra.<br />
Franz Catel, dopo la morte della<br />
prima moglie Sophie Frederike Kolbe<br />
nel 1810, dopo un soggiorno a Parigi,<br />
giunse a Roma il 28 ottobre 1811 con<br />
il fratello architetto, e mentre il fratello<br />
l’anno seguente rientrò in Germania<br />
egli non se ne allontanò più, se<br />
non per brevi perio<strong>di</strong>, vi morì e vi fu<br />
sepolto nella chiesa <strong>di</strong> S. Maria del<br />
Popolo. Arrivando a Roma, Catel<br />
andò ad abitare in via Sistina 79,<br />
strinse rapporti amichevoli con il<br />
celebre scultore danese Bertel<br />
Thorwaldsen, con il pittore francese<br />
Dominique Ingres e con i pittori<br />
Nazareni che <strong>di</strong>moravano nel vicino<br />
convento <strong>di</strong> S. Isidoro. Catel aveva<br />
conosciuto Goethe a Weimar prima <strong>di</strong><br />
venire in Italia e successivamente<br />
illustrò le opere Hermann e Dorotea e<br />
Wilhelm Meister.<br />
Nel 1814 Franz Catel sposò in seconde<br />
nozze, nella chiesa <strong>di</strong> S. Lorenzo<br />
in Lucina Margherita Prunetti (1790-<br />
1874), figlia del poeta e critico d’arte<br />
Michelangelo Prunetti, e per poter<br />
contrarre matrimonio, si convertì alla<br />
fede cattolica. In un primo tempo la<br />
giovane coppia andò ad abitare in<br />
casa del padre della sposa in via del<br />
Corso 151, poi in un grande appartamento<br />
in piazza <strong>di</strong> Spagna 9, dove<br />
rimasero fino alla morte. Franz era<br />
<strong>di</strong>venuto celebre come pittore paesaggista<br />
(aveva eseguito molti bei <strong>di</strong>pinti<br />
durante un viaggio a Napoli, in Calabria<br />
e in Sicilia con il principe russo<br />
Alexander Galitzin) ed aveva ricevuto<br />
commissioni da personaggi autorevoli<br />
come la duchessa <strong>di</strong> Devonshire<br />
che, stabilitasi a Roma, promosse<br />
un’e<strong>di</strong>zione dell’Eneide <strong>di</strong> Virgilio<br />
nella traduzione <strong>di</strong> Annibal Caro, per<br />
la quale Catel <strong>di</strong>pinse ad olio quasi la<br />
metà degli originali per le incisioni.<br />
Molti acquirenti dei suoi <strong>di</strong>pinti erano<br />
collezionisti d’arte provenienti da<br />
tutte le nazioni: fra questi vi furono<br />
membri della casa reale <strong>di</strong> Prussia e<br />
perfino il principe ere<strong>di</strong>tario Federico<br />
Guglielmo, durante il viaggio in Italia,<br />
gli or<strong>di</strong>nò un quadro. Ebbe frequenti<br />
rapporti con il console prussiano<br />
a Roma Jacob Salomon Bartholdy<br />
ed anche il futuro re <strong>di</strong> Baviera<br />
Ludwig I, durante i suoi soggiorni a<br />
Roma, gli commissionò dei quadri,<br />
fra i quali la celebre tela che rappresenta<br />
il gruppo degli amici che brindano<br />
la suo quarantesimo compleanno,<br />
nell’Osteria Spagnola <strong>di</strong> Ripa<br />
Grande: erano presenti Catel stesso e<br />
Thorwaldsen. Questa tela è stata data<br />
in prestito dalla Pinacoteca <strong>di</strong> Monaco.<br />
Catel lavorò anche per la casa<br />
reale del Württemberg e per lo Zar <strong>di</strong><br />
Russia Alessandro II.<br />
Ci siamo soffermati a narrare la vita<br />
<strong>di</strong> Catel perché, come <strong>di</strong>cemmo all’inizio,<br />
nel Pio Istituto Catel, da lui fondato,<br />
è conservato un quadro, prestato<br />
alla mostra, che doveva essergli molto<br />
caro, poiché nel testamento lo lasciò<br />
esplicitamente alla moglie: esso ci<br />
mostra la tenuta fra Ponte Molle e Tor<br />
<strong>di</strong> Quinto che l’artista aveva acquistata<br />
il 30 novembre 1850 (secondo<br />
quanto attestato nell’archivio dell’Istituto).<br />
Il quadro, <strong>di</strong>pinto fra il 1850 e<br />
il 1852, un olio su tela (64x93 cm)<br />
mostra un’ansa del Tevere, da cui<br />
spunta la cima della torretta del ponte,<br />
più in alto prati luminosi dove si riposano<br />
conta<strong>di</strong>ni e conta<strong>di</strong>ne, sullo sfondo<br />
<strong>di</strong> un’ampia veduta chiusa dai<br />
monti. La tenuta era conosciuta come<br />
“Vigna Catel”, secondo lo Stato delle<br />
Anime della parrocchia <strong>di</strong> S. Maria<br />
del Popolo e secondo un <strong>di</strong>segno a<br />
matita anonimo, andato perduto, che<br />
si trovava a Dresda, rappresentante il<br />
capanno degli attrezzi della tenuta.<br />
Nel 1902-03 la vigna fu venduta del<br />
Pio Istituto Catel a Luigi Mazzanti.<br />
Un <strong>di</strong>segno in matita su carta<br />
(14,4x24,4 cm) dalla collezione dello<br />
stesso Istituto, che è esposto nella<br />
mostra, è intitolato Vista della vigna<br />
Catel sul Ponte Milvio con Roma e la<br />
Cupola <strong>di</strong> S. Pietro sullo sfondo dove<br />
per Roma si intende <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> con<br />
le sole Villa Mellini e Villa Madama<br />
ben visibili a destra.<br />
Un’ultima testimonianza del suo<br />
amore per la zona <strong>di</strong> <strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong> è<br />
fornita da un’opera precedente proveniente<br />
da una collezione privata <strong>di</strong><br />
Norimberga dal titolo Due pifferai circondati<br />
da bambini, davanti ad un<br />
tabernacolo della Madonna sul <strong>Monte</strong><br />
<strong>Mario</strong> con vista su Castel Sant'angelo<br />
e San Pietro, un olio su tela del 1822<br />
(49,5x62 cm), che ricorda molto le<br />
opere del contemporaneo Bartolomeo<br />
Pinelli, <strong>di</strong> analogo soggetto.<br />
Sono anche degni <strong>di</strong> menzione un<br />
minuscolo olio su tela (8x12 cm) con<br />
la visione del Tevere presso Tor <strong>di</strong><br />
Quinto con a sinistra le prime falde <strong>di</strong><br />
<strong>Monte</strong> <strong>Mario</strong>; nonché un altro piccolo<br />
olio su cartoncino (20,3x28,1 cm)<br />
che forse è ripreso dall’alto del<br />
<strong>Monte</strong>, con vista della cupola <strong>di</strong> S.<br />
Pietro, intitolato Un pastore con<br />
gregge <strong>di</strong> pecore nella Campagna<br />
Romana al tramonto, in cui risplende<br />
una luce meravigliosa.<br />
Luciana Frapiselli<br />
Franz Ludwig Catel: Vista dalla vigna Catel sul Ponte Milvio con Roma e la<br />
cupola <strong>di</strong> San Pietro sullo sfondo. 1850?, matita su carta, 14,4x24,4 cm.<br />
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