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foto Mauro Topini - Campo de'fiori

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<strong>Campo</strong> de’ fiori 53<br />

Una “Fabrica” di ricordi<br />

Storie e immagini di Fabrica di Roma<br />

di Sandro Anselmi<br />

Ruggero e la statua etrusca<br />

tessera di appartenenza all’ordine ecclesiastico<br />

Non conoscevo Ruggero se non di fama,<br />

ma quella mattina, all’appuntamento con i<br />

miei amici, arrivò per primo.<br />

Avevamo deciso, da qualche tempo, di<br />

fare una gita alla necropoli di Falerii Novi<br />

e, non vi sarebbe stata guida migliore di<br />

lui.<br />

Quando il gruppo finalmente si costituì,<br />

partimmo utilizzando tutti i mezzi a disposizione,<br />

dalle biciclette, alla vespa, oltre la<br />

mia vecchia Fiat 600 Abarth, che prese a<br />

bordo l’esperto ospite.<br />

Durante il breve viaggio, simpatizzammo<br />

subito e, di lui, mi colpì la pacatezza, l’educazione,<br />

la modestia.<br />

Capii che era un uomo di grande cultura e<br />

con un gusto spiccato per l’arte in genere<br />

e si proponeva con un modo di parlare<br />

chiaro ed intelligente.<br />

Arrivati davanti alla Porta di Giove,<br />

lasciammo i<br />

mezzi e ci avviammo<br />

a piedi<br />

verso un<br />

camminamento<br />

terrazzato,<br />

che correva<br />

davanti alle<br />

aperture di<br />

tombe a camera,<br />

scavate<br />

su una parete<br />

a strapiombo<br />

sul fosso sottostante.<br />

Procedevamo<br />

in fila indiana<br />

e, Ruggero,<br />

avanti, spiegava<br />

la storia<br />

e le leggende<br />

di quei luoghi.<br />

Io chiudevo la<br />

fila camminando<br />

guardingo su un tappeto di cocci e di<br />

minuti blocchi di tufo, risultanze di antiche<br />

devastazioni vandaliche.<br />

Quasi alla fine del lungo tratturo, il mio<br />

occhio si posò su un pezzetto di marmo<br />

che, malcelato, biancheggiava appena nell’informe<br />

ciottolato.<br />

D’istinto mi fermai, ma Ruggero, eccellente<br />

e vigile guida, mentre raccontava della<br />

Valle dei Principi, della Tomba della<br />

Regina, del Salto di Adamo… si girò<br />

improvvisamente e mi chiese cosa avessi<br />

scoperto. Io, pieno di emozione, lo invitai<br />

a controllare e, con l’ansia di chi scopre un<br />

tesoro, ci mettemmo entrambi a scavare<br />

con le mani per dissotterrare l’oggetto.<br />

Quasi subito ci accorgemmo che si trattava<br />

di una enorme statua di marmo, sdraiata<br />

sotto appena cinquanta centimetri di<br />

detriti!<br />

Ruggero scultore<br />

Era mancante della testa ed il panneggio,<br />

ancora ben conservato, faceva presumere<br />

che si trattasse di una scultura rappresentante<br />

un togato: perciò un patrizio o un<br />

soldato. Tra lo stupore di tutti, Ruggero<br />

ricoprì immediatamente il reperto, perché<br />

disse che se lo avessero scoperto i “tombaroli”,<br />

lo avrebbero trafugato in un attimo.<br />

Così, noi vedemmo per l’ultima volta<br />

la “nostra statua”. E sì, perché, ritornati<br />

dopo qualche tempo a controllare il nostro<br />

tesoro dormiente, avemmo l’amara sorpresa<br />

che s’era “svegliato e se n’era andato”…….<br />

Qualcuno disse che era stato portato nel<br />

museo archeologico del Forte Sangallo di<br />

Civita Castellana ed io, ancora oggi, mi<br />

illudo di riconoscerlo fra le tante statue<br />

che lì sono esposte. Ma la loro espressione<br />

enigmatica sfida la chiarezza dei miei<br />

ricordi, forse troppo lontani, e così mi confondo<br />

fra reale ed immaginario, per qualcosa<br />

che resta comunque una bella avventura<br />

di gioventù.<br />

Note biografiche<br />

Ruggero Cencelli nasce a Fabrica di Roma il<br />

29.09.1914 e, dopo una carriera ecclesiastica interrotta<br />

(da cui Ruggeretto ‘o smonacato), dedica tutta<br />

la vita alla filosofia, alla poesia ed alla scultura.

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